“Guida galattica al vaccino per bambini e bambine curiosi”, a cura di Pleiadi-Science Farmer, è una guida per i piccoli alla scoperta delle iniezioni anti Covid
“Nonna, cos’è quella cicatrice che hai sul braccio?”, chiede la piccola Emma, una cascata di capelli rossi su un visino spruzzato di lentiggini. “Questa non è una semplice cicatrice, Emma, è una storia che ormai ha più di 200 anni e racconta di un giovane medico curioso e intraprendente….”. Comincia così, dal ricordo della formidabile scoperta di Edward Jenner, il medico inglese che nel 1796 mise a fuoco i principi dell’immunizzazione e realizzò il primo vaccino (contro il flagello del vaiolo), la Guida galattica al vaccino per bambini e bambine curiosi, che Pleiadi-Science Farmer, giovane team che costruisce progetti divulgativi basati sul metodo scientifico, ha creato e distribuito attraverso la Rete Nazionale dei Musei dei Bambini. Digitale (e scaricabile gratuitamente), illustrata e bilingue, la guida prende per mano i più piccoli conducendoli, una schermata per volta, alla scoperta avvincente dei vaccini anti Covid: protagonisti del racconto che la nonna porge a Emma diventano, di volta in volta, quella “squadra di supereroi” che è il sistema immunitario, quelle “manette” inesorabili nel bloccare i virus che sono gli anticorpi, e poi le 3 emme, ovvero mascherina, mani pulite, metro di distanza…. La trama va dritta al cuore dei vaccini: cosa sono, come e perché sono diversi tra loro, in che modo agiscono, perché sono il nostro scudo contro il Corona Virus…
La guida è il sequel di Guida galattica al Corona Virus! per bambini e bambine curiosi che Pleiadi aveva creato e diffuso la scorsa primavera per spiegare a bambini e famiglie cosa fosse quel microbo venuto da lontano a destabilizzare ovunque il Pianeta. Mezzo milione di download in Italia, due milioni e più nel mondo, traduzione in 34 lingue sono i numeri di un successo che non si ferma. Ne parliamo con Lucio Biondaro, fisico e founder, insieme ad Alessio Scaboro, di Pleiadi, che oggi conta su un team di una trentina di collaboratori, in larga misura donne (tra loro ci sono anche le dottoresse Daniela Longo, PhD in medicina clinica e sperimentale, ed Erika Nerini, PhD in scienze e tecnologie dei prodotti della salute, che hanno scritto la trama, con il supporto editoriale del professor Marcello Pinti, professore associato di Patologia Generale all’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lucio, come nasce l’idea di una guida per bambini sul Corona Virus e poi sul vaccino?
“Nella primavera 2020 sperimentavamo le prime chiusure, spiazzati individualmente e come collettività dall’irruzione di questo virus. A Pleiadi ci siamo chiesti di cosa avessero bisogno, in un momento tanto drammatico e mai vissuto prima, i bambini, i ragazzi, le famiglie, le scuole, gli educatori in genere, che rappresentano la parte più importante del nostro ecosistema. L’idea di una guida che spiegasse cosa fosse il virus si è imposta con una certa naturalezza”.
A quel punto occorreva realizzarla, mettendo in campo quel metodo, impostazione, linguaggio che sono un marchio della vostra divulgazione scientifica. Credo che fosse un tema cruciale anche la modalità con cui diffonderla, affinché diventasse veramente utile e fosse a disposizione del maggior numero di persone.
“Assolutamente. Per noi era fondamentale che la guida fosse facile da diffondere, perché volevamo raggiungere l’audience più ampia possibile. Per cui, abbiamo operato perché la guida fosse scaricabile istantaneamente e facilmente, da chiunque, in qualunque momento, in ogni luogo del mondo, senza alcun tipo di barriera. Altro aspetto fondamentale, ovviamente, era che fosse rigorosa sul piano scientifico nel suo farsi molto divulgativa. Quindi bella, e perciò ideata con un’estetica e un design che coinvolgessero molto sul piano emozionale, e inclusiva, per cui abbiamo utilizzato il carattere tipografico Easy Reading, studiato per rompere le barriere di lettura delle persone con dislessia. Infine, era fondamentale che fosse bilingue, quindi in italiano – perché desideravamo portare il nostro Paese nel mondo -, e in inglese. In realtà, dato il successo è accaduto che l’abbiamo tradotta in 34 lingue, perché il progetto ha avuto una diffusione clamorosa”.
Quindi è arrivato il secondo progetto, la Guida galattica al vaccino per bambini e bambine curiosi.
“Sì. In netto anticipo sulla campagna vaccinale dei minori. Un’indagine svolta sulla nostra community ci aveva rivelato che il 90% delle famiglie ha fiducia nella scienza e che l’85% sentiva il bisogno di uno strumento di approfondimento. Del resto, i bambini fanno molte domande, e davvero specifiche: noi li sentiamo chiedere informazioni sul funzionamento del vaccino a mRNA, pronunciato in maniera corretta”.
Avete diffuso le guide in moltissimi Paesi.
“Cina, Giappone, Francia, Brasile, Iran, Egitto, Armenia… L’ultima l’abbiamo diffusa in Portogallo attraverso la Croce Rossa e in Polonia nei centri che supportano l’infanzia, ce l’ha chiesta un gruppo di mamme a Sarajevo, ma il progetto è arrivato anche ad Haiti, nei Paesi Arabi Uniti… E ciò è stato possibile anche grazie al supporto di Hands On! (l’International Association of Children’s Museums). L’ultimo a chiedercela è stato il consiglio comunale di Istanbul: la guida è stata stampata in decine di migliaia di copie e diffusa ovunque, anche stampata nei cartoni del latte”.
Tutte le vostre attività prendono vita dal metodo che avete messo a fuoco, definito ELS, Elaborazione Logico Sperimentale, ideato a partire dal metodo Montessori e Munari. Come si articola?
“Noi crediamo relativamente nel talento, convinti come siamo che, invece, passione, curiosità e costanza sono il motore della conoscenza e della crescita, personale, intellettuale e, da adulti, anche professionale. Nei nostri incontri con bambini e ragazzi puntiamo a stimolare la curiosità e ad arrivare alla comprensione attraverso un processo inizialmente logico e che diventa subito sperimentazione e interazione pratica. Non è semplice spiegare a un bambino l’elettrone, anche perché non lo vede e dunque una sua resistenza è naturale: ma se cominci con il dirgli che anche il vento non è visibile, ma i suoi effetti sì – lo sbattere delle persiane della sua casa, per esempio – ne può dedurre l’esistenza. Insomma, secondo il metodo Pleiadi, le competenze si acquisiscono attraverso l’esperienza, nella pratica, procedendo per tentativi. Ciò che siamo in grado di pensare è figlio delle esperienze che viviamo. Altro aspetto cruciale è il coinvolgimento emotivo che – è ampiamente dimostrato – condiziona l’apprendimento cognitivo: se chi insegna è sgradevole, l’allievo scappa, esattamente come fanno gli animali”.
Voi siete anche proprietari del Children’s Museum di Verona, uno spazio con un altissimo numero di visitatori. Quali sono i prossimi progetti?
“Vogliamo espandere le collaborazioni con le aziende, che sono sempre più attratte dalla portata dei nostri progetti in ambito educativo: siamo convinti che l’educazione possa diventare per loro il quarto binario della sostenibilità. E stiamo lavorando per recuperare un ex macello a Padova e trasformarlo nella più grande Città della scienza del nostro Paese, articolata in laboratori, museo, serre, planetario… Un progetto da 14.000.000 di euro, per il quale stiamo cercando investitori che ci credano”.