Una delle conseguenze del diabete è la perdita di sensibilità nei piedi. Questo comporta, ogni anno, 1,5 milioni di casi di ulcere, 38 miliardi di dollari spesi per le cure, 600mila amputazioni. FeetMe è una suola smart che vuole aiutare a limitare tutto ciò.
C’è una startup in Francia che ha deciso di salvare 600mila piedi dall’amputazione. Questa, all’apparenza, può sembrare una frase strana, ma è proprio da quel numero che sono partiti i tre ragazzi di FeetMe per sviluppare la loro idea. Alexis Mathieu, Andrey Mostovov, Maximilien Fournier, nella loro sede di Parigi, sono riusciti a creare un device unico: una suola, connessa e intelligente, in grado di migliorare la vita dei diabetici (e non solo). Una malattia che, in Italia come nel mondo, si diffonde sempre più, crescendo dell’8% ogni anno.
Il diabete e la perdita di sensibilità nei piedi
Nell’immaginario generale, il diabete è una malattia che si associa al cibo e, in particolare, all’impossibilità di mangiare liberamente una quantità considerevole di dolci. Una visione, non proprio corretta, che prende spunto dalle caratteristiche di questa patologia: un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue a causa della carenza di un ormone specifico, l’insulina.
Sono invece meno note altre conseguenze che questa patologia può causare. Una di queste è relativa alla perdita, parziale o totale, della sensibilità dei piedi. Una conseguenza talmente devastante da provocare gravi ulcere che possono persino portare all’amputazione. E sono i numeri a sottolineare la dimensione di questo problema: 1,5 milioni di casi di ulcere nel mondo, 38 miliardi di dollari spesi per le cure o per le operazioni chirurgiche, 600.000 mila amputazioni di cui 100.000 solo negli Stati Uniti d’America. Si tratta, senza troppi giri di parole, di una vera piaga sociale. Soprattutto visto che si parla di una malattia, il diabete, oggi ampiamente gestibile.
Come funziona FeetMe
“Indossalo, dimenticalo e sei salvo”. FeetME, secondo i suoi fondatori, non è intrusivo né scomodo, ma il risultato di studi ergonomici precisi. I sensori collocati sulla suola misurano i dati e lo stato di salute dei piedi durante la camminata o l’attività fisica del paziente. Un monitoraggio ottenuto dalla pressione che ciascun arto produce semplicemente toccando il suolo. Ogni device, per la trasmissione e l’analisi dei dati acquisiti, è connesso via bluetooth con uno smartphone o un computer.
La tecnologia di FeetMe rende quindi possibile prevenire infortuni e irritazioni, agendo con tempestività. Ogni utente, infatti, viene avvisato non appena lo stato di usura del proprio piede raggiunge una soglia critica o potenzialmente pericolosa per la sua salute. E tutti i dati che vengono giornalmente registrati possono garantire un feedback concreto in ogni momento.
Il device verrà messo sul mercato a breve in Europa, partendo dalla Capitale francese. Alla fine del 2015 è invece previsto lo sbarco negli Stati Uniti. Il suo costo, in attesa di una conferma ufficiale, dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 dollari. Secondo i membri del team è un prodotto che potrà sia essere consigliato e prescritto dal medico che semplicemente scelto dal paziente in maniera autonoma.
Gli sviluppi futuri di FeetMe
FeetMe è un device che, pur essendo nato per risolvere un problema specifico, può essere applicato anche ad altri ambiti. Professionali e no. L’esempio immediato è quello che riguarda gli amanti della corsa, soprattutto quegli atleti che praticano questo sport, o simili, con una certa costanza. Anche la pianta dei loro piedi, proprio perché soggetta a stimolazione frequente, diventa soggetto di usura e lacerazioni. Il sistema FeetMe può anticipare spiacevoli dolori salvando lo sportivo, per quanto possibile, da possibili infortuni.