L’86% degli italiani ha utilizzato la telemedicina per la prima volta dopo l’inizio della pandemia. Questo e altri numeri del sondaggio Capterra
Dopo più di 365 giorni alle prese con l’emergenza COVID, come siamo messi con la telemedicina in Italia? Quanti sono gli italiani che si servono di questo strumento? I pro e i contro? Insomma il tema è gli italiani e la telemedicina. Una risposta ha provato a darla uno studio di Capterra, che ha raccolto le risposte di 1.019 italiani in merito all’utilizzo della telemedicina oggi e in futuro. Capterra è un’azienda che ha sviluppato una piattaforma di intermediazione tra acquirenti e fornitori di tecnologia all’interno dell’industria del software, di fatto è un comparatore di software che aiuta PMI e aziende a trovare il software più adatto alle loro esigenze.
Una nota sull’indagine. Gli intervistati totali sono stati 5.095 provenienti da 5 paesi europei (Italia appunto ma anche Francia, Germania, Paesi Bassi, e Regno Unito). Le interviste sono state condotte ad aprile 2021.
Nove italiani su dieci
Subito un po’ di numeri di questa indagine. La quasi totalità (l’86%, quindi quasi 9 italiani su 10) degli intervistati che hanno già provato la telemedicina l’ha fatto per la prima volta nel corso della pandemia. Il 41% degli intervistati si è servito della telemedicina per un consulto relativo ai sintomi legati al virus, il 59% l’ha fatto per ragioni di salute non strettamente vincolate alla pandemia. Questo perché il Covid-19 ha portato cambiamenti non solo a livello sociale ed economico, ma ha avuto un impatto rilevante sulle nostre abitudini sanitarie.
Quali tecnologie
Il 55% dei partecipanti allo studio che ha utilizzato la telemedicina ha svolto la video consulenza tramite telefono, mentre il restante 45% è ricorso a computer e tablet.
Vogliamo continuare ad utilizzare la telemedicina
Il 71% ha poi dichiarato che continuerà ad usare la telemedicina anche in futuro, il 52% di chi ha utilizzato la telemedicina ha apprezzato la riduzione dei tempi d’attesa per ottenere un appuntamento. Mentre il 59% del personale medico ha utilizzato tecnologie collegate alla telemedicina per pianificare online gli appuntamenti con i pazienti.
Gli scettici
Nonostante sia un fenomeno in crescita, va detto, il 73% dei partecipanti allo studio non ha mai utilizzato la telemedicina. Questo dato può essere dovuto a ragioni diverse come una certa difficoltà nel reperire le informazioni necessarie (ricerca e scelta di un medico che offra teleconsulto, padronanza di una piattaforma online o di un dispositivo), la necessità di un esame fisico per determinate patologie o anche un po’ di scetticismo nei confronti di una diagnosi a distanza.
I benefici
Soprattutto è confortante che, secondo le stime, l’adozione della telemedicina continuerà a crescere nei prossimi anni e si cercherà di adottarla sempre di più. Per Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, porterà diversi benefici: alcuni li stanno già testando, come il monitoraggio più puntuale dei tumori tramite la piattaforma digitale WelCare. Con una maggiore formazione del personale sanitario, un’implementazione di una connessione internet più capillare sul territorio ed una maggiore sicurezza nella gestione dei dati il grado di adozione di questa tecnologia crescerebbe di molto in breve tempo.
E in Europa?
Se si confrontano i risultati italiani con gli altri Paesi in cui è stato condotto lo studio, emerge che il Regno Unito è il primo della lista in termini di utenti che hanno già utilizzato la telemedicina (54%). La Germania invece chiude la fila con solo il 17% degli intervistati che si sono già serviti del teleconsulto.