La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS punta sulla tecnologia per una medicina sempre più personalizzata in base ai bisogni del paziente: lo raccontano a StartupItalia Giovanni Arcuri, Chief Innovation Officer, e Francesco Landi, Direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, neurologiche, ortopediche. “E grazie alla mobile health la prevenzione parte da casa”
“Durante il 2022, come già negli ultimi anni, gli investimenti in innovazione sono stati in costante crescita, perché le tecnologie biomediche si intrecciano indissolubilmente alla qualità della prestazione medica erogata: questa è la strada da percorrere se vogliamo che i nostri specialisti possano garantire ai pazienti cure sempre più efficaci ed interventi chirurgici mini-invasivi”. Giovanni Arcuri (nella foto in alto), Direttore della Direzione Tecnica e Innovazione Tecnologie Sanitarie della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, traccia con StartupItalia un bilancio dell’anno che si chiude, con lo sguardo già rivolto alle nuove mete verso cui la ricerca deve muoversi: dalla robotica alla raccolta ed analisi dei dati, sempre più approfondita ed accurata, passando per la mobile health, ultima evoluzione della telemedicina, e lo sviluppo di nuovi farmaci, creati ad hoc per il singolo paziente.
Hugo, il robot-chirurgo
Un percorso complesso ed affascinante, in cui le piattaforme di chirurgia robotica si stanno evolvendo velocemente, grazie ad un importante abbattimento dei costi, che le rende sempre più accessibili, e a una maggiore velocità di apprendimento dei robot, che sollevano i chirurghi da una parte del loro lavoro, senza modificare la tecnica operatoria.
Come il nuovo sistema di chirurgia robot-assistita Hugo di Medtronic, che a marzo 2022, per la prima volta in Europa, è stato utilizzato al Policlinico Gemelli per effettuare un intervento di chirurgia ginecologica, ovvero un’istero-anniessectomia profilattica, durata appena un’ora, su una donna di 62 anni con mutazione BRCA (il cosiddetto “gene di Angelina Jolie”), che espone ad un rischio aumentato di neoplasie ginecologiche.
Un mese dopo, ad aprile, Hugo ha debuttato anche in ambito urologico, consentendo la realizzazione di un intervento di asportazione di un tumore della prostata su un paziente 62enne.
Sala operatoria ibrida
“Dall’integrazione fra tecnologie differenti sono nate invece le nuove sale operatorie ibride, che permettono di avere a disposizione durante l’intervento chirurgico strumenti diversi, come la tac multistrato e l’angiografo multiassiale robotizzato, grazie ai quali è possibile utilizzare tecniche di imaging avanzato”, prosegue Arcuri. “In pratica, una volta posizionato il paziente sul lettino, viene effettuata una tac, da cui si ricava un’immagine 3D del corpo, la quale a quel punto può essere navigata attraverso sistemi non solo ottici, ma anche radiologici, come l’angiografo”.
Dati sempre più accurati
Un’altra grande sfida è quella della raccolta e analisi dei dati, che oggi sono sempre più numerosi, complessi e dettagliati. “Da questo punto di vista abbiamo provveduto ad una radicale ristrutturazione dei sistemi informativi ospedalieri, in modo da garantire la massima integrazione tra i vari percorsi di cura specialistici, ma anche la sinergia con altri aspetti, logistici ed amministravi”. Se prima l’organizzazione di un ospedale era molto settoriale e verticalizzata, oggi ci si muove verso sistemi di value-based healthcare, ovvero si progetta fin dall’inizio il percorso del paziente all’interno dell’ospedale, avendo già chiara una visione complessiva delle sue esigenze. “Per esempio, in passato il paziente cardiologico veniva preso in carico dal reparto di cardiologia, che poi si attivava per collaborare con gli altri reparti specialistici in caso di comorbilità; attualmente al momento dell’ingresso in ospedale si definisce già un percorso olistico”.
Smart Axistance e-Well
I dati possono essere raccolti durante il ricovero, oppure quando il paziente è fuori delle mura dell’ospedale. “L’emergenza Covid-10 ha sicuramene dato un impulso significativo allo sviluppo della telemedicina, integrata in un paradigma di connectd care. Oggi abbiamo un innovativo progetto di prevenzione, che riguarda il settore specifico della mobile health”, riflette Arcuri.
Smart Axistance e-Well è la soluzione ideata a fine 2021 in collaborazione con Enel X: un sistema studiato per le aziende, che consente di offrire ai dipendenti un percorso personalizzato per migliorare il proprio livello di benessere a governance clinica. Si tratta di uno strumento che aiuta a monitorare una serie di parametri fondamentali per la prevenzione dei rischi per la salute, come dieta, fumo, attività fisica, umore e sonno, stimolando l’acquisizione di corretti stili di vita in un continuo processo di personalizzazione, allineamento e verifica tramite televisite e dispositivi integrati. Dopo l’iniziale check-up a distanza, gli utenti ricevono una smartband per la raccolta dei dati, che vengono analizzati da sofisticati algoritmi, in grado di segnalare eventuali situazioni di allarme ad uno staff di professionisti.
Dal cartaceo al virtuale
“Il beneficio va oltre la classica benda al polso o l’orologio. Qui parliamo di accesso a una vera governance clinica”, spiega Francesco Landi, Direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa-collo, che segue questo progetto insieme alla sua equipe e spiega come esso affondi le radici lontano nel tempo. “Fa parte di un’attività di prevenzione primaria, o meglio ancora primordiale, cominciata prima del 2015, basata sui principali fattori di rischio cardiovascolare, che sono anche quelli legati alla longevità. Questa esperienza si è poi consolidata durante Expo Milano, quando abbiamo distribuito a molte persone un kit di prevenzione, in quel caso non digitale, ma cartaceo. Da quel momento abbiamo condotte numerose attività di questo tipo, che si sono concretizzate intorno alla Longevity Run e al Longevity Checkup per la promozione di corretti stil di vita”.
“Il beneficio va oltre la classica benda al polso o l’orologio. Qui parliamo di accesso a una vera governance clinica”
Un lavoro di prevenzione sul campo di durata decennale: “Nel corso del tempo siamo riusciti a raccogliere oltre 16mila valutazioni sul territorio, che ci hanno fornito quindi una grande disponibilità di big data. Con Smart Axistance e-Well ora abbiamo avuto modo di declinare questo know how anche in versione tecnologica”.
Il percorso, che ha la durata minima di un anno, si rivolge attualmente alle aziende, ma l’obiettivo per il futuro è quello di dare la possibilità di iscriversi anche ai singoli cittadini: “Ci stiamo preparando quindi ad accogliere un elevato numero di utenti, ma già adesso abbiamo provveduto ad un cambio organizzativo importante”, prosegue Arcuri. “Abbiamo allestito un centro di telemedicina dedicato all’erogazione di questi servizi, in cui lavora una generazione di clinici abituati a mescolare attività in presenza e a distanza, in un’ottica multidisciplinare. Al momento monitoriamo oltre 500 pazienti e abbiamo un team di una ventina di professionisti, composto da internisti, nutrizionisti, cardiologi, ginecologi ed urologi”.
Il futuro della medicina
A legare tutti questi progetti è l’idea di una medicina sempre più personalizzata, obiettivo ancora più importante per un ospedale a vocazione oncologica come il Policlinico Gemelli. “Fino a una decina di anni fa la sanità seguiva il modello della standardizzazione: ad una certa diagnosi corrispondeva un certo protocollo. Poi abbiamo capito che lo stesso farmaco non funziona allo stesso modo in tutte le situazioni: per esempio, ci sono differenze legge al sesso e al patrimonio genetico. Per questo siamo una delle poche strutture in Italia ad offrire la possibilità di profilazione di 500 geni, ottenendo informazioni predittive sui risultati delle terapie oncologiche”.
“Fino a una decina di anni fa la sanità seguiva il modello della standardizzazione: ad una certa diagnosi corrispondeva un certo protocollo. Poi abbiamo capito che lo stesso farmaco non funziona allo stesso modo in tutte le situazioni”
C’è poi il campo delle cosiddette scienze omiche, ovvero quelle discipline che utilizzano tecnologie di analisi per la produzione di informazioni in numero molto elevato, grazie all’Intelligenza Artificiale: “I sistemi di radiomica, per esempio, permettono di estrapolare dall’analisi delle immagini mediche informazioni non rilevabili tramite la loro semplice osservazione visiva da parte dell’operatore”.
Infine, il fondamentale capitolo della terapia genica, che consente la creazione di farmaci personalizzati per la singola persona, basati sulla modifica genetica delle sue stesse cellule, in particolare dei globuli banchi, che vengono poi reinfusi nel corpo umano: “Sono efficaci soprattutto in area oncoematologica”, conclude Arcuri. “Nel 2022 abbiamo sperimentato un farmaco di questo tipo anche sulla retina, ma ora la prospettiva interessante è quella di arrivare alla cura dei tumori solidi attraverso questi protocolli”.