FinalSpark è attiva dal 2014 in Svizzera ed è una startup specializzata nell’ambito del biocomputing. A guidarla, in qualità di Co-Ceo, ci sono Fred Jordan e Martin Kutter (in foto d’apertura). L’azienda ha appena lanciato una piattaforma online – Neuroplatform – alla quale ricercatori e centri di ricerca possono accedere in qualsiasi momento della giornata per condurre, da remoto, esperimenti su neuroni biologici in vitro. Al momento sono nove gli istituti che hanno ricevuto le chiavi per usufruire gratuitamente di questa tecnologia. Ma cosa sarebbe il bioprocessore sul quale FinalSpark è al lavoro?
Come funziona un bioprocessore
La piattaforma dà accesso a 16 organoidi di cervello umano (si tratta di repliche semplificate, realizzate a scopi di ricerca) per sviluppare il primo processore vivente al mondo. Questi bioprocessori contengono neuroni in grado di apprendere ed elaborare informazioni, per di più consumando molta meno energia rispetto a quelli tradizionali: FinalSpark sostiene che l’ordine di grandezza sarebbe di un milione di volte inferiore.
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La storia di questa azienda di biocomputing si lega dunque anche alle sfide in capo al settore tecnologico, per ridurre le emissioni. In vista infatti della diffusione di soluzioni di AI, con chip sempre più performanti (ed esigenti in termini di prestazioni), sarà importante rendere efficiente l’infrastruttura che processa le operazioni. Lanciata dieci anni fa, FinalSpark è al lavoro da molto tempo per realizzare una generazione biotech di processori digitali.