Il Congresso USA punta a ottenere la testimonianza dell’attrice Scarlett Johansonn per approfondire cosa sia accaduto nelle fasi di sviluppo di Sky, l’assistente vocale di intelligenza artificiale presentato poche settimane fa (e poi subito rimosso) da OpenAI. Come abbiamo ricostruito su StartupItalia, l’attrice ha lamentato il fatto che la voce del software replicasse, di fatto, la sua.
Johansonn: quando testimonierà al Congresso sul caso OpenAI?
Come si legge su Axios, il Congresso USA ha inviato una comunicazione ufficiale a Johansonn, chiedendole di comparire per fornire la propria testimonianza sul caso. Se in un primo momento è sembrato che l’attrice potesse comparire in estate, ora pare che l’incontro non avverrà prima di ottobre.
La vicenda si lega alla questione dei diritti d’autore e di quanto l’intelligenza artificiale rischi di violare le norme. In passato la società di Sam Altman aveva tentato di proporre un contratto alla star di Hollywood, chiedendole di prestare la voce all’AI aziendale. L’attrice ha però declinato. Nel momento in cui il mondo ha ascoltato per la prima volta la voce di Sky (era il maggio scorso) si è subito mobilitata con i propri avvocati.
Non è la prima volta che OpenAI scivola sul tema del diritto d’autore. Durante un’intervista la Cto Mira Murati non ha saputo dare una risposta chiara alla domanda se l’azienda avesse o meno utilizzato i video di YouTube per allenare l’intelligenza artificiale di Sora (software in arrivo che realizza brevi clip partendo da un prompt testuale). Da YouTube è arrivato subito un avvertimento.
Sam Altman si è difeso dicendo che la voce sintetica di Sky non è stata modellata su quella dell’artista. C’è chi però aveva fatto notare un dettaglio non da poco: durante l’evento di presentazione il Ceo di OpenAI aveva postato su X la parola “her”, lo stesso nome del film (uscito nel 2014) in cui Johansonn presta la voce a una AI di cui il protagonista di innamora. Ingenuità o strategia?