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L’intervista a Emanuele Gugliandolo, responsabile dell’unità organizzativa “Sviluppo Soluzioni in mobilità di Terna”
Non ci sono soltanto i videogiochi. La realtà virtuale e tutte le componenti hardware che la supportano – come i visori – sono un trend sul quale anche le aziende investono per offrire nuovi servizi, aprire linee di business e, perché no?, fare formazione. Una grande corporate come Terna, di cui StartupItalia sta raccontando il percorso di open innovation e digital transformation, ha da poco introdotto la possibilità di testare l’esperienza di una salita su un traliccio elettrico alto più di 30 metri sfruttando la VR all’interno di un’aula di formazione dell’Academy di Roma nella sede della Marcigliana. «Il progetto innovativo si chiama Virtual Training – ci ha spiegato Emanuele Gugliandolo, responsabile dell’unità organizzativa “Sviluppo Soluzioni in mobilità di Terna” – e in un ambiente virtuale abbiamo ricostruito, grazie a tecniche di 3d modeling con fotogrammetria a 360 gradi, tutti gli oggetti che gli operatori trovano e utilizzano poi sul campo. L’obiettivo è formarli su cosa bisogna fare e come procedere nelle attività lavorative quotidiane. È un simulatore con diversi capitoli».
Terna e la VR
Il progetto di Virtual Training è stato presentato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, all’ultima edizione di Maker Faire a Roma, dove le persone hanno potuto vedere con i propri occhi come la realtà virtuale possa garantire un’esperienza immersiva e, a detta degli operatori stessi, ai limiti del reale. «Su visori di ultima generazione – ha spiegato Gugliandolo – stiamo costruendo un catalogo con le diverse attività che i nostri tecnici svolgono sul campo. Come, ad esempio, la salita sui tralicci e la sostituzione di una catena di isolatori per le attività di manutenzione delle infrastrutture». L’esperienza con la VR non si riduce soltanto alla salita, ma parte dall’arrivo vicino al traliccio. «Abbiamo notato una serie di vantaggi a far provare il tutto con visori prima di passare sul campo. Così acceleriamo l’apprendimento dei metodi di lavoro. Si comincia stando sul furgone, poi segue tutta la fase di scarico dell’attrezzatura. Da lì si procede a piedi verso il sostegno».
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Un catalogo formativo in realtà virtuale
Tramite questa iniziativa Terna ha sviluppato un software proprietario, che andrà mano a mano ad arricchirsi con una libreria di contenuti formativi. «La fase IT è durata un anno circa – ha detto Gugliandolo -. Per sviluppare un use case abbiamo impiegato pochi mesi. Con Virtual Training abbiamo formato finora circa 250 colleghi, ma lo usiamo anche per raccontare Terna all’esterno». Così si presenta come una corporate di livello internazionale sta accelerando sul digitale per migliorare il lavoro a tutti i livelli, facendo attenzione alla sostenibilità e all’efficienza. E anche alla salute e alla sicurezza dei propri dipendenti. Infatti, la formazione con la realtà virtuale affiancherà quella tradizionale all’interno dei percorsi formativi già attivi. Il vantaggio è che, attraverso l’ausilio dei visori, si trasmettono tutti gli accorgimenti per acquisire tecniche e procedure di lavoro nella massima sicurezza e in luogo protetto.
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Il lavoro simulato di un operatore su un traliccio, come ci ha spiegato Gugliandolo, può durare dai 45 minuti all’ora e dieci con il visore indosso. «Non è stancante dal punto di vista visivo. L’ambientazione che abbiamo ricreato è simile a quelle che si possono trovare nel Lazio. Non sembra, ma una modalità simulativa del genere è davvero selettiva. L’esperienza pratica è realistica per oltre il 90% e il risultato non è un video bensì un’interazione totalmente immersiva, con una percezione molto naturale delle altezze e delle profondità, senza affaticamento per gli occhi». Al Campus di Formazione Terna di Roma è stata predisposta una stanza virtuale dedicata, con pc, visori e sensori perimetrali, dove viene ricreata una sensazione verosimile. L’utente, con due controller in mano, può camminare nell’ambiente, spostarsi con le levette e, grazie alle mani virtuali, afferrare oggetti. «Grazie a un visore VR si capisce davvero cosa significa lavorare in quota».