Al netto delle legittime preoccupazioni rispetto ai lavori che la robotica spazzerà via (o modificherà), ci sono soluzioni che potrebbero essere impiegate per effettuare mansioni in condizioni di rischio. Si prenda l’esempio della manutenzione delle pale eoliche off–shore, ovvero in mare aperto. Nella maggior parte dei casi viene ingaggiato un reparto subacqueo, ma gli sviluppi nel settore stanno mostrando le potenzialità dei robot. Come Crawfish.
Cosa fa il robot subacqueo Crawfish
Sviluppato in Germania dal gruppo di ricerca Fraunhofer Smart Ocean Technologies, Crawfish pesa poco più di 20 kg, ha quattro ruote e si guida da remoto con un operatore presente in superficie. Grazie ai propulsori, il robot può adagiarsi sott’acqua (fino a 50 metri di profondità), rimanendo a contatto con la pala eolica; infine mediante telecamere riesce a individuare eventuali danni alla struttura.
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Crawfish è in grado di effettuare piccoli lavori di manutenzione, depositando materiale anti-corrosione. Il robot ha un’autonomia di quasi mezz’ora, tempo che sott’acqua può impiegare dunque per svolgere operazioni molto rapide prima di tornare in ricarica. Il progetto di ricerca punta a sviluppare soluzioni tech per migliorare la gestione delle attività umane in mari e oceani. Crawfish non agisce da solo, ma sempre collegato tramite un tubo a un altro robot, il BlueRov2 sviluppato dalla società californiana Blue Robotics.