Il grande rientro a scuola quest’anno prevede alcune novità: dalle nuove linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica al divieto di usare smartphone in classe anche per fini didattici. Ma quando, dove e come è vietato l’utilizzo del telefonino a scuola?
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Come cambia l’insegnamento dell’educazione civica?
Da oggi l’insegnamento dell’educazione civica cambierà nei contenuti. Da alcuni anni tornata sui banchi di scuola, sarà spalmata su tutte le materie. Nelle nuove linee guida del ministero dell’Istruzione si legge che va sottolineato: «il collegamento tra senso civico e sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita Patria». Più spazio alla valorizzazione dei territori e alla conoscenza delle culture e delle storie locali e un’attenzione particolare alla centralità della persona, ai diritti delle donne e all’educazione finanziaria e stradale.
Smartphone, dove sono vietati?
Non c’è spazio per gli smartphone fino alle medie, neanche per uso didattico. Chi trasgredisce può incorrere in sanzioni disciplinari. Sono esclusi i ragazzi per cui l’uso dello smartphone sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto. Computer e tablet, invece, possono essere usati con l’autorizzazione degli insegnanti. Dal ministero invitano a usare anche il diario cartaceo insieme al registro elettronico.
Che cos’è il “Capolavoro” richiesto alla maturità
Dopo l’esperienza di quest’anno, dal 2025 alla Maturità si porta il cosiddetto “Capolavoro”. Si tratta di uno strumento di autovalutazione dello studente, che deve segnalare e inserire in una relazione almeno una e fino a tre esperienze significative per ogni anno di scuola superiore in ambito scolastico o extrascolastico.
Cosa cambia per gli istituti tecnici?
Non cinque anni, ma quattro più due. Così possono diventare gli istituti tecnico-professionali. Invece dei 5 anni canonici, il percorso scolastico è di quattro anni e se ne aggiungono due negli ITS Academy, istituti tecnologici superiori, scuole di specializzazione che dovrebbero avere una maggiore interazione con il mondo del lavoro. A partire saranno circa 150 scuole e 3mila ragazzi.
Comunicazione e voti
Si svolgono tutti online i passaggi di documenti fra scuola e famiglia con ComUnica, una nuova funzionalità all’interno della piattaforma Unica. Da agosto, per i genitori dei neo iscritti, è disponibile il modulo di delega per il ritiro dei figli da scuola e il modello di autorizzazione per consentire l’uscita autonoma degli studenti con meno di 14 anni. Si potrà anche firmare il patto educativo di corresponsabilità. Dall’autunno ci saranno nuove funzioni che anche per le famiglie degli alunni delle classi successive alla prima.
Alla scuola primaria dovrebbero tornare i «giudizi sintetici» (la riforma è ancora in fase di approvazione), non voti numerici, ma un formulazione più chiara per le famiglie. Il voto finale in pagella alle elementari sarà espresso con i termini: insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo. Uno step indietro rispetto alla riforma del 2020 che parlava dei risultati per avanzamento: avanzato, intermedio, base.