Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.
La via cinese verso i microchip
Xinchuang è un’iniziativa nazionale cinese nata nel 2022 che mira a sostituire i fornitori stranieri tra cui quelli di microchip. Nel dicembre 2023 le importazioni di macchine litografiche utilizzate per imprimere i circuiti sui wafer di silicio sono cresciute del 450%. I produttori locali si sono affrettati ad acquistare kit avanzati dall’ASML, leader olandese di mercato prima che le restrizioni alle esportazioni da parte dei Paesi Bassi entrassero in vigore a gennaio. La Cina potrà mai eguagliare i suoi rivali nei microchip? Mentre una volta lo Stato spingeva i produttori di chip riluttanti a cooperare con i fornitori locali, ora gli investitori e i consigli di amministrazione li richiedono come forma di assicurazione contro le guerre commerciali. Di conseguenza, la catena di approvvigionamento dei semiconduttori in Cina si sta approfondendo costantemente. La Cina può inoltre contare sul vicino Giappone e sulla Tokyo Electron, il più grande tra i fornitori giapponesi di strumenti per la produzione di chip, non ancora limitata dai controlli dell’esportazione introdotti dall’America.
L’Arabia Saudita a caccia di tecnologia
L’Arabia Saudita sta imponendo alle principali aziende tecnologiche cinesi di investire nel Golfo in cambio di ingenti accordi. Alibaba e SenseTime sono tra i principali gruppi cinesi che hanno concluso accordi per centinaia di milioni di dollari con l’Arabia Saudita negli ultimi tre anni, in cambio della creazione di joint venture nel Paese. La caccia del regno alle aziende tecnologiche globali per aiutare l’economia e la diversificazione dal petrolio ha coinciso con la crisi dei finanziamenti e la debolezza delle vendite interne delle aziende tecnologiche cinesi, che si sono rivolte al Medio Oriente in cerca di investimenti e di nuovi flussi di entrate. La strategia saudita riuscirà a aumentare le competenze tecnologiche del paese grazie alla Cina? Il gruppo di intelligenza artificiale SenseTime si è aggiudicato un contratto per l’ambizioso progetto saudita di costruire la megalopoli futuristica Neom. Il gruppo cinese di guida autonoma Pony.ai ha raccolto 100 milioni di dollari in ottobre dal Neom Investment Fund, con l’accordo che l’azienda avrebbe stabilito una sede regionale di ricerca e sviluppo e una sede produttiva nel Paese. Alibaba Cloud è entrata nel mercato saudita nel 2022 attraverso una joint venture con il Saudi Telecom Group, che ha anche stretto una partnership con Huawei su progetti 5G e si è impegnato a “rafforzare la cooperazione” nella ricerca tecnologica.
È nata una nuova Gemma
Google e Hugging face hanno appena creato una partnership per avanzare nei modelli generativi open di intelligenza artificiale. Gemma è la nuova famiglia di modelli open costruito dagli stessi ricercatori e usando le stesse tecnologie di Gemini models. Gemma da questa settimana è disponibile per sostenere diversi tool e per essere usato sia da computer laptop o desktop sia attraverso Cloud Google. Uno dei maggiori benefici è quello di dare agli utenti maggiore controllo e di poter utilizzare i propri dati per adattare il modello a specifiche esigenze. Anche Nvidia sta collaborando con il team di Gemini per lo sviluppo di Gemma. Google riuscirà a creare un modello open ma allo stesso tempo sicuro quanto i modelli “chiusi” in cui l’accesso al codice sorgente è vietato? Gemma è corredato di un “responsible AI toolkits” per aiutare gli sviluppatori a creare proprie linee guida di sviluppo o ad escludere determinate parole nello sviluppo di Gemma e di un “debugging tool” per analizzare il comportamento di Gemma e corregge eventuali problemi. Il modello lavora meglio in inglese e gli sviluppatori potranno utilizzarlo gratuitamente in Kaggle (comunità di data science sotto la guida di Google). I ricercatori potranno ottenere 500mila dollari per utilizzare e sviluppare il modello in cloud.
USA: obiettivo porti sicuri
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo volto a rafforzare la sicurezza informatica nei porti statunitensi. La Casa Bianca ha dichiarato investimenti per oltre 20 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per migliorare le infrastrutture portuali statunitensi, compresa la produzione di un maggior numero di gru portuali a livello nazionale. I fondi proverranno dalla legge bipartisan sulle infrastrutture del 2021, pari a 1,2 miliardi di dollari, e dall’Inflation Reduction Act del 2022. L’ordine esecutivo dipende dalle crescenti preoccupazioni che gli hacker cinesi possano sfruttare le strutture portuali per creare problematiche nelle catene di approvvigionamento. Sarà possibile difendere i porti occidentali da eventuali attacchi hacker? I sistemi sempre più complessi nei porti hanno rivoluzionato l’industria del trasporto marittimo e le catene di approvvigionamento, migliorando la velocità e l’efficienza del trasferimento delle merci al mercato. Ma la crescente interconnessione digitale della nostra economia e delle nostre catene di approvvigionamento ha anche introdotto vulnerabilità difficili da risolvere e che potrebbero avere ricadute sull’economia e sulla vita quotidiana dei lavoratori.