In un finto Twitter Spaces le icone e le voci di George Soros, Hitler e Satana
Manca poco più di un anno alle Presidenziali USA del 2024. E uno dei temi più discussi in ambito tech è l’impatto che l’impiego dell’intelligenza artificiale potrebbe avere sul dibattito in vista delle elezioni. Subito dopo che l’attuale presidente Joe Biden ha ufficializzato l’intenzione di correre per un secondo mandato alla Casa Bianca, i repubblicani hanno pubblicato un video con immagini ricreate dall’AI per attaccarlo inserendo (ma scritto molto piccolo sullo schermo) che nessuna delle scene di violenza e disordini proposte nel montaggio riprendevano situazioni realmente accadute. L’intelligenza artificiale può fare questo e molto altro. Come riprodurre la voce di persone famose. Donald Trump, che punta a farsi rieleggere presidente, l’ha appena sfruttata in tal senso.
Pochi giorni fa il governatore della Florida RonDeSantis, repubblicano, ha scelto Twitter Spaces per candidarsi alla Casa Bianca. Da programma la live audio prevedeva che il candidato parlasse con Elon Musk e l’imprenditore David Sacks. Cosa che è poi accaduta, ma non senza qualche inciampo. Per questioni tecniche ci sono stati infatti ritardi e problemi che hanno reso indimenticabile (ma non come ci si dovrebbe attendere) questa prima apparizione pubblica da candidato.
Di fronte a questo scivolone tecnico Donald Trump non si è fatto scappare l’assist e ha caricato sulla piattaforma Rumble un video di circa 2 minuti in cui anzitutto compare l’immagine di Twitter Spaces con le icone dei profili di Elon Musk, Ron DeSantis insieme a quelle di George Soros, Adolf Hitler, Satana e l’FBI. Insomma, uno sfottò bello e buono. Ma non è finita qui, il video ha anche l’audio: i dialoghi ricreati dall’intelligenza artificiale raggiungono un discreto grado di realismo.
L’effetto è perlopiù comico. Resta comunque il fatto che un utilizzo simile potrebbe essere largamente destinato a operazioni ben più delicate, facendo pronunciare ai candidati frasi e dichiarazioni dagli effetti imprevedibili. In merito alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale lo stesso Sam Altman, Ceo di OpenAI (la società che ha sviluppato ChatGPT), si è detto a favore.
Nonostante Trump sia stato riammesso su Twitter da Elon Musk dopo il ban del 2021 a seguito dei fatti di Capitol Hill, il tycoon non twitta più dall’8 gennaio di quell’anno. Ha lanciato Truth, una piattaforma alternativa che sta facendo ancora fatica a decollare.
In merito invece a Musk e al suo attivismo – soprattutto su temi politici – la sua presenza nel Twitter Spaces (quello andato realmente in onda) suggerisce che alle prossime Presidenziali USA potrebbe giocare un ruolo non di secondo piano. L’imprenditore ha più volte ribadito che si aspetterebbe di vedere alla Casa Bianca un presidente «abbastanza normale». Nel frattempo ha invitato tutti i candidati a utilizzare Twitter.