Troppo alti i costi della rete internet: secondo il Ceo Dan Clancy la situazione non è più sostenibile. Nel Paese il giro d’affari per i videogiochi è di 15 miliardi di dollari
Twitch ha annunciato che spegnerà la propria piattaforma streaming in Corea del Sud a partire dal 27 febbraio 2024. La novità è stata comunicata da un post a firma del Ceo della società leader nell’ambito streaming (acquisita da Amazon nel 2013 per quasi 1 miliardo di dollari). «I costi di gestione di Twitch in Corea – ha scritto l’ad Dan Clancy – sono proibitivi e ci siamo impegnati a fondo per ridurli e trovare un modo per far rimanere l’attività di Twitch in Corea». Il problema è legato ai costi della rete internet, tema che in passato ha visto altri giganti del tech come Netflix scontrarsi con l’ecosistema e le leggi del Paese. Come ha aggiunto il Ceo di Twitch, nonostante le contromisure prese «le nostre tariffe di rete in Corea sono ancora dieci volte più costose rispetto alla maggior parte degli altri Paesi. Twitch ha operato in Corea con una perdita significativa e purtroppo non c’è una via d’uscita che ci permetta di operare in modo più sostenibile».
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Non stiamo parlando di un Paese secondario, soprattutto se si parla di gaming ed esport. Il mondo dei videogiochi ha un notevole bacino di appassionati, streamer e pro player in Corea del Sud, che fungono da riferimento anche per i campioni italiani. Il mercato gaming è il quarto per volumi a livello globale, pari a 15 miliardi di dollari (dato del 2021). In Italia, per fare un confronto, il giro d’affari è di 2,2 miliardi di euro. Inoltre più della metà della popolazione sudcoreana gioca ai videogiochi sui propri smartphone. Bastano questi numeri sulla Corea del Sud per capire a che contesto sta dicendo addio Twitch. La società ha comunicato che gli streamer che utilizzano la piattaforma, destinata a chiudere tra pochi mesi, saranno affiancati dall’azienda per traslocare altrove e proseguire il proprio lavoro.