Documenti interni all’azienda sono circolati sulla stampa
Nel corso del primo lockdown Peloton è stato uno dei nomi più ricorrenti nell’ecosistema startup. Con il mondo chiuso in casa l’azienda che produce cyclette e tapis roulant smart, ovvero che consentono ai clienti di allenarsi seguendo sessioni live con coach trasmesse sullo schermo in dotazione, ha vissuto un periodo di crescita. Anche in Borsa, dove le azioni sono salite dai 19 dollari di marzo 2020 ai 162 di dicembre. Ma dal 2021 in poi non ci sono stati soltanto successi. E, tra le cose negative, quanto circolato nelle scorse ore è costato caro al titolo. Stando a fonti di stampa Peloton sospenderà momentaneamente la produzione a causa di un calo della domanda. Addirittura secondo il New York Times sembrerebbero previsti licenziamenti. Tutto sarebbe contenuto in documenti interni all’azienda, in cui si parla di uno stop alla produzione tra febbraio e marzo.
Dopo che la notizia si è diffusa il titolo ha perso il 28%. CNBC ha riferito che alcuni dirigenti avrebbero venduto le proprie azioni per un valore complessivo di mezzo miliardo di dollari nel tentativo di limitare le proprie perdite. La situazione ha richiesto un intervento diretto da parte dell’amministratore delegato di Peloton e cofounder, John Foley: «Questa settimana – ha scritto ieri, giovedì 20 gennaio, in un post diretto ai dipendenti comparso sul sito – abbiamo avuto fughe di notizie contenenti informazioni riservate che hanno portato a una raffica di articoli speculativi sulla stampa. Le informazioni che i media hanno ottenuto sono incomplete, fuori contesto e non riflettono la strategia di Peloton. Mi ha rattristato sapere che avete letto queste cose senza la chiarezza e il contesto che meritate». Sempre nel suo intervento ha definito false le informazioni sullo stop alla produzione e ha aggiunto: «Siamo soddisfatti di aver ridimensionato la nostra produzione e, con l’evoluzione verso curve di domanda più stagionali, stiamo reimpostando i nostri livelli di produzione per una crescita sostenibile».
Senz’altro Peloton ha beneficiato della situazione pandemica nel 2020, trovandosi in una posizione di vantaggio competitivo. Secondo l’ad il connected fitness è qui per restare e non è di certo improbabile che le palestre domestiche abbiano ancora margine di crescita con macchinari e dispositivi collegati. Va detto, d’altra parte, che la concorrenza non è rimasta ferma e i prezzi non bassi dei prodotti Peloton possono aver ridotto la fetta di mercato. Già nel 2021 eravamo tornati a occuparci dell’azienda, parlando del pessimo periodo che stava vivendo: malfunzionamenti dei macchinari, infortuni e addirittura un bambino che aveva perso la vita avevano spinto Peloton a suggerire l’immediata sospensione di utilizzo di due modelli dei suoi tapis roulant.
Peloton ha subìto anche le critiche in merito al trattamento dei dati dei clienti. Di fronte ad apparecchi connessi diversi esperti hanno fatto notare che, con alcuni accorgimenti, era possibile ottenere informazioni personali esposte senza un’adeguata protezione da parte dell’azienda. Fondata dieci anni fa, la startup era arrivata a valere oltre 4 miliardi di dollari nel 2018.
Il titolo di Peloton è in calo da mesi e a colpirne il valore è stato anche la scena di un film. Sex and the City, And just like that…, sequel di una delle serie più famose, avrebbe fatto perdere al titolo l’11%. Nel dicembre 2021, infatti, il primo episodio ha messo i fan della serie di fronte a una circostanza scioccante. Attenzione: da questo punto in poi ci sono spoiler. In una scena del primo episodio Mr. Big, il marito di Carrie Bradshaw, muore a seguito di un infarto mentre si sta allenando su un macchinario Peloton. L’azienda ha subito coinvolto lo stesso attore, Chris Noth, in una pubblicità in cui emerge quanto non sia stata l’attività fisica ad aver ucciso Mr.Big, quando il suo stile di vita.