Il ministro Thanakamanusorn accusa Meta di non aver provveduto alla chiusura di una serie di pagine pubblicitarie ritenute truffaldine
Pagine false e truffe: sono queste le accuse mosse dal ministro dell’Economia e della Società Digitale thailandese, Chaiwut Thanakamanusorn, nei confronti di una serie di profili attivi su Facebook non ancora rimossi dalla piattaforma dopo numerosi solleciti. Thanakamanusorn ha dichiarato di volere procedere per vie legali contro Meta per aver permesso la truffa nei confronti di più di 200mila utenti tramite la pubblicazione di una serie di false pubblicità. «Se Facebook continuerà a mantenere attive le pagine segnalate, chiederemo al tribunale di chiudere la piattaforma in Thailandia, non permettendogli più di fornire servizi in questo Paese», ha dichiarato il ministro in un’intervista rilasciata al media Reuters.
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L’aut-aut contro Facebook
Nello specifico, le accuse mosse dal ministero riguardano, a detta di Thanakamanusorn, una serie di truffe perpetrate sulla piattaforma di Zuckerberg che avrebbero indotto alcuni utenti a investire in società farlocche, anche tramite la falsificazione della pagine web di alcuni enti governativi come la Securities and Exchange Commission, e nel commercio di valute digitali. Qualora gli intenti del ministro venissero presi alla lettera, le conseguenze potrebbero essere importanti per la seconda economia più grande del sud-est asiatico. Thanakamanusorn ha affermato di aver presentato ripetute richieste di rimozione a Facebook delle pubblicità identificate come truffe, ma di non essere mai riuscito a risolvere il problema. E dopo i numerosi solleciti, la Thailandia parrebbe prepararsi a un aut-aut. «Se si riscontrassero molti illeciti, il tribunale potrebbe procedere con l’eliminazione di una serie di pagine e account. Oppure, potrebbe optare per la chiusura dell’intera piattaforma», ha affermato il portavoce del ministero, Wetang Phuangsup. Al momento, Meta non si è ancora pronunciata sulla questione.