«Julian è libero». Stella Assange, la moglie del fondatore di WikiLeaks, ha comunicato e festeggiato su X la notizia che riguarda uno dei personaggi pubblici più noti e controversi degli ultimi anni. Julian Assange, 52 anni, ha patteggiato con la giustizia USA, accettando di dichiararsi colpevole di aver prima ricevuto e poi diffuso materiali sensibili per la sicurezza degli Stati Uniti. Così facendo è riuscito a ottenere il rilascio dal carcere inglese di Belmarsh dove era detenuto dal 2019. Il suo caso va avanti in realtà da più di dieci anni.
Secondo il Guardian l’aereo su cui dovrebbe trovarsi Julian Assange è atterrato in Thailandia in questi minuti. Come si apprende dalla stampa, il giornalista e informatico è in arrivo in Australia, suo Paese natale. Sarà giudicato da un tribunale federale di Saipan, nelle isola Marianne Settentrionali, ma la sua probabile condanna a cinque anni di carcere è già stata scontata. Per anni Assange ha rischiato una pena di 175 anni di detenzione a causa della violazione dell’Espionage Act americano.
«Nessuno dovrebbe giudicare Julian per aver accettato un accordo per uscire da lì e tornare a casa. Il suo stato di salute è fragile», ha detto il deputato australiano del Labour Party Julian Hill. Negli ultimi anni il caso di Assange ha continuato a polarizzare l’opinione pubblica globale, tra colpevolisti e innocentisti. Da una parte chi ha accusato il giornalista di aver messo in pericolo la sicurezza nazionale, dall’altra chi lo ha eletto paladino della libertà di stampa.
Il caso Assange in breve
Nel 2010 WikiLeaks, la piattaforma che Assange aveva fondato nel 2006 con l’obiettivo di favorire la libera circolazione delle informazioni, ha iniziato a pubblicare video e materiali classificati che hanno svelato, tra le tante cose, filmati di attacchi americani in Iraq e in Afghanistan. Tra i più scioccanti, quelli indiscriminati contro i civili.
Per anni si è rifugiato a Londra nell’ambasciata dell’Ecuador, dovendo affrontare anche l’accusa di molestie e stupro da parte di due donne svedesi. Il caso è stato poi archiviato nel 2019, anno in cui è stato arrestato. A pochi mesi dalle elezioni negli USA, si chiude così una storia che ha tenuto impegnati tre presidenti (Obama, Trump e Biden).