A bordo carico scientifico, ma anche “resti” umani che riposeranno sul nostro satellite naturale
Nelle scorse ore da Cape Canaveral, in Florida, è stato effettuato il primo lancio del razzo Vulcan della United Launch Alliance con a bordo Peregrine, il lander dell’azienda privata Astrobotic, con sede a Pittsburgh. Si tratta di un veicolo spaziale che atterrerà sulla Luna dove una tecnologia simile targata USA manca dai tempi della missione Apollo 17, nel 1972. Il progetto Peregrine Mission One è parte dell’iniziativa CLPS (Commercial Lunar Payload Services) della NASA e rappresenta un’evoluzione nella collaborazione tra il settore pubblico e privato nella space economy. Bisognerà attendere febbraio per vedere il lander Peregrine sulla superficie lunare.
Mentre scriviamo, Astrobotic ha pubblicato un post su X in cui l’azienda parla di una anomalia rispetto al sun-pointing orientation del lander, separatosi con successo dal razzo. Il team sta cercando di porvi rimedio. Nell’attesa di capire l’entità del problema, è comunque importante ribadire che da decenni la space economy si è aperta ai privati. Hanno cominciato SpaceX e Blue Origin a inizio millennio e sono seguite altre scaleup e startup (anche in Italia). Astrobotic ha ricevuto un finanziamento da 108 milioni di dollari dalla NASA per il lander Peregrine. Come si legge su Space.com l’azienda trasporta differenti carichi della NASA che serviranno a studiare e analizzare l’ambiente lunare, anche in vista del ritorno dell’uomo sul nostro satellite naturale con il Progetto Artemis. Ma c’è anche altro: un carico affidato al lander proviene dalla società Celestis, che ha deciso di spedire sulla Luna 66 DNA di persone decedute, i cui resti riposeranno lassù. Una scelta che ha sollevato non pochi dubbi dell’opinione pubblica a cominciare dai Navajo, una tribù indigena, che considera la Luna un’entità sacra.