Una foto andata virale ci permette di ragionare sulla divisione di SpaceX che vuole portare internet in tutto il mondo
Semplicemente perché possono fungere da comoda seduta riscaldata nei giorni più freddi. La risposta alla domanda posta nel titolo non è dunque nulla di sensazionale, ma come spesso accade con qualsiasi video e foto che abbiano a che fare con teneri gattini la situazione è salita a un altro livello. Il 31 dicembre 2021 un utente che possiede una parabola di Starlink (poi ci torniamo per spiegarvi il tutto) ha immortalato una scena irresistibile pubblicandola in un post su Twitter. «Starlink funziona benissimo finché i gatti non scoprono che la parabola emette calore nei giorni freddi». Nell’immagine si vede un simpatico gruppetto di felini che, come al solito, si guardano attorno disinteressati, non curanti del disagio che stanno provocando. Non serve aggiungere che il post è diventato virale.
Come si legge su Gizmodo, la funzione Snow Melt Mode della parabole Starlink è stata introdotta nel 2020 e serve proprio a sciogliere la neve che potrebbe accumularsi sulla parabola, inibendone il segnale. Si parla di internet, nel caso non foste aggiornati su una delle tante iniziative imprenditoriali di Elon Musk. Tra le sue diverse attività (da Tesla a Neuralink), l’imprenditore sudafricano si è dedicato anche a un’importante missione del nostro tempo: portare internet veloce a più persone possibili in tutto il mondo, dunque anche nei luoghi dove sono assenti le infrastrutture di base per la rete. Come? Grazie a uno sciame di satalliti Starlink che dovrebbero consentire agli utenti di connettersi facilmente.
La sfida è ambiziosa e ovviamente Elon Musk non è il solo a voler portare internet, per esempio, in Africa. Sviluppato a cominciare dal 2015, Starlink è partito con i lanci programmati di satelliti nel 2018. Come spiega la stampa specializzata, l’iniziativa ha goduto di finanziamenti pubblici per oltre 885 milioni di dollari negli Stati Uniti. A gennaio 2021 il progetto ha raggiunto i mille satelliti in orbita, ma al momento siamo ancora in una fase beta e dunque sono davvero pochi gli utenti (si legge di 10mila tester in giro per il mondo) che hanno già potuto toccare con mano benefici (e problemi) della tecnologia.
Se siete interessati alla questione vi suggeriamo la video recensione pubblicata dallo YouTuber Jakidale. L’obiettivo della divisione di SpaceX – stiamo parlando sempre di Starlink – è quello di vendere connessione internet a banda larga alle persone, soprattutto nelle zone rurali e più remote nel mondo dove, a seconda della situazione, l’accesso a internet può fare la differenza. “Grazie all’uso di satelliti avanzati posti in orbita bassa – si legge sul sito ufficiale – Starlink consente chiamate video, gaming online, streaming e altre attività a elevato consumo di dati che in passato non erano possibili con i servizi Internet via satellite. Gli utenti possono aspettarsi di rilevare velocità di connessione tra 100 Mb/s e 200 Mb/s e latenza a partire da 20ms nella maggior parte delle località”.
Ancora presto per determinare il successo di Starlink. Se è vero che il progetto potrebbe comportare passi avanti per tutte quelle persone che oggi ancora non hanno accesso a internet, resta una questione legata alla sostenibilità: quando ci si occuperà dell’inquinamento nello spazio? Con decine di migliaia di satelliti che orbitano attorno al pianeta aumenta anche l’inquinamento luminoso (i satelliti si vedono a occhio nudo); in più c’è anche un tema di sicurezza: la NASA l’ha identificata come la sindrome di Kessler, dal nome del consulente dell’agenzia che nel 1978 prefigurò uno scenario allarmante. Se ne parla dunque da decenni: con un simile sovraffollamento di satelliti il cigno nero (ovvero l’evento che non succede, ma se succede…) consisterebbe in incidenti multipli tra questi dispositivi con ripercussioni non soltanto alle comunicazioni sulla Terra, ma anche implicazioni gravi per le missioni spaziali.