Non sorprende che la società di Sam Altman voglia aggredire il mercato mobile
Al momento l’app di ChatGPT sull’App Store è disponibile soltanto per gli utenti negli Stati Uniti, ma la notizia di OpenAI che sceglie di atterrare anche su iPhone è notevole e suggerisce le prossime mosse della società di Sam Altman, divenuta famosa in tutto il mondo a fine 2022 con il lancio dell’intelligenza artificiale di ChatGPT. L’applicazione è arricchita da un altro software di OpenAI, Whisper, che consente agli utenti di dialogare con il chatbot attraverso input vocali.
Sono mesi di grande fermento tra le Big Tech. Subito dopo la pubblicazione di ChatGPT e la scelta di Microsoft di tornare a investire in OpenAI (lo aveva già fatto nel 2019: 1 miliardo di dollari) con 10 miliardi sul piatto, i competitor hanno preso le contromisure. La settimana scorsa durante la Google I/O, la conferenza annuale dedicata agli sviluppatori, la società di Sundar Pichai ha svelato Bard, il chatbot per sfidare ChatGPT. Disponibile in 180 paesi (ma per ora non in Italia), è da alcuni esperti giudicato più performante di ChatGPT.
Non sorprende che OpenAI abbia comunque optato per aggredire anche il mercato mobile. Nel frattempo Sam Altman ha fatto di recente parlare di sì per aver espresso durante un’audizione al Senato USA tutte le proprie preoccupazioni in merito ai rischi dell’intelligenza artificiale. A livello globale i timori non mancano: lo stesso Biden ha convocato di recente i giganti del settore alla Casa Bianca per discuterne.
L’AI resta comunque difficile da regolamentare: l’innovazione, accade sempre così, anticipa di molto leggi e norme. A marzo oltre un centinaio di profili, tra cui anche il Ceo di Tesla Elon Musk, hanno sottoscritto un appello pubblico per chiedere una moratoria di almeno sei mesi e bloccare così lo sviluppo di qualsiasi intelligenza artificiale, dando tempo ai governi e alla politica di studiare il fenomeno e prendere decisioni in merito.