Pragya Misra, ex di Meta, è la prima dipendente che OpenAI ha deciso di assumere in India. In qualità di responsabile delle relazioni pubbliche, assume il compito di interfacciarsi con le autorità del Paese più popoloso al mondo (1 miliardo e 417 milioni di persone), iniziando il proprio lavoro peraltro nelle settimane in cui sono in corso le elezioni.
Come si legge su Bloomberg, in India la società americana punta come tante altre Big Tech a svolgere attività di lobbying per far sì che regole e leggi siano favorevoli allo sviluppo del business. Nel subcontinente sono state molte le proteste nei confronti delle società americane – come Amazon criticata dai piccoli esercenti. L’azienda guidata da Sam Altman – e in cui Microsoft ha investito oltre 10 miliardi di dollari – è interessata al mercato indiano per le sue dimensioni e opportunità.
In India OpenAI arriva in ritardo?
In Meta Pragya Misra ha guidato la campagna contro la disinformazione su WhatsApp, mentre prima di essere assunta da OpenAI si è occupata di relazioni pubbliche per l’azienda svedese Truecaller. In India la tech company americana deve fare i conti con i piani di Google, che sta allenando un’AI specifica per il Paese, in grado di destreggiarsi tra 100 idiomi locali.
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Narendra Modi, il primo ministro indiano, ha incontrato di persona Sam Altman. Sul tema regole, il Ceo è stato fin da subito proattivo: a partire dai primi mesi del 2023, quando ChatGPT iniziava a farsi conoscere in tutto il mondo, ha dato il via a un tour globale per incontrare capi di Stato, primi ministri e rappresentanti delle istituzioni, chiedendo l’approvazione urgente di regole. L’UE nel 2024 ha approvato l’AI Act, il primo testo globale che affronta la questione.