Doppio aggiornamento per gli smartphone OnePlus. Che fanno un passo in più verso il lusso da ammiraglia, con un marchio che ha fatto la storia della fotografia
I tempi sono maturi per dichiarare sdoganata la definizione di ultra-phone: più che uno smartphone, il top-di-gamma delle offerte dei vari produttori mobile incorpora il meglio-del-meglio di quanto ciascun marchio può offrire. Così, dopo aver visto gli ultra-phone di Xiaomi, Samsung e pure quelli di Oppo, è arrivato il turno di OnePlus: che anticipa un po’ i tempi rispetto al solito, ma che quest’anno lascia davvero poco da commentare rispetto allo smartphone che propone ai suoi affezionatissimi utenti. Il nuovo OnePlus 9, in particolare la versione Pro, si candida a diventare uno dei migliori smartphone fotografici in circolazione: merito anche dell’accordo, anticipato dalla stessa azienda sui social, con lo storico marchio scandinavo Hasselblad. Che da solo non basta certo a decretare la qualità di un progetto, che tuttavia dalla sua ha ormai qualche anno di risultati alle spalle.
La vecchia OnePlus non c’è più
Nel 2020 abbiamo assistito in un certo senso alla rinascita del marchio OnePlus: si può discutere a lungo, e tra gli addetti ai lavori questi discorsi sono all’ordine del giorno, se quella che ci troviamo a raccontare oggi sia la stessa OnePlus che anni addietro lanciava il cosiddetto “flagship-killer”, ma sarebbe probabilmente poco produttivo immaginare che un marchio e il suo modello di business non si evolvano nel tempo. OnePlus è cambiata, non senza anche qualche frizione interna, e oggi fa qualcosa di più che lanciare uno smartphone all’anno: ne ha lanciati addirittura 3 nella fascia alta del mercato nel 2020, più la nuova linea Nord che si è spinta in un territorio che da un bel po’ non veniva battuto dall’azienda cinese.
Ecco quindi che con l’annuncio del OnePlus 9 si va a rafforzare e ribadire questo nuovo corso: sono smartphone “ultra-premium” dice l’azienda nel comunicato che annuncia questi nuovi prodotti, e non è difficile crederci guardandoli. Le immagini che hanno fatto il giro dei social in queste settimane mostrano una qualità del design davvero notevole, e prendendo in mano i dispositivi non si può che constatare che il lavoro svolto da OnePlus non è stato svolto solo su Photoshop. OnePlus 9 Pro (e il 9 liscio, ovviamente) è un ultra-phone realizzato con maestria superiore a quanto visto già sul buon OnePlus 8: la colorazione argento che sfuma da lucido a opaco, senza trattenere le impronte, è frutto di un lavoro enorme di miglioramento del processo produttivo per proporre qualcosa di realmente inedito al pubblico e giustificare quindi un prezzo premium a fronte di un prodotto premium.
La qualità costruttiva è irrinunciabile, ormai, anche per OnePlus: fianchi sottili per questi smartphone, con il Pro che sfoggia vetro (poco) curvo avanti e dietro, mentre il OnePlus 9 opta per un display piatto. Addirittura sul modello Pro troviamo la certificazione IP68, segno che persino OnePlus si è piegata in questo alle richieste dei consumatori. Le fotocamere sporgono il giusto dietro, non troppo tutto sommato (peccato solo si sia perso il tratto distintivo della simmetria centrale, che era un bel marchio di fabbrica), e si è fatta molta attenzione anche a bilanciare lo smartphone in termini di distribuzione del peso (appena sotto i 200g) per consentire di gestire facilmente la diagonale da ben 6,7 pollici del Pro e la più compatta (di poco) da 6,55 pollici e 190 grammi del OnePlus 9. Non scompare, per fortuna, il cursore laterale per passare cambiare suoneria-vibrazione-silenzioso con un tocco.
Benvenuta Hasselblad
Altro aspetto realmente distintivo è la scelta di legarsi, come molti prima di lei, a un marchio celebre della fotografia per segnare un passo in avanti su questo fronte: l’accordo con Hasselblad durerà un minimo di 3 anni, hanno fatto sapere da OnePlus, è partito dal software in questo modello e si allargherà gradualmente fino all’hardware al progredire del sodalizio. Ciò significa che oggi il nuovo sensore IMX789, per ora una esclusiva concessa da Sony a OnePlus, gode dell’ottimizzazione per quanto attiene l’elaborazione dei segnali e soprattutto del bilanciamento dei colori in collaborazione con i tecnici dell’azienda svedese: in futuro si farà ancora di più, promettono dai vertici, e ci sarà ancora di più da vedere che una semplice nuova interfaccia dell’app fotocamera colorata di arancio Hasselblad.
L’IMX789 è davvero un bel sensore sulla carta: doppio ISO nativo (per ridurre il rumore di fondo negli scatti con poca luce), in grado di catturare immagini RAW a 12bit, diagonale generosa da 1/1,4 pollici (sempre parlando di smartphone ovviamente) e funzioni avanzate di HDR che combinano assieme diversi scatti per rendere al meglio anche le scene con ampia gamma dinamica (quelle che incorporano sezioni molto luminose in aree più scure). L’obiettivo dichiarato è quello di far fare alla fotografia su smartphone un passo in più verso il realismo: fedeltà ai colori reali, fedeltà all’esperienza fotografica che si potrebbe ottenere su una medio-formato (ovviamente in termini di gestione dell’interfaccia, non di certo di performance assolute), anche grazie all’adozione di sensori che già oggi grazie al nuovo Sony sono in grado di catturare fino a 4 volte più informazioni per pixel di quanto si faceva in passato.
Paradossale, in un certo senso, poi la scelta di adottare l’altrettanto buon IMX766 sull’ultrawide: il risultato è che il sensore principale conta 48 megapixel (12 effettivi dopo il pixel-binning), mentre l’altro arriva a 50 (sempre da dividere per 4 per la stessa ragione), ma si tratta di un valore di cui tenere conto solo fino a un certo punto. La cosa più importante è l’adozione di lenti di nuova generazione, come quelle che monta anche Oppo, che riducono o azzerano le distorsioni ai bordi dell’immagine: il risultato sono scatti privi di quell’effetto bombato cui ci siamo quasi abituati, ma che in certi contesti (soprattutto video) poteva dare fastidio. E poi gira video fino a 120fps a 4K di risoluzione, roba da fotocamera professionale per videomaker.
Di nuovo, come abbiamo visto sul Find X3 anche OnePlus sceglie di trascurare un po’ il comparto zoom: c’è “solo” un sensore 8 megapixel per un ingrandimento di 3,3x volte rispetto alla focale base ma con un comodo stabilizzatore (ottico) dell’immagine che lo rende utilizzabile in più ambiti. Infine c’è la fotocamera monocromatica (bianco e nero) che serve ad arricchire di informazioni i dati già raccolti dalla camera principale: da OnePlus fanno sapere che niente raggi-x quest’anno, peccato!, ma ci saranno funzioni software sfiziose come il tilt-shift o il time-lapse in movimento che soddisferanno i patiti delle foto su smartphone.
Stessa fotocamera frontale, quella dei selfie, per entrambi i dispositivi: sensore Sony IMX471 da 16 megapixel, con prestazioni adeguate ma qui non si toccano i picchi del posteriore. Sul posteriore del OnePlus 9, infine, troviamo uno schema familiare: la camera principale è dotata di sensore IMX689 da 48 megapixel, la ultrawide è di nuovo l’IMX766 (come il fratello maggiore) e infine c’è la camera b&w. Per certi aspetti è lo schema del OnePlus 8 Pro, ma riveduto e corretto (in meglio), e sulla carta pare decisamente appetibile.
Potenza da vendere (e da vedere)
A questo sfoggio di qualità bisogna per forza di cose abbinare un resto della scheda tecnica all’altezza: e allora ecco che lo Snapdragon 888 di Qualcomm si fa vedere assieme al suo modem 5G integrato (l’X60), alla RAM LPDDR5 e allo storage UFS 3.1 che debbono garantire reattività e prestanza in ogni situazione. Anche su questo pone e vuole porre l’accento OnePlus: sulle qualità velocistiche del OnePlus 9 che fanno il paio con l’OxygenOS 11 di casa che ormai è senza dubbio tra le 3 o 4 interfacce più raffinate in circolazione (assieme senz’altro alla OneUI di Samsung e, sebbene giochi un altro campionato, quella di iOS). Attenzione è stata posta all’ottimizzazione anche per i gamer, anche se pare curioso immaginare che un gamer scelga questo terminale raffinato per le sue performance (ma non si sa mai), grazie a modalità gioco perfezionate rispetto al passato per garantire rendimenti costanti.
Altro aspetto fondante dell’esperienza OnePlus, soprattutto dallo scorso anno, è il display: su entrambi i terminali troviamo un AMOLED, ma proprio come nel 2020 il Pro offre decisamente qualcosa di più grazie a un pannello LTPO con risoluzione QHD+ (3216×1440) che vanta pure un refresh rate dinamico da 1Hz fino a 120Hz e pieno supporto a profondità di colore a 10 bit. Se vi state chiedendo cosa significa, beh, diciamo che la tecnologia impiegata permette di offrire colori brillanti consumando meno energia, e in più OnePlus ci mette del suo facendo tarare i display per raggiungere un livello di fedeltà cromatica superiore a quella percepibile dall’occhio umano. Non che lo schermo del OnePlus 9 sia da buttare via, rispetto al 2020 guadagna anch’esso i 120Hz di refresh: ma non ha lo stesso sistema di lettura del touch da 360Hz (lo chiamano Hyper Touch) che rende impercettibile il tempo che passa tra il tocco e la reazione del software sul Pro, e la risoluzione è FHD+ (2400×1080).
Tutti questi pixel, queste fotocamere, queste bande supportate per 4G e 5G, impongono un tributo pesante in termini di energia consumata. Ecco dunque che OnePlus si spinge ancora oltre e arriva a proporre una versione riveduta del software di caricamento della doppia batteria interna, battezzato Warp Charge 65T, che in 29 minuti riempie la batteria da 4.500mAh per intero (in 15 minuti, dicono, si mette assieme abbastanza energia da andare avanti una giornata): è forse un primato, è di sicuro un valore notevole e la buona notizia è che lo troviamo a bordo sia del 9 Pro che del 9. Se però acquistate il Pro, sappiate che OnePlus ha in serbo una chicca: un caricabatterie wireless da 50W (usatelo con l’alimentatore fornito nella scatola del OnePlus 9 Pro), che in 40 minuti abbondanti riporta la carica da 0 a 100%.
Pensare che altri flagship arrivano a 20 o 25W via cavo, qui si raddoppia quella potenza: con l’auspicio, ma fin qui non c’è stato motivo di dubitarne, che i tecnici abbiano fatto bene il proprio lavoro e che la ricarica non sia troppo stressante per gli accumulatori (OnePlus fa comunque sapere che si può disabilitare questa iper-velocità via software).
Cosa altro aggiungere? Magari un wearable
Finalmente OnePlus decide di aggiungere alla propria offerta un dispositivo indossabile che non siano un paio di cuffie: tocca quindi a OnePlus Watch fare il suo debutto oggi, con la sua cassa rotonda e finiture che nei modelli premium adottano pure il tanto di moda acciaio chirurgico per offrire quella sensazione premium che ci piace tanto portare al polso.
Diametro 46mm, un bel pataccone da uomo per ora, con display da un pollice e mezzo (AMOLED) che consuma il giusto anche grazie alla scelta di non montare WearOS di Google, così da raggiungere un paio di settimane lontano dalla presa. Pazzesca l’edizione limitata Cobalt che monta, appunto, cassa in acciaio al cobalto e vetro zaffiro: se riuscirete a graffiarlo, significa che vi ci sarete messi davvero d’impegno.
OnePlus non scende troppo nel dettaglio della scheda tecnica: sappiamo che monta una batteria interna da 402mAh, che è pensato per un pubblico attivo grazie a più di 110 tipi di allenamento inseriti in memoria, che ha a bordo 2GB di memoria da sfruttare per caricarci musica (altri 2 sono usati dal software di bordo, per un totale di 4GB), e in più è certificato IP68 e resiste fino a 5 atmosfere. Non sappiamo ancora quando arriverà il OnePlus Watch da noi, ma arriverà: costerà 159 euro nel modello base, in linea con la concorrenza.
Quanto costano i nuovi OnePlus 9 e quando arrivano
Buone notizie se volete un nuovo smartphone, e lo volete OnePlus. I nuovi modelli arrivano già oggi in pre-ordine sul sito ufficiale e su Amazon, con vendite (e quindi presumibilmente consegne) fissate dal 31 marzo in avanti. Non c’è davvero molto da attendere quindi: una buona abitudine quella che stanno prendendo molti marchi da un anno a questa parte.
Prezzi. Beh qui arrivano un po’ di dolenti note per chi ha puntato il Pro: chi vuole il meglio del meglio potrà scegliere tra le colorazioni Morning Mist, Pine Green e Stellar Black con prezzo che parte da 919 euro per la versione 8+128GB e sale a 999 euro per la 12+256GB (20 euro in meno dello scorso anno). A questa cifra non potete non unire poi il nuovo Warp Charge 50 Wireless, il caricabatterie senza fili delle meraviglie, che vi costerà altri 69,95 euro (ma che potete usare anche con altri smarpthone volendo). Più abordabile il OnePlus 9: il cangiante Winter Mist, Arctic Sky e Astral Black saranno in venditaa 719 euro per 8+128GB, e 819 euro per 12+256GB (prezzi assolutamente in linea col 2020). Ricordate che non si può espandere la memoria di bordo, quindi nel dubbio magari optate per lo storage maggiorato.
Nel 2020 erano tanti soldi rispetto alle origini di OnePlus, lo sono anche nel 2021: dalla sua OnePlus ha la serie Nord che ha costruito un’offerta di fascia media e medio-bassa per il marchio, fattore da non sottovalutare, e nel complesso il OnePlus 9 non ha un prezzo proibitivo. Se però volete l’ultra-phone, allora preparatevi a sborsare: metteremo alla prova presto, molto presto, il OnePlus 9 Pro per capire se sia all’altezza delle premesse. Se ci ha insegnato qualcosa il 2020, comunque, è che OnePlus sa realizzare smartphone di ottima qualità e con un supporto duraturo che ne perfeziona il funzionamento nel corso della vita commerciale del prodotto (2 anni + 1 per le patch di sicurezza): diamo credito a questa esperienza, quest’anno c’è pure Hasselblad nel pacchetto, vediamo cosa hanno cucinato per noi in questo 2021.