Era la fine del marzo 2014 quando il Gruppo Facebook – il rebranding in Meta sarebbe arrivato nel 2021 – annunciò l’acquisizione di Oculus, startup innovativa che stava sviluppando un visore per la realtà virtuale. Il valore dell’operazione sfiorò i 2 miliardi di dollari (per Instagram, nel 2012, la società spese 1 miliardo). In un articolo pubblicato su TechCrunch proprio per tirare le somme in occasione del decennale, viene sottolineato il fatto che i piani per rivoluzionare il settore tecnologico con headset dedicati a VR e AR sono in buona parte falliti. Perfino all’annuncio del metaverso in piena pandemia non sono seguiti passi avanti particolarmente innovativi.
Tra il 2020 e il 2024 la divisione metaverso di Meta ha perso 42 miliardi di dollari. Il Ceo Mark Zuckerberg continua però a sostenere la potenzialità dei visori, tanto che di recente ha pubblicato una videorecensione dell’Apple Vision Pro (il prodotto competitor dei Quest), spiegando ai propri utenti perché – secondo lui – il dispositivo Meta è migliore sotto tutti i fronti.
La storia in breve di Oculus
Fondata nel 2012 da Palmer Luckey, in uno dei tantissimi garage californiani dove hanno preso forma molte idee valutate oggi miliardi, Oculus partì sviluppando il prototipo del visore Rift. A decretarne il successo (mediatico) fu la campagna di crowdfunding lanciata su Kickstarter conclusasi con la raccolta di 2,4 milioni di dollari.
Due anni dopo Oculus sarebbe stata acquisita da Meta. «Il mobile è la piattaforma di oggi e ora ci stiamo preparando anche per le piattaforme di domani – dichiarò dieci anni fa Mark Zuckerberg – Oculus ha la possibilità di creare la piattaforma più sociale di sempre e di cambiare il modo in cui lavoriamo, giochiamo e comunichiamo».
Oculus come brand non esiste più: è stato sostituito da Quest. La divisione VR resta centrale nella visione a lungo termine di Meta, che nel frattempo è impegnata su molti fronti, con il core business sui social e le prospettive sull’intelligenza artificiale (pare open source). Nel 2023 la multinazionale ha registrato 134 miliardi di dollari di entrate e un utile netto da quasi 40 miliardi di dollari.