Northvolt Ett Expansion AB, controllata dell’omonima società svedese attiva nel settore delle batterie e della mobilità elettrica, ha depositato istanza di fallimento. Peggiora ulteriormente la situazione per l’ex promessa europea, fino allo scorso anno candidata a diventare il soggetto che avrebbe permesso al Vecchio continente di poter giocare un ruolo in un’industria finora tutta in mano cinese.
Cosa sta succedendo a Northvolt?
Come abbiamo scritto sul magazine, a settembre la società – che ha diversi impianti in Europa, il più grande dei quali a Skellefteå, in Svezia – ha annunciato licenziamenti che colpiranno complessivamente 1600 persone. La società era già stata costretta a rinunciare al piano per assemblare catodi. Si è poi aggiunto il peggioramento delle condizioni di mercato: le auto elettriche non piacciono così tanto e, quando piacciono, spesso sono made in China.
In questa situazione Northvolt Ett Expansion AB operava come controllata della casa madre, con il compito di triplicare la capacità produttiva della Gigafactory svedese. «L’espansione di Northvolt Ett è stata interrotta e ulteriori investimenti avrebbero messo a rischio la base finanziaria di Northvolt», ha commentato il gruppo tramite un portavoce.
Batterie elettriche: la geopolitica delle auto green. Chi domina e chi insegue?
Non è un segreto che la Cina abbia costruito negli anni la propria leadership nel settore, grazie anche a cospicui aiuti di Stato. La quota di mercato globale per quanto riguarda le batterie è saldamente in mano al colosso Catl (37%), stando al rapporto mensile di SNE Research che ha fotografato la situazione da gennaio ad agosto 2024.
In seconda posizione c’è Byd, un’altra realtà cinese, che ha registrato una crescita della domanda di batterie del 25,6% anno su anno; completa il podio la sudcoreana LG Energy Solution, cresciuta di un più modesto 2,5% in termini di aumento della domanda.
Se Catl ha una quota di mercato del 37%, Byd insegue da lontano (16,4%). L’Europa che tanto sta investendo – a parole – sulla transizione verso l’elettrico è platealmente fuori gioco se si tratta di batterie. La dipendenza dalla Cina complica non poco i piani di autosufficienza tecnologica.