Proseguono i test di Neuralink. La società di Elon Musk ha impiantato il proprio chip nel cervello di un secondo paziente, la cui identità al momento è ancora sconosciuta. Nei mesi scorsi l’azienda ha fatto il suo primo test su un essere umano, coinvolgendo Noland Arbaugh, un uomo diventato tetraplegico a seguito di un incidente durante un’immersione nel 2016. Musk ha dato la notizia del secondo test nel podcast fiume di Lex Fridman (oltre 8 ore di durata): la persona in questione ha una lesione al midollo spinale e il Ceo di Tesla, come ha riassunto il Guardian, ha dichiarato che 400 degli elettrodi dell’impianto nel suo cervello funzionano.
Gli obiettivi di Neuralink
Stando a quanto dichiarato da Musk l’azienda dovrebbe impiantare il chip nel cervello di otto pazienti, così da chiudere il 2024 con dieci persone che utilizzano la sua tecnologia. L’obiettivo principale della società è risolvere alcune disabilità dovute a problemi neurologici. Per quanto riguarda il secondo paziente Musk ha detto che la situazione sta procedendo bene.
Grazie al chip, Noland Arbaugh è riuscito a navigare su internet e a giocare a scacchi online usando soltanto la forza del pensiero. Anni fa la società aveva dimostrato l’efficacia della propria tecnologia mostrando un macaco mentre giocava al videogioco Pong. In futuro i progetti dell’imprenditore sudafricano potrebbero spingerlo a convincere molte più persone a farsi impiantare chip nel proprio cervello. Del resto ha spiegato che all’umanità serve uno strumento per proteggersi dallo strapotere dell’intelligenza artificiale.