La richiesta era di riconoscere a oltre 6mila ex dipendenti di Twitter mezzo milione di dollari come mancata liquidazione. Un giudice ha tuttavia stabilito che Elon Musk non deve loro più alcuna somma. Questa storia è partita alla fine del 2022, quando il Ceo di Tesla ha deciso – dopo mesi e mesi di tira e molla – di acquisire il social dell’uccellino blu per 44 miliardi di dollari. Una delle prime mosse compiute, una volta entrato nel quartier generale di San Francisco, è stata licenziare migliaia di dipendenti. Il suo obiettivo, come ha detto più volte, era salvare la società dalla bancarotta, tagliando il più possibile i costi.
Regarding Twitter’s reduction in force, unfortunately there is no choice when the company is losing over $4M/day.
— Elon Musk (@elonmusk) November 4, 2022
Everyone exited was offered 3 months of severance, which is 50% more than legally required.
In quei giorni Musk ha cercato di motivare la scelta, garantendo a tutte le persone licenziate il pagamento di tre mesi di buonuscita. Come hanno tuttavia lamentato le migliaia di ex dipendenti Twitter, ai sensi del Federal Employee Retirement Income Security Act (ERISA) il Twitter Severance Plan avrebbe dovuto garantire sei mesi di liquidazione.
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Il no da parte del giudice al riconoscimento dei 500 milioni di dollari da parte di Musk è stato motivato con il fatto che il Twitter Severance Plan non è disciplinato dall’ERISA. Per il patron di X la faccenda non è ancora finita, perché sono in corso altre denunce che chiedono somme milionarie. In un’altra causa, l’ex Ceo di Twitter Parag Agrawal e altri tre ex dirigenti stanno tentando di ottenere il pagamento 128 milioni di dollari dopo essere rientrati nei licenziamenti di massa nel 2022.