Elon Musk ha fatto causa a OpenAI e al suo Ceo Sam Altman accusando la società di aver violato gli accordi contrattuali e di aver così abbandonato la propria missione originaria. Ovvero quella di organizzare un laboratorio attivo sull’intelligenza artificiale senza alcuno scopo di lucro. Il patron di Tesla è stato tra i cofondatori insieme allo stesso Altman di OpenAI nel 2015, ma in seguito si è sfilato proprio in contrapposizione con i vertici.
Musk e la storia (finita) con OpenAI
Da quando ha reso disponibile in tutto il mondo ChatGPT nell’autunno 2022, OpenAI è diventata una delle società più note, nonché leader in uno dei settori tech di frontiera. Da anni Musk avverte l’opinione pubblica e i governi sui rischi dello strapotere dell’intelligenza artificiale e infatti nel 2023 ha fondato xAI, startup competitor al lavoro su un’AI che – stando all’imprenditore sudafricano – non censurerebbe e tutelerebbe il free speech.
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Come si legge su TechCrunch Musk sarebbe stato il principale donatore di OpenAI, avendo finanziato le attività della non profit con 44 milioni di dollari tra 2016 e 2020. Il tradimento della missione originaria di OpenAI, secondo Musk, sarebbe stato compiuto avviando la stretta partnership con Microsoft. La Big Tech guidata da Satya Nadella ha investito nell’azienda oltre 10 miliardi di dollari e da alcune settimane è diventata la società più capitalizzata al mondo.
La causa intentata da Musk contro OpenAI e Altman è stata depositata in un tribunale di San Francisco. Nel documento il miliardario sostiene peraltro che l’azienda sarebbe già in possesso della propria AGI, ossia un’intelligenza artificiale più intelligente di qualsiasi altro essere umano. Abituato allo scontro mediatico e social, Musk si è messo in prima linea contro l’utilizzo commerciale dell’AI. Per questo è al lavoro su Neuralink e sui chip per attrezzare l’umanità contro (ignoti) rischi futuri.