«Adoro la musica dal vivo. Ha una capacità di coinvolgimento straordinaria, dà energia ed è imprevedibile. Non si va ad un concerto per sentire solo della musica, ma per creare un legame unico tra pubblico e palco». Così racconta Carlo Massarini, giornalista e fotografo, tra i primi ad aver portato il rock in Rai. Classe 1952, spezzino di nascita e canadese di adozione, andato oltreoceano per seguire il papà diplomatico, Massarini è stato firma di Popster e Rolling Stone e con la rivoluzionaria trasmissione Mister Fantasy è diventato il volto simbolo della rivoluzione musicale in tv. Pioniere delle nuove tecnologie e sperimentatore del rapporto tra video e sonorità, Massarini è stato anche sul palco di Sanremo, affiancando nel 1987 Pippo Baudo e nel 1988 Miguel Bosé e Gabriella Carlucci.
«Dal vivo tutto può succedere. Oggi è cambiato profondamente la maniera di consumare la musica per il pubblico. Certo, c’è in giro una musica leggerissima simpatica da ascoltare e persino da ballare, ma faccio fatica a pensarla innovativa. La canzoncina rimane canzoncina, slegata spesso e volentieri dal contesto. Una musica un po’ senza radici, ma nei cantautori della musica italiana le radici ci sono sempre state», racconta Massarini, da poco in libreria e online con “Vivo dal vivo”, uscito per Rizzoli. «Quello che ho intrapreso è un viaggio per il quale bisogna allacciarsi le cinture di sicurezza perché si passa da mille situazioni diverse. Sono tornato a raccontare la musica, come sempre in maniera molto personale. Nel libro trovate 120 concerti visti e fotografati proprio da me. Un racconto in diretta fatto sera per sera per raccontare le emozioni vissute dal vivo attraverso parole e immagini e interviste ai protagonisti. E poi ci sono i link ai concerti online grazie al QR», dice Massarini. C’è il rock, certo, ma anche blues, jazz, rap e world music.
Sta seguendo Sanremo?
Sì, per curiosità. Diodato, per esempio, lo considero un grande cantautore e di lui ascolterei un album intero. Lo ospitai dieci anni fa a Ghiaccio Bollente e poi l’ho rivisto per una cosa sugli anni ‘70. Lui ha avuto un tempo di crescita che considero giusto. Ma i nuovi artisti dopo poco tempo sono già sbattuti in prima pagina e molti di questi poi inevitabilmente sbroccano perché perdono il senso della misura. Oggi gli esordienti con facilità vanno negli stadi, in passato sarebbe stato impensabile.
E della guida artistica cosa pensa?
Ad Amadeus i discografici dovrebbero fare un monumento perché ha rimesso in circolo i cantanti che riescono a intercettare l’interesse dei pubblici. Amadeus sta facendo il festival dei grandi con quelli che una volta erano i giovani.
Quale musica ascolta?
Di tutto. Quella che ascolto però non la considero di nicchia, ma ha un contenuto denso di significato che fa pensare, che genera riflessioni. Ecco, non corro mai dietro le mode passeggere, ma dietro ciò che è valido.
“Fare musica implica tanto lavoro. Oggi la gavetta è fatta di post sui social. Oggi la gavetta è popolarità”
I suoi innovatori?
Tanti e diversi. La musica è così. È plurale, è varia. Ed è questa la sua forza. Penso a Vasco. Alla fine degli anni 70 ha cambiato il modo di scrivere i testi. Si veniva da un decennio narrativo, lui ha trovato una chiave per raccontare per immagini, quasi per flash. Due frasi e sei dentro le canzoni. E talvolta basta un vocale
“La musica è così. È plurale, è varia. Ed è questa la sua forza. Penso a Vasco. Alla fine degli anni 70 ha cambiato il modo di scrivere i testi”
E poi?
Ci sono gli U2, Prince, Zucchero. I veri artisti sanno portarti in mondi loro, ma se sono bravi per davvero sanno trascendere tempi e luoghi in uno sciamanesimo laico. Però ci deve essere tanto lavoro. Oggi la gavetta è fatta di post sui social. Oggi la gavetta è popolarità.
In fondo per Mister Fantasy cos’è la musica?
Qualcosa di speciale, di unico. Ma la musica è fatta di tanti generi diversi, di tante declinazioni e stili. I veri innovatori nella musica battono sentieri inesplorati. Oppure fanno un gioco postmoderno, una fusione tra musiche differenti, una contaminazione vera. Questo significa aprire porte che altri non hanno ancora aperto. Questo significa scrivere il futuro.