Si chiama Castelion ed è una delle startup americane che fanno parte del verticale defense tech. Come si legge su Reuters, nelle scorse ore l’azienda ha testato con successo il suo primo prototipo di arma ipersonica con il lancio di un missile nel deserto del Mojave, in California. Fondata nel 2022, la società ha raccolto quasi 20 milioni di dollari (dato ripreso da Crunchbase). Il suo obiettivo ricorda quello che una ventina di anni fa ha caratterizzato la missione delle ex startup SpaceX e Blue Origin: portare innovazione cercando il più possibile di abbattere i costi di produzione.
Chi investe nelle startup degli armamenti
Castelion ha tra i suoi investitori il fondo VC Andreessen Horowitz, di cui abbiamo scritto recentemente perché starebbe per chiudere un fund raising da 7 miliardi di dollari per investire anche nell’intelligenza artificiale.
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Nel comparto della Difesa le armi ipersoniche vengono sviluppate da aziende in tutto il mondo per garantire sistemi di attacco in grado di superare le difese nemiche, facendo leva al tempo stesso sulla deterrenza. Se guardiamo le spese militari a livello globale il settore è in crescita: nel 2023 la cifra è di 2mila e 200 miliardi in tutto il mondo (+9% rispetto al 2022, stando ai dati dell’International Institute for Strategic Studies).
E l’Europa che fa sulla Difesa?
Simili cifre dimostrano che si continua a investire in tecnologie in ambito bellico. Con molte guerre in corso nel mondo, diversi Stati non vogliono smettere di armarsi, per fronteggiare eventuali crisi. L’Europa nel frattempo continua a discutere sulla possibilità di operare con un esercito comune, ipotizzando quel che potrebbe accadere nel momento in cui Trump dovesse essere rieletto alla Casa Bianca. L’ex presidente USA è stato infatti critico nei confronti della NATO e di quei Paesi membri che non spendono almeno il 2% del PIL per la Difesa (tra questi compare anche l’Italia).