Un caso di omonimia ha fatto la fortuna di un’azienda finora poco nota. Riusicirà ora a capitalizzare l’attenzione?
Numeri così non li aveva mai visti: 880mila download a livello globale soltanto su iOS. Stiamo parlando di Threads, ma non ci riferiamo all’app clone di Twitter resa disponibile un paio di settimane fa da Meta e che in pochi giorni ha raggiunto i 150 milioni di download. Stiamo parlando invece di Threads, startup che ha il controllo del dominio Threads.com e che ha beneficiato di un’omonimia fortuita, ottenendo così una visibilità senza precedenti sugli store dove in tantissimi – immaginiamo per confusione – l’hanno scaricata convinti di avere sotto mano la piattaforma con cui Mark Zuckerberg ha deciso di sfidare Elon Musk.
In realtà l’altra Threads non ha nulla a che vedere con Twitter. L’azienda si è proposta come un’alternativa a Slack, la popolare app di chat aziendale molto usata anche in Italia. Sul profilo Twitter la società ha messo le mani avanti: “Non siamo associati a Meta, ma puoi comunque restare nei paraggi”. Questa circostanza ha dato l’ispirazione per capitalizzare al massimo l’attenzione globale. Perfino TechCrunch ne ha scritto.
Meta ha il controllo del dominio Threads.net, anche se l’app non ha un sito al momento. I casi di omonimia sono frequenti nel panorama tech e non è la prima volta che un’azienda beneficia di una situazione analoga, godendosi qualche giorno di fama. A interessare è infine un altro dato: come abbiamo ricordato, l’app Threads (di Meta) non è disponibile in Europa dal momento che sono in corso confronti/scontri con l’UE in materia di privacy. Ciononostante in Paesi come Germania, Spagna e Italia l’altra Threads è salita in classifica, divenendo tra le dieci app più scaricate. Ora che però gli utenti hanno scoperto che Threads non è quella Threads sceglieranno comunque di usarla?