Secondo le stime effettuate da Boston Consulting Group, l’intelligenza artificiale può portare al settore pubblico oltre 1.750 miliardi di dollari di produttività all’anno da oggi al 2033 e una generazione di guadagno quantificabile intorno ai 25 miliardi di dollari annui. I risultati emergono dalla ricerca “Generative AI for the Public Sector: From Opportunities to Value“. Una trasformazione possibile attraverso l’attivazione di sei abilitatori cruciali: Leadership, Persone e Competenze, Partnership, Tecnologia, Dati e Politiche e Governance. Ma che cosa ne pensano gli italiani? E i dipendenti delle p.a. sono pronti per questa evoluzione?
Leggi anche: Quanto avvelena i dipendenti il clima tossico in azienda? Troppo. I risultati di un report
L’intelligenza artificiale sostituirà i dipendenti PA?
BCG e Salesforce hanno condotto un’analisi congiunta su 41.600 utenti abituali del web in 48 giurisdizioni nel mondo. Dal report “Gen AI: The Trust Multiplier for Government“, emerge che, sebbene molti cittadini si sentano a proprio agio con l’idea che il governo utilizzi l’AI, sono due le principali fonti di preoccupazione: la velocità di implementazione e sviluppo della stessa AI e il potenziale impatto su posti di lavoro ed economia. Inoltre, più di un terzo dei cittadini intervistati non si fida affatto dell’uso responsabile dell’AI da parte dei governi, a fronte di circa tre intervistati su cinque a livello globale che invece dichiarano di fidarsi.
Quanti cittadini usano l’AI?
Sempre dai risultati che emergono dalla ricerca, in media il 27% degli intervistati utilizza gli strumenti di GenAl almeno una volta alla settimana e il 16% almeno una volta al giorno (43% complessivamente). Le tendenze nell’uso quotidiano variano in modo significativo a seconda dell’area: solo il 4% degli intervistati in Italia utilizza gli strumenti di GenAl almeno una volta al giorno, rispetto al 15% degli Stati Uniti e al 42% del Qatar. Vi è tuttavia un 23% di persone a livello globale a non aver mai usato questi strumenti. Il 74% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto problemi con i servizi digitali della pubblica amministrazione negli ultimi due anni e quasi la stessa percentuale (75%) si aspetta che la qualità dei servizi digitali arrivi ad essere al pari di quella delle migliori aziende del settore privato grazie all’uso dell’AI e della GenAI. Il 40% degli intervistati nel mondo ritiene che i benefici dell’AI nella pubblica amministrazione siano superiori ai rischi, il 31% afferma che sono uguali e il 21% che i rischi sono maggiori.
Quali preoccupazioni suscita l’impiego dell’AI?
Tuttavia, gli intervistati con maggiore conoscenza dell’AI hanno una probabilità doppia di affermare che i benefici superano i rischi rispetto a quelli che conoscono meno la tecnologia e una probabilità doppia rispetto a quelli che non hanno alcuna conoscenza dell’AI. Gli italiani si dicono preoccupati principalmente per la perdita di posti di lavoro (36%) e per le capacità degli individui che usano questi strumenti (30%). Mentre il 63% degli intervistati si sente a proprio agio nell’interagire con l’AI per accedere ai servizi governativi, questa percentuale in Italia è più bassa ma non molto lontana (48%). Nel dettaglio, il 71% a livello globale si sente a proprio agio se il governo utilizza la GenAI per comunicare in più lingue, il 69% se gli agenti del servizio clienti utilizzano strumenti di supporto basato su GenAI e il 67% è d’accordo con l’uso di GenAI per snellire le attività amministrative.