L’evoluzione dell’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il settore bancario, creando nuove opportunità e richiedendo l’adozione di metodologie innovative. Filipe Teixeira, Chief Information Officer di illimity, offre una visione dettagliata su come la banca stia affrontando questa sfida, bilanciando l’innovazione con una gestione attenta dei rischi. Secondo Teixeira «l’AI generativa rappresenta una tecnologia rivoluzionaria che sta cambiando il modo in cui le banche gestiscono i dati e interagiscono con i clienti, rivedendo sia i processi interni che i prodotti destinati ai clienti». A differenza dei tradizionali sistemi di automazione, l’AI generativa offre opportunità più ampie, ma richiede anche nuove strategie di adozione.
Teixeira sottolinea l’importanza di un approccio cauto e flessibile nell’implementazione dell’AI, riconoscendo che si tratta di una tecnologia destinata a evolversi significativamente nei prossimi anni. Questo approccio permette di sfruttare al meglio le potenzialità dell’AI, garantendo al contempo la sicurezza e la conformità normativa. Inoltre, Teixeira evidenzia come l’AI generativa possa essere un catalizzatore per l’innovazione, permettendo alle banche di sviluppare soluzioni personalizzate e predittive che migliorano l’esperienza del cliente. L’integrazione di tecnologie avanzate come il machine learning e il deep learning consente di analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, offrendo insights preziosi per decisioni strategiche.
L’adozione dell’AI nel settore bancario non è solo una questione di tecnologia, ma anche di cultura aziendale. Teixeira enfatizza l’importanza di promuovere una mentalità aperta all’innovazione e alla sperimentazione, incoraggiando i team a esplorare nuove idee e a collaborare in modo interdisciplinare. «Questo spirito pionieristico è fondamentale per affrontare le sfide future e per posizionarsi come leader nel panorama bancario globale».
In sintesi, l’AI generativa non è solo uno strumento tecnologico, ma una leva strategica che può trasformare radicalmente il settore bancario, rendendolo più efficiente, sicuro e orientato al cliente. Con un approccio lungimirante e una solida strategia di implementazione, le banche possono sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia emergente, guidando l’innovazione e creando valore sostenibile per tutti gli stakeholder.
L’AI in una banca: tre pilastri
Per illimity, l’adozione dell’intelligenza artificiale si basa su una strategia articolata in tre punti chiave, che mirano a integrare l’innovazione tecnologica con una gestione responsabile e sicura.
1. Preparazione del personale: illimity riconosce l’importanza di assicurarsi che tutti i dipendenti comprendano appieno cos’è l’intelligenza artificiale e quali sono le tendenze del settore. Questo obiettivo viene perseguito attraverso una combinazione di formazione continua e think tank interni, che permettono ai dipendenti di apprendere le potenzialità dell’AI e come possa essere applicata in modo responsabile e sicuro. «La formazione continua è fondamentale per mantenere il personale aggiornato sulle ultime innovazioni e per promuovere una cultura aziendale orientata all’innovazione», dice Teixeira.
2. Costruzione di una piattaforma tecnologica proprietaria: Il secondo pilastro della strategia riguarda la costruzione di un’infrastruttura tecnologica proprietaria, che consente a illimity di sfruttare i dati nel lungo termine, mantenendo il controllo sui processi interni. Teixeira spiega: «La piattaforma è stata progettata per evitare il rischio di opacità, noto come il problema della “black box”. È fondamentale sviluppare modelli o processi trasparenti, che permettano alla banca di mantenere il controllo e di garantire la sicurezza e la conformità normativa».
3. Casi d’uso per migliorare l’efficienza: Il terzo pilastro della strategia illimity riguarda l’implementazione di casi d’uso concreti, che migliorano l’efficienza delle interazioni con i clienti e la produttività interna. Un esempio è il chatbot avanzato che gestisce l’80% delle interazioni con la clientela, fungendo da “digital twin” per il personale umano, che interviene solo quando necessario. «Questo approccio non solo ottimizza le risorse umane, ma migliora anche l’esperienza del cliente, offrendo risposte rapide e precise», dice Teixeira, e afferma anche che illimity sta lavorando per replicare questo modello nelle diverse funzioni interne e anche in settori diversi da quello bancario, per ottimizzare la produttività e promuovere l’innovazione.
In sintesi, la strategia di illimity per l’adozione dell’intelligenza artificiale è un esempio di come le banche possano integrare tecnologie avanzate in modo responsabile e sicuro, promuovendo al contempo l’innovazione e l’efficienza operativa. «In illimity, puntiamo a diventare leader nel panorama bancario, sfruttando appieno le potenzialità dell’AI per creare valore sostenibile per tutti gli stakeholder», afferma il CIO della banca.
Verso una nuova relazione tra uomo e macchina
L’adozione dell’intelligenza artificiale da parte di illimity rappresenta un esempio di come il rapporto tra uomo e macchina possa evolversi in modo sinergico. «L’interazione tra uomo e macchina cambia con l’AI generativa», sottolinea Teixeira, evidenziando come questa tecnologia possa fornire suggerimenti su posizioni creditizie, interpretare dati complessi e supportare le decisioni imminenti.
La forza di questi sistemi risiede nella loro capacità di spiegare le scelte fatte, offrendo un parere aggiuntivo che arricchisce il processo decisionale umano. «È come avere un super-collega che ti dà un parere. Dopo il risultato, la macchina spiega», aggiunge Teixeira, sottolineando come l’AI sia progettata per integrarsi e non sostituire il lavoro umano.
I rischi dell’AI: evitare la “black box”
L’integrazione dell’intelligenza artificiale non è priva di rischi, e uno tra questi è la possibilità di ottenere risposte non trasparenti. Questo potrebbe compromettere la fiducia dei clienti e il controllo della banca. Teixeira sottolinea l’importanza di sviluppare modelli che non solo generano risposte, ma spiegano anche il loro funzionamento: «Le risposte fornite dall’assistente virtuale ai nostri clienti esterni in ambito smart care sono generate da macchine che, per ogni singola risposta, sono in grado di fornire anche una motivazione, permettendo quindi il pieno controllo dei processi».
Per garantire coerenza e sicurezza, illimity adotta un approccio basato su “guardrail”, ovvero limiti che mantengono trasparente e sicura l’operatività dell’AI: «Questo approccio garantisce sia la sicurezza del brand, evitando risposte inappropriate, sia la visibilità sui processi interni, permettendo al sistema di monitorare e spiegare ogni interazione».
Uno scenario futuro di maggiore efficienza
Guardando al futuro, Teixeira immagina uno scenario in cui l’AI permetterà alle banche di operare con maggiore efficienza, impiegando le risorse in attività a valore aggiunto e aumentando la competitività. «Fino ad oggi, per essere competitivo sul mercato dovevi avere molte risorse, come capitale da investire in ricerca e sviluppo e capitale umano». Tuttavia, grazie alla Generative AI, anche le aziende di dimensioni minori possono accedere a un livello di competenza e produttività che prima era riservato solo ai grandi operatori. «Con la Gen’AI chi è smart può fare molto di più con meno risorse».
Teixeira conclude con una riflessione sul prompting engineering, una competenza emergente che può sembrare complessa ma che, una volta acquisita, offre strumenti potenti per aumentare la produttività: «Poche persone riescono a utilizzare strumenti come ChatGPT o Copilot al 100% delle loro potenzialità. Sebbene il prompting engineering possa sembrare complesso, imparare a usare queste tecnologie può portare a notevoli vantaggi, rendendoti molto più autonomo nel lavoro, andando anche oltre il tuo perimetro di expertise».
La regolamentazione europea e l’approccio cauto
Per quanto riguarda il contesto normativo, Teixeira ritiene che l’approccio europeo, più cauto rispetto a quello statunitense, presenti vantaggi e svantaggi. «In Europa, forse, siamo un po’ troppo avversi al rischio e questo ci fa rimanere indietro nel campo dell’innovazione rispetto ad altri paesi». Tuttavia, Teixeira è convinto che la regolamentazione europea, pur essendo più prudente, non rappresenti un vero ostacolo per l’innovazione: «Non credo che ci siano elementi nell’AI Act che siano così bloccanti per l’innovazione».