Mentre la complessa matassa delle proteste hollywoodiane comincia a dipanarsi, andiamo verso un autunno non ricchissimo di serie, ma con qualche perla da scoprire. Il punto di Diego Castelli, uno dei massimi esperti italiani di telefilm
Quando si scrivono articoli che, per esigenze logistiche, non vengono pubblicati immediatamente dopo la loro stesura, trattare argomenti di attualità può essere pericoloso, perché si rischia di pubblicare notizie rapidamente invecchiate. È precisamente il rischio che corre questo articolo, in cui dobbiamo rendere conto dell’ormai famigerato sciopero degli sceneggiatori americani. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, lo sciopero è ufficialmente terminato, anche se dal punto di vista degli spettatori italiani la questione resta complicata. Il 24 settembre scorso, i produttori della AMPTP e gli autori della WGA hanno raggiunto una bozza di accordo che, secondo le voci, viene ampiamente incontro alle richieste degli scioperanti, che si articolavano intorno a tre argomenti principali: regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale, migliore redistribuzione dei profitti delle piattaforme di streaming, e un numero minimo di assunti negli staff degli show televisivi. In attesa della ratifica da parte degli iscritti al sindacato, sono già tornati operativi i programmi del mattino e della tarda serata americana, quelli che vivono di (quasi) dirette e di attualità.
Diverso il caso di film e serie tv. Non solo perché i ritardi hanno già fatto rimandare diverse produzioni che, ormai, non possono tornare indietro, ma soprattutto perché il parallelo sciopero degli attori iscritti al SAG-AFTRA è ancora pienamente attivo, sulla base di richieste solo parzialmente sovrapposte a quelle degli sceneggiatori. Insomma, sembra esserci luce in fondo al tunnel, ma non siamo ancora fuori dal buio. Quanti ritardi verranno accumulati e quante mancanze avvertiremo nei nostri palinsesti è ormai un’informazione che avremo davvero solo a posteriori, quindi non ci resta che attendere. Questo però non significa che il mese di ottobre sarà completamente spoglio di serie tv. Il mondo della serialità è molto vasto, non tutte le produzioni sono toccate dallo sciopero (perché completate prima, o perché curate da maestranze non americane, e via dicendo), e quindi non stiamo rimanendo senza episodi da vedere.
Navighiamo a vista.
Loki seconda stagione
A più di due anni dalla prima stagione sta per tornare Tom Hiddleston, interprete perfetto del fratello oscuro di Thor. Il Marvel Cinematic Universe non se la sta passando benissimo, forse per stanchezza del pubblico nei confronti dei supereroi, forse per l’oggettiva difficoltà di costruire una nuova storia complessiva che regga il confronto con l’ormai mitica saga dell’Infinito. Resta il fatto, però, che la prima stagione di Loki è forse la più riuscita fra le serie Marvel approdate su Disney+: divertente, creativa, piena di immaginazione. Un ottimo inizio per una storia di multiverso e mondi paralleli che magari non ha ancora ingranato come si deve, ma che in Loki aveva trovato una grande partenza. Chissà che la seconda stagione non serva proprio a ritracciare la giusta rotta.
Quando: 5 ottobre. Dove: Disney+
La caduta della casa degli Usher
Per gli amanti dell’horror televisivo, Mike Flanagan è ormai un nome di quelli che contano. Il creatore di The Haunting of Hill House, The Haunting of Bly Manor, Midnight Mass e The Midnight Club, torna su Netflix con una nuova miniserie incentrata sulla vicenda di una dinastia familiare che rischia di sgretolarsi quando i suoi membri più giovani cominciano misteriosamente a morire. I natali della storia sono nobili, nobilissimi, visto che risalgono alla penna di Edgar Allan Poe, nume tutelare della narrativa horror, a cui Flanagan promette di affiancare i twist e le furbizie della moderna narrazione della paura. Con l’aggiunta, almeno a giudicare dalle prime immagini, di una spruzzata di saga familiar-milionaria alla Succession. Come al solito per Flanagan, il formato è quello della miniserie: compatto, agile, preciso. L’autore americano nato a Salem (sì, la famosa città del processo alle streghe, giusto per restare in tema) ha sempre dimostrato di saperlo usare al meglio: non possiamo che dargli ancora fiducia.
Quando: 12 ottobre. Dove: Netflix.
Frasier
Quella dell’importazione in Italia delle sitcom americane è una storia che meriterebbe libri e tesi di laurea, un processo fatto di successi insperati, traduzioni bizzarre, scambi fra reti televisive, episodi trasmessi in ordini casuali e quant’altro. Ed è anche una storia di successi mancati e di differenze rispetto al paese d’origine. Per esempio, la serie che fino al 2016 mantenne il record di Emmy Awards vinti, da noi è sconosciuta ai più. Parliamo di Frasier, che nacque come spin-off di Cheers (in italiano Cin Cin, altro successo mancato) e riuscì a diventare un caso mediatico a sé stante, con undici stagioni in dieci anni (dal 1993 al 2004).
Protagonista era, per l’appunto, Frasier Crane, interpretato da Kelsey Grammer, psichiatra radiofonico e uomo di cultura circondato da persone più grezze di lui: una dinamica che per anni ha garantito la scrittura di una comicità insieme alta e bassa, piena di sorprese e di sarcasmo, applaudita in maniera praticamente unanime dalla critica per un decennio. Ora Frasier torna, sempre con lo stesso protagonista, in uno di quei revival a cui la serialità in streaming ci ha già abituato, e spera di ritrovare l’antico splendore. Che ci riesca o meno, rappresenta però un invito a riscoprire anche la vecchia Frasier, anch’essa disponibile su Paramount+ e sempre meritevole di una passeggiata sul viale dei ricordi.
Quando: 12 ottobre. Dove: Paramount+
Lessons in Chemistry – Lezioni di Chimica
Una di quelle storie edificanti che abbiamo sentito molte volte: prima un inaspettato successo letterario per una scrittrice finalmente capace di farsi pubblicare un romanzo dopo decine di rifiuti, poi una serie tv tratta dallo stesso libro, che finisce su una piattaforma prestigiosa come Apple Tv+ e viene interpretata dalla premio oscar (nonché Capitan Marvel) Brie Larson.
Si tratta di Lezioni di chimica, una storia ambientata negli anni Cinquanta dove una donna, prima impiegata in un laboratorio di ricerca, finisce a condurre un programma di cucina in tv, in cui però non rinuncia alla possibilità di usare proprio fornelli e padelle per insegnare la chimica alle proprie spettatrici.
Una vicenda ambientata nel passato ma pensata per i nostri tempi, nel continuo lavorio che le serie tv di questi anni, alcune più esplicite altre meno, stanno mettendo in campo per la rappresentazione e la costruzione di una società più inclusiva. Non sempre i buoni intenti hanno prodotto ottimi risultati, in termini artistici e di puro successo di pubblico, ma Lezioni di Chimica sembra avere lo stile visivo e lo spessore autoriale necessari a lasciare il segno.
Quando: 13 ottobre. Dove: Apple Tv+
Bodies
Se vi piace il crime, magari con qualche twist inaspettato rispetto alle solite storie trite e ritrite, il 19 ottobre è una data da segnarsi sul calendario. Su Netflix arriva Bodies, miniserie inglese in otto episodi tratta da un fumetto (anch’esso in otto volumi) scritto dall’autore britannico Si Spencer. Non è il vostro solito giallo: parliamo di quattro diversi detective, in quattro epoche differenti, alle prese con quattro diversi cadaveri, tutti a Londra. Un misterioso disegno sembra unire tutte queste morti, e se la serie saprà rimanere allo stesso livello del fumetto dobbiamo aspettarci un viaggio breve ma ricco di sorprese, emozioni e parecchia inquietudine.
Quando: 19 ottobre. Dove: Netflix.