Nessuna sorpresa sul palco, ci sono i nuovi smartphone e i nuovi indossabili come da previsioni. Ah, no, ci sono anche due nuovi iPad. Per i MacBook dovremo invece aspettare ancora qualche settimana
California, California Soul: comincia così, con la musica, come non accadeva da un po’ lo show di questo settembre 2021 per Apple. Che parte da dove l’azienda è nata e cresciuta, per provare a raccontare i valori che i prodotti e i servizi con impresso il logo della mela morsicata portano tra le mani dei clienti affezionati. Servizi che si stanno facendo sempre più differenziati, che cambiano e si evolvono: basti pensare a cosa è diventato in solo due anni Apple TV+, la piattaforma concorrente di Netflix e Prime Video e la TV tradizionale. Ha prodotto show in grado di rivaleggiare, per qualità e popolarità con chi l’ha preceduta: ed è solo uno dei cambiamenti avvenuti in questi anni.
Si comincia da iPad
Un nuovo iPad non era atteso, ma non guasta: così ecco fare la sua comparsa e il suo debutto un nuovo prodotto che si piazza alla base dell’offerta tablet di Apple. Il design è quello classico con TouchID, ma sotto il cofano c’è un ottimo chipset A13 Bionic che permette di offrire performance all’altezza in pratica dei fratelli maggiori: il che significa anche permettere di utilizzare tutte le funzioni avanzate viste fin qui su Air e Pro, ma pure di aggiungere una nuova fotocamera da 12 megapixel sul frontale per migliorare l’esperienza in videochiamata (anche grazie al cropping automatico con central stage, su Facetime come su Zoom, Webex ecc).
La forma che non cambia permette di riciclare i vecchi accessori, ma per esempio si mantiene la compatibilità solo con la Pencil di prima generazione: di buono c’è che iPadOS viene aggiornato alla versione 15 come avviene con iOS, e questo permette di ampliarne le funzioni come già visto nell’anteprima del WWDC. Si parte da 389 euro per 64GB di storage, 529 euro per la versione LTE.
Poi tocca pure ad iPad Mini, un prodotto troppo spesso trascurato da Apple: ma la domanda per i tablet sta crescendo, dunque perché non dargli una bella rinfrescata? Ecco che il nuovo iPad Mini diventa di fatto un Air con lo schermo più piccolo, con tecnologia Liquid Retina da 8,3 pollici di diagonale, con design (colori compresi) e supporto TouchID compreso nel tasto di accensione posto in alto proprio come nell’Air. Sotto il cofano c’è un processore rinnovato, il performante A15, ma soprattutto finalmente ci si affranca da Lighting: ecco un bel connettore USB-C per il nuovo Mini, una ottima notizia che segna forse la strada a un definitivo abbandono delle connessioni proprietarie di Apple sui propri device.
Sul posteriore c’è una 12 megapixel con lente f/1.8, perché pare che gli utenti non smettano di fare foto con i tablet, così come sul frontale c’è la nuova fotocamera da 12 megapixel per delle videochiamate di qualità. Ci sono ovviamente i soliti accessori (cover, smart cover ecc) e c’è il supporto per la Pencil di seconda generazione: in tutto e per tutto questo Mini sembra davvero un Air in miniatura (con ovviamente qualche compromesso inevitabile per quanto attiene l’autonomia), costerà 559 euro (WiFi) e ovviamente c’è anche la versione 5G da 729 euro in vendita da subito.
Apple Watch Series 7, si cambia qualcosa
Lato software siamo davanti alla consueta evoluzione, non rivoluzione: watchOS 8 aumenta il numero di attività sportive supportate da Watch, rileva le cadute dalla bici, permette di chiamare i soccorsi. La vera rivoluzione quest’anno è nel design: la Series 7 ha un display con una diagonale analoga ma bordi decisamente più sottili del precedente, con una forma ancora più arrotondata e fino al 70 per cento più luminoso per renderlo più leggibile in ogni condizione. La nuova forma non è solo questione estetica: la sagoma permette di irrobustire la struttura, e c’è una certificazione IPx6 contro la polvere.
Per adeguarsi al nuovo display, anche l’interfaccia presenta dimensioni diverse: bottoni più ampi, più caratteri mostrati per schermata: ci sono watch face specifiche ed esclusive per il nuovo schermo. Migliorata la ricarica, che ora in 45 minuti riesce a riempire l’80 per cento della batteria (non male), e ci sono anche nuovi colori per la cassa: cinque colori per l’alluminio, 3 per l’acciaio e 2 per il titanio, ma ci sono anche versioni Nike ed Hermes.
Alla base dell’offerta restano Series 3 e SE, ancora in vendita, mentre per il nuovo Watch dovremo aspettare qualche settimana: arriva in autunno, pare che le voci su qualche piccolo ritardo nella produzione abbiano trovato conferma – ma in ogni caso arrivano in tempo per i regali di Natale, tutto sotto controllo. Ovviamente anche qui ci sono nuovi servizi da comprare: Fitness+ ha fatto il suo debutto lo scorso anno, e questa volta aggiunge nuove discipline come il pilates o la meditazione per accontentare sempre più potenziali acquirenti, e pure una modalità di allenamento di gruppo che dovrebbe rendere più gradevole sudare con i propri amici.
E finalmente iPhone 13
Un iPhone all’anno è il minimo sindacale: come di consueto, Apple segue la regola di alternare un rinnovamento nel design a un anno di consolidamento, e il nuovo iPhone 13 essenzialmente cambia poco nelle forme ma molto in alcuni dettagli. Per esempio il notch è decisamente (e finalmente) più compatto che in passato, e le due fotocamere posteriori nei modelli base sono disposte in diagonale rispetto al semaforo dello scorso anno. La batteria è più capiente rispetto al 12, il display OLED più luminoso (fino a 800 nits) nelle diagonali da 5.4 e 6.1 pollici, e ovviamente il nuovo iPhone monta un nuovo chip.
È il nuovo A15 già visto a bordo del nuovo iPad Mini: 15 miliardi di transistor, 6 core per la CPU e 5 core per la GPU. Secondo Apple offre il 50 per cento più performance di un SoC concorrente, il 30 per cento più potenza per la grafica, è capace di 15,8 triliardi di operazioni al secondo: è stato pensato per ottimizzare l’utilizzo di quelle funzioni viste nell’anteprima del nuovo iOS 15, come la realtà aumentata per l’analisi dei video o la traduzione in tempo reale del testo contenuto in un’immagine. Naturalmente c’è anche un rinnovo per quanto attiene il DSP delle fotocamere, per gli encoder/decoder per i video: se ne beneficia la fotocamera, con un nuovo sensore da 12 megapixel con stabilizzazione del sensore stesso (come nel Pro Max dello scorso anno) che davanti ha una luminosa lente f/1.7. Migliorata anche l’ultrawide da 12 megapixel, che ha migliorato secondo Apple soprattutto le performance in condizioni di luce difficile.
Novità nella gestione della ripresa video: il Cinematic mode di iPhone 13 supporta messa a fuoco rapida per creare effetti pseudo-cinematografici, e regalare l’emozione del grande schermo su uno schermo decisamente tascabile ai registi in erba. Il sistema cerca di interpretare il movimento dello smartphone e dei soggetti ritratti per anticiparne le mosse: per esempio per cambiare il punto di messa a fuoco per coglierne lo sguardo e comprendere su cosa concentrare l’attenzione, ma ovviamente è possibile anche gestire manualmente alcune funzioni. Interessante la possibilità di registrare 4K60fps HDR con questo smartphone, con specifiche Dolby Vision.
Migliorata la gestione 5G: nuove antenne e nuovo chip dedicato, per migliorare anche questo aspetto del prodotto Apple con supporto ufficiale a 200 operatori in 60 nazioni. Migliorata l’autonomia: nonostante uno schermo più luminoso, Apple sostiene di aver migliorato la durata della singola carica, con addirittura 2,5 ore in più lontano dalla presa per iPhone 13 grazie ad alcuni accorgimenti come il passaggio a LTE quando il 5G non è necessario. Taglio minimo della memoria 128GB: una buona notizia.
Il Pro più Pro di sempre
Il pezzo forte resta la linea Pro. Sempre due terminali, sempre diagonali crescenti per lo schermo: è il Pro più Pro di sempre, parola di Tim Cook. Materiale analogo a quello dello scorso anno, acciaio “chirurgico”, in quattro colori non troppo diversi da quelli dello scorso anno. Anche qui il notch è più piccolo, anche questo monta il nuovo SoC A15 con una GPU potenziata rispetto al modello 13 base.
Rinnovato il display, ora si chiama Super Retina XDR: OLED con ProMotion, da 10 a 120Hz di refresh con adattamento automatico della frequenza per ottimizzare esperienza utente e bilanciare i consumi pur garantendo luminosità di picco da 1000 nits. Le fotocamere posteriori sono state pure loro rinnovate: zoom da 77mm, ultrawide con lente f/1,8, e lente principale con pixel da 1,9 nanometri di diagonale e lente f/1.5. Anche qui Apple lascia intendere che le foto sono più belle in condizioni di luci difficili, e c’è anche la modalità macro per chi proprio non può farne a meno: per creare un parallelo coi video, poi, Cupertino lancia i Photographic Style che permettono di scattare con l’iPhone con una specifica modalità colore, temperatura del bianco eccetera eccetera. Magari non saranno in tanti a usarla, ma gli appassionati di fotografia via smartphone apprezzeranno. Una funzione annunciata col Pro, che forse il 13 non ha, è la possibilità di gestire la messa a fuoco nei video anche in post: non solo durante la ripresa – da provare, se fa quanto promette è un piccolo miracolo.
Prezzi e disponibilità: i nuovi iPhone si prenotano da questo venerdì, 17 settembre, e saranno in consegna il 24 settembre. iPhone 13 mini parte da 839 euro per 128GB, si passa a 939 euro per il 13 da 6.1 pollici: i prezzi sembrano un filo più bassi tutto sommato rispetto allo scorso anno, e visto che si può prendere anche il modello base grazie alla memoria più capiente è un’ottima notizia per gli aficionado. Per il Pro si parte da 1.189 euro, proprio come lo scorso anno, sempre con 128GB di storage, mentre si sale a 1.289 per il Pro Max: la novità è il taglio di storage da 1 terabyte, ma in quel caso preparatevi a sborsare fino a 1.869 euro se sceglierete il Pro Max completamente accessoriato.