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PC che diventano assistenti personali, videocamere 3D per esperienze da remoto più coinvolgenti, stampanti che scelgono immagini e tastiere fatte dai materiali di recupero dei chicchi di caffè. Come evolverà la nostra postazione lavorativa tra AI e sostenibilità?
Dopo HP Imagine a Palo Alto, l’azienda ha deciso di presentare a Milano i prodotti presenti sul mercato italiano e di condividere le strategie che guideranno i prossimi passi. Eravamo presenti alla conferenza e vi raccontiamo come HP sta immaginando il futuro del lavoro, in un mondo che sta evolvendo sempre più velocemente e che ha bisogno dei giusti strumenti per trovare il suo assetto.
Il tempo dell’hybrid work place
Dopo la pandemia si è parlato di work from home, poi di smart work. Ora è il tempo dell’hybrid work place. Giampiero Savorelli, AD HP Italy, è partito da questo presupposto per raccontare come oggi sia necessario creare una tecnologia che abiliti la crescita e la produttività delle aziende e, allo stesso tempo, garantisca la soddisfazione delle persone che ci lavorano. Spesso le due esigenze non collimano e anzi l’una potrebbe andare a detrimento dell’altra. Per questo HP si è impegnata a pensare e progettare prodotti che si allineino con un futuro del lavoro in cui i due bisogni, quello dell’azienda e quello delle persone, possano convivere in modo proficuo.
L’AI in questa prospettiva diventa un’alleata strategica. Lo ha raccontato anche l’HP Work Relationship Index, lo studio internazionale che esplora il rapporto delle persone con il lavoro e che riporta come l’11% delle persone sia più felice quando la utilizza all’interno dei device. Questo perché la tecnologia aumenta la facilità di utilizzo, accorcia i tempi delle operazioni, permette di fare cose che prima non erano immaginabili. In breve: semplifica la vita delle persone e crea nuove opportunità.
I nuovi PC AI che HP ha integrato nella sua offerta vanno in questa direzione, sia quando si parla del modello HP OmniBook X 14, sia nel caso del HP EliteBook 1040 G11, entrambi accomunati da un alto livello di performance e da un sistema, quello dello smart sense, che ottimizza il consumo della batteria. Ed entrambi presentati all’evento di Milano.
Ma non è finita. Giampiero Savorelli, con un piccolo salto indietro nel tempo, ha raccontato come la decisione di HP di acquisire nel 2022 Poly, azienda dedicata a webcam, fotocamere e soluzioni di videoconferenza, andasse nella stessa direzione. Sui dispositivi dedicati l’AI aiuta a gestire l’esperienza da remoto come se si fosse in sala. Il risultato? Un coinvolgimento dell’utente più efficace. Ancora una volta lo spirito che anima le iniziative di HP è l’equity, ovvero la ricerca della parità di esperienza a prescindere dalle condizioni di partenza.
In sintesi, sono due i punti su cui HP ha lavorato per immaginare il futuro del lavoro: l’applicazione dell’AI ai dispositivi, per semplificare la vita di chi li usa, e l’utilizzo di questa per una collaborative team experience, che impatta anche sullo spazio stesso degli uffici. Questi non saranno più pensati come una volta, ovvero per ospitare i dipendenti che lì lavorano, ma saranno progettati perché sia possibile unire chi è in presenza con chi lavora da remoto, in una dinamica di conference call più immediata e interattiva.
Una workstation (HP) molto smart per gli uffici
In conferenza stampa per l’HP Imagine Italy Edition è stata Gabriella Saraniti, Commercial Category Manager, ad approfondire le caratteristiche dei device HP come strumenti che vogliono semplificare la vita delle aziende e dei dipendenti.
I dispositivi grazie all’AI, infatti, offriranno ai lavoratori delle funzionalità da segretario personale e alle aziende quelle di integrazione fra team e progetti. Saranno in grado di organizzare l’agenda, di tradurre testi, di fare riassunti di conference call. Di garantire un’esperienza collaborativa più efficace.
Gabriella Saraniti ha poi acceso i riflettori sui due cuori pulsanti di HP, la sicurezza e la sostenibilità. Il primo tema è riassunto bene nell’HP Wolf Security, il security control di HP che ripristina il sistema dopo un attacco hacker. Il secondo è legato alla produzione dei dispositivi, che sono realizzati con alluminio riciclato, con la plastica potenzialmente destinata agli oceani e con i chicchi del caffè, così come ha raccontato, tra le altre cose, anche Giampiero Savorelli nella videointervista che ci ha rilasciato proprio in occasione dell’evento a Milano.
Un mondo di stampanti intelligenti
Lo stesso discorso dell’applicazione dell’AI, HP l’ha fatto con le stampanti. La parola è andata a Rossella Campaniello, Print Director. Ha aperto il suo intervento anticipando che nel 2025 bisognerà aspettarsi molti annunci per tutte le famiglie di questo prodotto, sia quelle destinate ai privati sia quelle per gli uffici e le grandi aziende.
Le novità tecnologiche sono tutte rivolte all’obiettivo pilastro di HP: semplificare la vita di chi le usa. Nel caso specifico vuol dire rendere il processo di stampa più facile. A cosa serve l’AI in questo caso? A raggiungere il perfect output. Una cosa non proprio ovvia, visto che quando si lancia una stampa, per esempio da una pagina web, non è possibile attualmente e in modo intuitivo, scegliere il layout, escludere alcune parti, come le pubblicità, prevedere la stampa solo di altre. HP si è impegnata a trovare la soluzione.
L’AI è poi sfruttata anche in quanto generativa. Con i nuovi strumenti, infatti, sarà possibile stampare biglietti di auguri, cartoline o altro che preveda immagini e testi. A sceglierli sarà direttamente la stampante, in base all’esigenza espressa.
Da ultimo ci sono le stampanti per uffici e contesti lavorativi che avranno la funzionalità di SCAN AI. In questo caso l’AI non solo migliorerà il processo di stampa, ma renderà più semplice e immediata la gestione documentale attraverso la digitalizzazione. Il risultato sarà un risparmio di ore di lavoro e una maggiore soddisfazione dei dipendenti, non più costretti a una mansione ripetitiva e meccanica.