Una decisione che farà discutere dal momento che riguarda uno dei software di AI più famosi del momento, utilizzato da milioni di persone nel mondo
Il Garante della Privacy ha deciso il blocco di ChatGPT in Italia a causa della raccolta illecita dei dati personali e della mancato sistema di verifica dell’età degli utenti. «Nel provvedimento – si legge sul sito – il Garante privacy rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma».
Lo stop durerà fino a che la società non rispetterà le regole sulla privacy. Mentre stiamo scrivendo il sito è comunque ancora disponibile. OpenAI, la azienda che controlla ChatGPT, ha 20 giorni di tempo per comunicare «le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante». La pena prevista prevede una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.
Cos’è ChatGPT
ChatGPT è il software di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI, società americana fondata da Sam Altman. Da quanto è stato rilasciato gratuitamente alla fine del novembre 2022, si è imposto prepotentemente nel dibattito tecnologico. I passi avanti dell’AI generativa hanno suscitato stupore, interesse e anche legittime preoccupazioni rispetto alle conseguenze che questi strumenti avranno sul mondo del lavoro. Su StartupItalia ci siamo occupati del tema con un dossier in cui potete trovare molti spunti, con news e interviste che riassumono i primi mesi di vita di ChatGPT.
Così diceva il ministro Valditara
Su ChatGPT si era espresso anche il governo italiano attraverso il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: una tecnologia simile, ha spiegato, «può essere impiegata per aiutare gli insegnanti a personalizzare l’apprendimento, ad adattare i contenuti in base alle attitudini individuali degli studenti, a monitorare i loro progressi e a fornire informazioni su come migliorare il loro rendimento. L’educazione richiede un dialogo diretto e presuppone la sua umanizzazione proprio perché si incentra sulla persona. L’intelligenza artificiale non può dunque soppiantare l’insegnante né marginalizzarne il ruolo, che è decisivo in tutti i gradi di scuola, in particolare nella primaria».
ChatGPT: dove è vietato
Sono diversi i paesi in cui ChatGPT è stato vietato. In Cina, ovviamente, il ban ha a che fare con lo scontro geopolitico tra Washington e Pechino, ma anche negli Stati Uniti diverse realtà, scuole comprese, hanno deciso di proibire il software: JP Morgan, ad esempio, ha bloccato l’utilizzo del sito ai propri dipendenti per questioni di privacy dei clienti. Ma non è tutto: in Afghanistan, Bielorussia, Venezuela, Iran, Russia gli utenti non possono accedere a ChatGPT. Nel frattempo oltre un migliaio tra imprenditori e ricercatori hanno sottoscritto un appello per chiedere a tutti i laboratori che stanno sviluppando AI più performanti di GPT-4 di bloccare le attività per almeno sei mesi.