Come ogni mercoledì ospitiamo Notizie dal futuro, la rubrica di Paola Pisano, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Torino e già Ministro dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione. Un viaggio attorno al mondo su tecnologia, intelligenza artificiale ed ecosistemi hi-tech
Bluesky è la piattaforma social dell’ex Ceo di Twitter. La piattaforma nasce all’interno di Twitter nel 2019 ma diventa una società sono nel 2022 con l’aiuto di Jack Dorsey, ex CEO. È simile a Twitter ma organizzata grazie ad un sistema decentralizzato. I dati degli utenti possono essere memorizzati su server indipendenti e non di proprietà dell’azienda. L’algoritmo a detta di Dorsey sarà più trasparente.
Bluesky diventerà lo standard dominante di piattaforma social con dati di proprietà dell’utente e trasparenza nelle scelte dell’algoritmo? La piattaforma consente per ora agli utenti di pubblicare testi, immagini e ripostare in un feed centrale. Gli utenti non hanno la possibilità di inviarsi messaggi diretti o di bloccare gli altri utenti, ma possono seguirsi. I nuovi “tweet” o “skeets”, come vengono chiamati i cinguettii su Bluesky, sono di 300 caratteri.
Giudicare le performance delle aziende Tech non è facile. L’EBITDA consente di verificare se la società riesce a realizzare profitti positivi dalla gestione ordinaria e misura l’utile di un’azienda prima degli interessi, delle imposte, delle tasse, delle componenti straordinarie, delle svalutazioni e degli ammortamenti. Uber, Pinterest e Lyft sono tra le tante aziende tech che espongono numeri di EBITDA rettificati in eccesso.
La generale mancanza di dettagli potrebbe indurre ad avere una percezione migliore dell’andamento del settore tech? Ma occorre prestare altrettanta attenzione anche ai numeri che non vengono forniti che a quelli che vengono forniti. Meta non mostra ancora il numero di utenti, i ricavi e l’utile netto per le app di Instagram o WhatsApp. Apple non divulga i numeri degli abbonati al suo servizio di streaming, Dal 2018 non fornisce più i dati sulle vendite unitarie di iPhone, iPad e Mac. Netflix ha smesso di fornire le previsioni di crescita degli abbonati.
Risultato: Silicon Valley 0 – Ottawa 1. Il governo canadese ha approvato una nuova legge che obbliga i giganti tecnologici come YouTube e TikTok a sostenere i contenuti culturali canadesi. Il disegno di legge, Bill C-11, conferisce alla Commissione canadese per la radiotelevisione e le telecomunicazioni (CRTC) l’autorità per regolamentare queste piattaforme, proprio come avviene per la radio e la televisione. Dagli anni ’70, le emittenti devono spendere almeno il 30% delle loro entrate per produrre contenuti canadesi, regola non rispettata da Spotify, YouTube e TikTok.
Gli algoritmi saranno forzati a consigliare contenuti in base alla leggi dei governi e non in base ai gusti degli utenti? Il disegno di legge C-11 impone agli streamer, compresi i social network come YouTube e TikTok, di “promuovere e raccomandare chiaramente la programmazione canadese, sia nelle lingue ufficiali sia nelle lingue indigene”. Se da un lato l’approccio sembra molto simile a quello usato per i vecchi media, dall’altro i servizi streaming che traggono vantaggio dai singoli paesi potrebbero in questo modo iniziare a dare indietro un piccolo contributo. Il Canada non è da solo in questa battaglia.
Il gigante britannico della progettazione di microchip Arm ha presentato domanda di vendita delle proprie azioni negli Stati Uniti e non alla Borsa di Londra. I suoi progetti sono utilizzati da produttori di chip come la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company e da marchi famosi come Apple e Samsung per costruire i propri processori. La decisione di Arm ha sollevato la preoccupazione che il mercato britannico non stia facendo abbastanza per attirare le offerte di azioni di società tecnologiche.
Le borse statunitensi sono in grado di offrire profili e valutazioni più elevati alle aziende tech rispetto ad altre piazze come quella londinese? Le condizioni dei mercati finanziari e del settore dei microchip sono peggiorate. Il numero di quotazioni in borsa è diminuito drasticamente dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’industria dei chip ha dovuto affrontare un rallentamento della domanda dopo la carenza causata dalla pandemia. La scorsa settimana, Intel ha registrato la più grande perdita trimestrale nella storia dell’azienda, mentre Samsung ha registrato un calo di oltre il 90% dei profitti.