Più di un miliardo di dollari rubati a investitori e risparmiatori. Una vicenda assurda che arriva dall’Oriente
Negli ultimi anni diverse storie di startup hanno ispirato serie tv: citiamo WeCrashed che ha raccontato la parabola dell’ex unicorno WeWork e del suo fondatore Adam Neumann, e The Dropout, miniserie che ha ripercorso la storia di Elizabeth Holmes, fondatrice di Theranos e oggi in prigione dopo essere stata condannata per frode. La vicenda di HyperVerse è però diversa, perché a giudicare da come si sono messe le cose è la “startup” stessa (aggiungete altre manciate di virgolette) ad essersi scritta da sola una sceneggiatura per truffare chi pensava di poter investire denaro in questo ennesimo progetto cripto. Come per lo scandalo di Theranos, scoppiato dopo la pubblicazione di un’inchiesta del Wall Street Journal, così per HyperVerse il ruolo della stampa è stato fondamentale. Andiamo con ordine e partiamo dal personaggio di questa storia: Reece Lewis.
Reece Lewis è il Ceo di HyperVerse, una società lanciata e presentata al pubblico nel 2021 in grande stile per inaugurare un progetto legato al metaverso in cui le persone avrebbero potuto investire. Ecco il curriculum di Lewis: è un ex dipendente di Goldman Sachs e già imprenditore di successo grazie alla sua startup venduta ad Adobe. In realtà, come avrete capito, nulla di tutto questo è vero perché dietro a Reece Lewis si nasconde un attore di nome Stephen Harrison, che sarebbe stato pagato 4mila sterline per recitare la sua parte.
Guardian Australia ha dedicato una approfondita inchiesta alla vicenda, andando direttamente alle fonti e chiedendo ad esempio a Goldman Sachs se risultasse nei loro database la presenza di un ex dipendente di nome Reece Lewis (risposta: no); lo stesso hanno fatto con l’Università di Leeds e l’Università di Cambridge per verificare se l’imprenditore avesse davvero studiato in quegli atenei come sosteneva (risposta: no); e visto che tre indizi fanno una prova, indovinate cosa ha riferito la multinazionale Adobe rispetto all’acquisizione della startup di Lewis.
La vicenda ha i tratti della farsa, ma al di fuori di questa sceneggiatura di truffatori ci sono stati danni enormi per le persone. Secondo le stime di Chainalysis soltanto per il 2022 si parla di una perdita da parte degli investitori e risparmiatori di 1,3 miliardi di dollari. Guardian Australia è riuscita a mettersi in contatto con Harrison, il finto Ceo, che ha dichiarato di non essere a conoscenza del piano truffaldino, dicendosi particolarmente dispiaciuto per i danni provocati e augurandosi che tutto si possa sistemare. La sua posizione resta comunque a dir poco compromessa. Ma chi c’è dunque dietro a tutto questo? Parrebbe Blockchain Global, società in amministrazione controllata e che deve ai creditori 58 milioni di dollari, fondata da imprenditori che in merito proprio ai suggerimenti di investimento in Bitcoin e cripto adottavano modalità poco trasparenti. Servendosi, a quanto pare, perfino di attori per presentare finti Ceo.