Il lancio da Cape Canaveral, Florida, è stato effettuato con successo a bordo di un razzo SpaceX. La missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea è dunque cominciata con un obiettivo ambizioso: la sonda dovrà agganciare Dimorphos, la roccia spaziale già impattata dalla sonda DART della NASA, come si legge su Rai News. «La difesa planetaria è un’impresa intrinsecamente internazionale e sono davvero felice di vedere la navicella spaziale Hera dell’ESA in prima linea negli sforzi dell’Europa per aiutare a proteggere la Terra. Hera è un passo audace nell’aumento dell’impegno dell’ESA nella difesa planetaria», sono le parole del direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea Josef Aschbacher.
A cosa serve la missione Hera dell’ESA
La missione dell’ESA ha l’obiettivo principale di studiare gli effetti dell’impatto del progetto DART della NASA sul sistema di asteroidi binari Didymos, in particolare sull’asteroide minore Dimorphos. Il progetto sarà utile per strutturare una difesa planetaria, ambito ai limiti della fantascienza che mira a proteggere la Terra da potenziali minacce.
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La sonda rappresenta la seconda fase di un test di difesa planetaria: mentre DART ha colpito l’asteroide Dimorphos per deviarne l’orbita, Hera raccoglierà dati cruciali post-impatto per valutare l’efficacia della deviazione e comprendere meglio la struttura interna e la composizione dell’asteroide. Nel caso in cui la Terra dovesse essere sotto minaccia le più importanti agenzie aerospaziali del mondo stanno studiando strategie future per evitare la collisione.