Quali rischi si corrono se a leggere il QR del certificato di presunta immunità è un software pirata
Sviluppata da Sogei (la stessa software house dietro Immuni), l’applicazione VerificaC19 consente di verificare l’autenticità e la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet (offline) e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore. A oggi è il solo strumento ufficiale che consente di validare i green pass all’entrata di cinema, bar, ristoranti, musei, teatri e pure del luogo di lavoro in quanto rispetta tutti i criteri di sicurezza e di riservatezza chiesti dal Garante per la privacy. Ma è proprio la stessa Autoritià per la protezione dei dati personali a lanciare l’allarme: sugli store degli smartphone stanno girando decine e decine di app VerificaC19 false.
Quali rischi corriamo se siamo scansionati da app VerificaC19 false
In tutto e per tutto simili nell’aspetto e nelle grafiche alla controparte validata dal governo, così da trarre in inganno gli utenti distratti (qui è possibile scaricare l’originale su Google Play, qui invece su Apple Store) le app VerificaC19 false espongono i dati dei green pass scansionati a una lunga serie di rischi e incognite: potrebbero infatti finire nel deep web e poi essere oggetto di riscatti o sfruttati per elaborare Green Pass fasulli.
Per il Garante della Privacy, queste app pirata, sviluppate anche in altri Paesi, inquadrando il QR Code, sono in grado di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, ma perfino dosi o tamponi effettuati. In alcuni casi le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi. Non si sa, ovviamente, a chi.
Per questo, il Garante per la protezione dei dati mette in guardia tutti gli utenti dallo scaricare queste app, che trattano dati in violazione delle disposizioni di legge, che stabiliscono che è l’App VerificaC19, rilasciata del Ministero della Salute, l’unico strumento di verifica delle certificazioni verdi utilizzabile per garantire la privacy delle persone. L’Autorità ha deciso inoltre di avviare un’indagine sulle app per green pass non in regola, riservandosi gli opportuni interventi a tutela degli utenti.