Ci sono molte novità: ma il prodotto ha bisogno di essere messo alla prova sul lungo periodo. I fondamentali sono solidi: ma dobbiamo ancora scoprire i progetti di Oppo per il futuro
L’aspettativa per questo Find X3 Pro si era fata parossistica: cosa aveva in serbo il marchio cinese, che domina il mercato della madrepatria, per l’esigente pubblico europeo? È una sfida non da poco quella in cui si è lanciata Oppo, ci sono al momento territori da esplorare e colonizzare, ma non è affatto semplice venirne a capo: far conoscere al pubblico il marchio relativamente nuovo per l’Italia, farlo con un terminale ammiraglia che sia in grado di convincere pienamente e da subito, accreditarsi con i media e con gli addetti ai lavori come un interlocutore affidabile e con un progetto a lungo termine chiaro. Insomma, da questo Find X3 Pro ci si aspetta davvero molto: non solo in quanto telefono. Il risultato finale del lavoro di Oppo su questo smarpthone è ottimo sotto ogni punto di vista. Resta da capire cosa ci dice rispetto alle ambizioni del marchio: ma questa è una valutazione che faremo alla fine.
Curve sinuose e lucide
Partiamo dall’aspetto estetico, perché è indubbio che su questo Oppo abbia lavorato moltissimo per cercare di distinguersi dalla massa delle ammiraglie. E in questo, va detto, la missione è totalmente riuscita: il modulo fotocamera posteriore, che a una prima occhiata può spiazzare per questa sua particolare estrusione del vetro Gorilla Glass e per la vaga somiglianza con iPhone, dopo 24 ore vi costringerà a guardare ogni altro smartphone con uno sguardo diverso. È oggettivamente una bella soluzione, esteticamente e funzionalmente: consente di poter dire al pubblico che si tratta di una qualità pressoché unica, soprattutto c’è più spazio per infilare lenti più complesse e generose che su altri smartphone, con un risultato più gradevole sul piano estetico. Quindi foto migliori, almeno sulla carta: ma ci arriviamo con calma a giudicare la fotocamera.
Se si deve cercare il pelo nell’uovo, la finitura del modello in colorazione nero lucido in prova è una specie di calamita per le impronte digitali: il colpo d’occhio notevole di quello che possiamo soprannominare “effetto pianoforte” è un po’ rovinato da questa inclinazione, che tuttavia pare sia totalmente opposta sul modello blu (a quanto riferiscono i possessori di un’unità di quel colore). È una scelta insita nel tipo di finitura scelta, che vale la pena ribadire è molto bella appena uscita dalla confezione: un “difetto” che si risolve facilmente usando la altrettanto valente cover grigio antracite con effetto satinato che troverete nella scatola. Oppure optate per il blu: non facciamone una tragedia.
Il resto del design è invece azzeccato: il frontale è dominato dal maxischermo da 6,7 pollici, non troppo curvo ai lati (quanto basta per renderlo più comodo da impugnare, ma non troppo da causare fastidio nell’utilizzo), in cui un piccolo punch-hole in alto a sinistra ospita una selfie-camera da 32 megapixel (con autofocus e stabilizzazione ottica, offre performance più che adeguate). Sul fondo trova posto il connettore USB-C e l’altoparlante principale, che agisce assieme alla capsula auricolare (praticamente invisibile in cima allo schermo) per produrre un buon suono stereo. Tre microfoni a bordo, uno in basso e uno in alto: il terzo sta nel modulo fotocamera posteriore e serve a garantire l’audio-zoom (ci torniamo). Infine, come altri marchi anche Oppo sceglie di tenere a sinistra il bilanciere del volume e a destra il pulsante di accensione: il lettore di impronte (ottico) è integrato nello schermo.
Il giudizio complessivo, impugnando un Find X3 Pro, è decisamente ottimo: è uno smartphone realizzato con materiali di prima qualità, assemblato benissimo, originale nel design e con un’interfaccia una volta acceso (la ColorOS 11.2) che è soddisfacente pur nella sua essenzialità. Finalmente, Oppo ha deciso di rimuovere quell’eccesso di influenza asiatica che avevano le icone e in generale il design dell’interfaccia di casa: mancano, per stare alla pari con la concorrenza di fascia altissima, un po’ di dettagli per quanto attiene funzioni aggiuntive integrate, automazioni, tutto quanto rende l’esperienza complessiva ancora più soddisfacente.
Un miliardo di colori
Il cuore dell’esperienza che Oppo ha immaginato per gli utenti del suo Find X3 Pro è legato ai colori: l’intero sistema è progettato per funzionare a 10bit di profondità colore, due in più dei soliti 8bit, fattore che contribuisce a lavorare su un miliardo abbondante di variazioni contro il milione classico della tecnologia consolidata. Diciamolo subito: l’occhio umano non è realmente in grado di percepire la differenza tra 8 e 10bit, ma il processore di elaborazione immagini sì. Cosa significa in termini pratici? Che unendo la potenza dello Snapdragon 888 a quella dell’hardware sviluppato da Oppo per questo smartphone, si può lavorare su dati più ricchi ed elaborare quindi immagini di qualità superiore (anche grazie al formato usato per salvarle in memoria).
Per dare a questa teoria un riscontro pratico, naturalmente, era necessario adeguare l’intero hardware: per questo lo schermo montato è un AMOLED QHD da 120Hz di refresh (dinamico) e con una luminosità di picco di 1.300nit (e con un livello di fedeltà cromatica altissimo, tarato sul 100% del DCI-P3), capace di supportare per l’appunto 10bit di profondità di colore e naturalmente compatibile con HDR10+. Lo stesso si può dire delle fotocamere posteriori: qui Oppo fa una scelta davvero particolare, montando due sensori identici di ottima qualità (Sony IMX766) su fotocamera principale e sulla ultra-grandangolare. Un vantaggio sia per quanto attiene la qualità delle immagini catturate, ma soprattutto per quanto attiene il bilanciamento dei colori: trattandosi dello stesso sensore non si registrano differenze percepibili nella resa cromatica, e volendo la cattura e il salvataggio delle foto può essere svolto a 10bit nativi.
Oppo quindi ha tracciato una linea: scatto, elaborazione, storage e rappresentazione a 10bit. Nessuno al momento fa altrettanto sul mercato, dicono dall’azienda (forse eccezion fatta per Apple, che gioca però un altro campionato), e questo garantisce un vantaggio competitivo nel mondo androide. Anche grazie a una serie di altri dettagli non da poco: per esempio le lenti “freeform” montate sull’ultra-wide, che non creano quell’effetto bombato sugli scatti, o la scelta di abbinare anche un sensore per lo zoom 5x (ibrido) da 13 megapixel che è un buon complemento delle prime due fotocamere. Chi non ha voglia di impegolarsi nella gestione dei parametri può attivare l’AI di bordo, che fa tutto da sola con buona efficienza: naturalmente c’è anche una modalità Pro a disposizione (con possibilità di salvare anche in formato RAW), ma bisogna sapere cosa si sta facendo. Chicca non da poco, almeno per l’effetto wow, è la scelta di montare una fotocamera microscopio da 3 megapixel: ingrandisce di 30 volte l’oggetto ripreso, ha persino a disposizione un anello LED attorno la lente per garantire la riuscita della foto grazie alla luce aggiuntiva, e permette di ottenere dei risultati originali rispetto alle macro tutto sommato inutili che si trovano altrove per far numero.
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Ingrandimento 30x del corpo in alluminio di un MacBook: la superficie liscia mostra in realtà moltissime differenze al microscopio -
L’altoparlante del MacBook -
Il foglio di sughero originale -
Ingrandimento 30x di un foglio di sughero
Per la nostra valutazione, in ogni caso, ci concentriamo sulle due fotocamere principali: il sensore Sony è decisamente di ottima qualità, offre supporto dual-ISO nativo per garantire ottima resa anche con luce scarsa, crea ottimi scatti in HDR unendo assieme diversi fotogrammi in modo totalmente trasparente per l’utente. La video-ripresa a 10bit e 4K di risoluzione offre performance interessanti, anche qui in qualsiasi condizione di luce e con una bella stabilizzazione efficace anche alla massima risoluzione. Carina l’idea di montare un microfono dedicato, non è la prima volta che lo vediamo, che serve a rendere direzionale l’audio in ripresa: significa che, tramite elaborazione software si intende, il telefono cercherà di migliorare la nitidezza per esempio di un parlato quando si effettua uno zoom – lo chiamano audio-zoom, non fa miracoli ma è meglio di niente.
Volendo trovare anche qui un particolare su cui lavorare, forse l’interfaccia dell’app fotocamera non è indimenticabile: resta comunque usabile, e non c’è un punto debole particolare da evidenziare. Venendo alle fotocamere, il microscopio è quel gadget che ogni tanto potrà far sorridere e stupire gli amici, mentre lo zoom sta lì a far qualcosa in più ma mostra un po’ di limiti quando cala la sera. Sugli scudi invece la capacità di Oppo di garantire uniformità alla resa dei sensori di qualità montati sul posteriore: è stato fatto davvero un ottimo lavoro e le foto e i video catturati con questo Find X3 Pro sono eccellenti, da vero utra-phone capace di tener testa alla concorrenza più agguerrita.
La potenza e il controllo
Da raccontare non c’è ancora molto altro. La piattaforma hardware scelta è basata sul già citato Qualcomm Snapdragon 888, al momento non ci sono concorrenti credibili per questo SoC in ambito Android, e dunque le performance sono più che adeguate. La connettività 5G e WiFi-6 è altrettanto efficace, non mostra particolari esitazioni e ciò anche grazie a un sottosistema di antenne che pare ben studiato. Le performance nella vita di tutti i giorni sono garantite dai 12GB di RAM LPDRR5 (a 3.200MHz) e lo storage UFS 3.1 da 256GB integrati: è un modello super-accessoriato insomma questo Find X3 Pro, in cui è difficile trovare un compromesso sul piano delle specifiche.
Veniamo all’autonomia: la batteria montata è doppia, con due sottosezioni che garantiscono una ricarica più rapida per i 4.500mAh complessivi di cui è capace. Ricarica tra l’altro possibile a 65W con il caricabatterie fornito in confezione, oppure a 30W se si opta per una ricarica wireless: ormai con questi sistemi ultra-rapidi ci si dimentica persino di cosa sia il problema di “arrivare a sera”, visto che bastano 10 minuti per riempire quasi per metà l’accumulatore e l’intero ciclo di ricarica non richiede che 30 minuti circa. Il consumo, comunque, tenendo lo schermo impostato alla massima risoluzione non è bassissimo: in linea con gli altri ultra-phone in ogni caso, si arriva a sera comodamente pure se non si ha a disposizione una presa di corrente. Altrimenti abbassate la risoluzione nelle impostazioni, non ci si perde troppo in termini di qualità dell’immagine.
Com’è questo Find X3 Pro, quindi? È un gran bel telefono, super accessoriato e con tutto al posto giusto. Non è troppo pesante (in relazione alle dimensioni si intende), ha una autonomia adeguata (non da record, ma è più che ok), soprattutto ha una bella fotocamera (rispetto a uno smartphone) e un bello schermo. Si può usare con decisamente ottimi risultati per divertimento o come terminale di lavoro: non sembra abbia punti deboli, dunque è un buon investimento nonostante il prezzo di listino da 1.149 euro (che è proprio da ultra-phone). C’è solo una riflessione da fare, per onestà di recensore: non sappiamo esattamente che piani abbia per il futuro Oppo. Non abbiamo (ancora) uno storico riguardante il supporto offerto post-vendita: ma sappiamo che l’azienda è grande, solida, che in madrepatria è primatista di vendite, che da noi si sta impegnando con importanti investimenti in termini di comunicazione e posizionamento, e soprattutto che questo Oppo Find X3 Pro è un ottimo telefono.
L’unico neo, in questo ragionamento, è la proposta Find X nel suo complesso: quest’anno è sparito il periscopio che invece era stato il centro della proposta precedente, niente più vera-finta-pelle bensì il ritorno del vetro come materiale per il posteriore. A Oppo piace cambiare: ma i consumatori preferiscono invece avere le idee chiare quando si tratta di investire i propri soldi, vogliono sapere esattamente cosa si porteranno a casa quando comprano uno smartphone (brilla per la fotocamera? per l’autonomia? è un prodotto equilibrato, senza pecche ma anche senza acuti?). Oppo deve costruirsi un certo tipo di credibilità qui da noi per fare il grande salto: questo Find X3 Pro è un ottimo modo per cominciare a costruirsela (e bene promettono anche i modelli inferiori, decisamente più a buon mercato). Vedremo nei prossimi mesi, e anni, che cosa arriverà da parte del marchio cinese.