Obiettivo consentire alle persone con disabilità vocali di utilizzare una voce espressiva e empatica. Ad oggi, sono già 250 le voci donate
Ridare la voce a chi l’ha persa perché colpito da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) o da altre malattie, grazie a un’alleanza tra ricerca, intelligenza artificiale, imprenditori e una squadra di doppiatori. È l’obiettivo della piattaforma di tecnologia digitale “Voice for purpose”, una vera e propria “libreria di voci” dal duplice valore. Da una parte infatti consentirà alle persone che hanno perso il proprio eloquio di sceglierne una espressiva fra tutte quelle che verranno donate da persone di tutto il mondo. Dall’altra consentirà di “salvare” la propria voce, registrandola. Una possibilità, quest’ultima, che sarà accessibile a tutti coloro che hanno ancora conservata la capacità di parlare, così che in futuro nessuno sarà più costretto a parlare con una voce metallica quando la malattia arriverà a intaccarla.
Nata da un’intuizione di Pino Insegno, la piattaforma vede il coinvolgimento di Università Campus Bio-Medico di Roma, Centri clinici Nemo, Traslated, Dream On e l’Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica (Aisla).
Donare la voce con l’AI
Ogni anno migliaia di persone sono colpite da malattie degenerative e perdono rapidamente il controllo della voce. Per il resto della vita, sono costrette ad affidarsi a voci robotiche e fredde che non riescono a trasmettere emozioni e intonazione quando parlano con gli altri. Da questa esigenza nasce “Voice for purpose”. Il progetto è stato presentato il 6 febbraio a Roma alla presenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Nato da un’intuizione di Pino Insegno, attore e doppiatore, il progetto mira a dare vita ad una voice banking dal duplice obiettivo: da una parte consentirà alle persone che hanno perso la propria voce di sceglierne una più espressiva; dall’altra permetterà di salvare la propria voce, registrandola. “Riacquistare la voce per un malato di Sla significa inclusione, non perdere le proprie interazioni sociali” ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenuto nel corso della presentazione del progetto. “A tutto ciò si unisce il valore aggiunto della donazione della voce grazie all’idea di Pino Insegno, che ha messo a disposizione la sua, invitando tutti a un gesto di generosità per rafforzare la cultura della donazione anche in questo ambito”.
Donare grazie alla tecnologia
Il progetto vuole creare le condizioni perché ogni persona con disabilità vocale possa accedere a un servizio di Voice Banking per conservare la voce e beneficiare dell’utilizzo della sintesi vocale personale, o donata, quando la comunicazione verbale è possibile solo con l’ausilio di supporti e dispositivi tecnologici di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). “La Sla è inclusa nei Lea e il ministero ha finanziato diverse ricerche incentrate sull’individuazione dei marcatori della malattia e su trial farmacologici” ha ricordato il ministro Schillaci. “Gli Irccs contano circa 1.000 ricoveri l’anno e 1.500 visite ambulatoriali e negli ultimi decenni il contributo dei ricercatori e dei clinici italiani è stato significativo e spesso determinante per la finalizzazione di linee guida, conduzione di trial terapeutici e identificazione di nuovi geni patogenetici”
Il progetto Voice for purpose è la prima tappa di un percorso innovativo che si svilupperà nei prossimi anni a livello internazionale e che già oggi permette di applicare le più avanzate tecnologie di sintesi vocale per tornare a comunicare più facilmente. Ad oggi, sono già 250 le voci donate.
La personalizzazione delle cure, la tutela della dignità della persona e la promozione della sua autonomia, sono punti essenziali per la qualità della vita di chi soffre. In questo senso la tecnologia rappresenta uno strumento fondamentale che può essere messa al servizio del bisogno di autonomia di tutti.