Dai gamer ai server su cucina e scuola. La società potrebbe quotarsi nei prossimi mesi
Come con Twitch, tutto è nato dai videogiochi. Discord, lanciato nel 2015 da Jason Citron e Stan Vishnevskiy, è ancora un fenomeno di nicchia se paragonato ai milioni di utenti che ogni giorno rimbalzano da Instagram a TikTok, per poi trascorrere ore su Facebook o YouTube, tenendo sempre accesa la playlist preferita su Spotify. Eppure una delle piattaforme ultime arrivate sembrerebbe aver già attirato l’attenzione dei giganti. Microsoft – da vent’anni nel mondo gaming con Xbox – avrebbe proposto di acquisire Discord per oltre 10 miliardi di dollari. Ve ne abbiamo parlato lo scorso anno anche se, da allora, le cose sono rimaste immutate. La società è nelle mani dei suoi founder, ha sede a San Francisco e, come leggiamo su Forbes, potrebbe quotarsi nel giro dei prossimi mesi per una cifra di circa 17 miliardi di dollari.
Discord: server e community
In un momento di grande fermento per il mondo delle piattaforme è interessante approfondire le dinamiche che si sono sviluppate negli ultimi anni su Discord. La premessa doverosa riguarda l’accessibilità: per facilità d’uso non è un software paragonabile, ad esempio, a Instagram. Su Discord non abbiamo un feed da scorrere e la lingua dominante per ora rimane l’inglese. Tutto ruota attorno ai server, ovvero gruppi di persone che si ritrovano online per chattare o scambiarsi opinioni sul medesimo argomento. Libri, videogiochi, cucina, di tutto. Non c’è un menu del giorno: qualcuno lancia lo spunto e parte la conversazione.
Quando è stato lanciato nel 2015, Discord serviva soltanto per mettere in connessione i gamer. Poi, come in tutte le più incredibili storie di innovazione, i founder hanno fatto pivot. Ovvero, hanno preso l’idea iniziale – focalizzarsi sui videogiocatori – per allargare lo strumento e trasformare la piattaforma in quella che Protocol ha definito una nuova strada per internet. Se su Twitch non ci sono più soltanto i gamer, ma troviamo la Bobo Tv e le rassegne stampa di innovazione, così su Discord sono sbocciati server verticali sul mondo della scuola, dove alunni e insegnanti restano in contatto. La pandemia e le lezioni da casa hanno dato una spinta evidente nella transizione verso un modello che sa di nuovo, ma anche di antico.
L’imprenditore digitale Marco Montemagno ha paragonato Discord a quello che un tempo erano i forum, spazi digitali dove le persone si incontravano e i contributi di ciascuno animavano le conversazioni. Quel passato, oggi forse rimpianto di fronte al dominio dei social (e dei loro algoritmi), sta per ritornare sotto forma di server? Dopo l’annuncio di Zuckerberg su piani di Menlo Park per il metaverso, gli esperti stanno discutendo sulle possibili evoluzioni di internet. Rispetto modello centralizzato dell’ex gruppo Facebook, Discord può offrire una reale alternativa? Su Discord possiamo avere un’idea di cosa sarà il famoso web3?
Come su tutte le piattaforme, anche su Discord ogni utente ha un profilo. A differenza però della propria pagina, dove pubblicare video, foto o audio in maniera unilaterale (noi pubblichiamo, gli utenti al massimo commentano e condividono), su Discord è la community che anima i server (altrimenti sarebbe come aver di fronte una versione meno agile di Twitter, con una cascata di post della stessa persona). Ognuno ha potere di crearsi il proprio server, dedicandolo per esempio all’argomento “cucina”. All’interno di quel server è poi possibile mettere in ordine le conversazioni, segmentandole per micro argomenti. Sono i canali: restando sempre in tema cucina, i canali potrebbero essere le ricette per i primi, per i secondi (abbiamo reso l’idea?). Lo spazio virtuale si arricchisce così di angoli di dibattito in cui ciascuno, entrandovi, sa di trovare altri utenti che condividono con lui o lei la medesima passione.
Come Slack?
Slack è la chat lavorativa per eccellenza e in molti hanno suggerito le non poche similitudini con Discord. L’interfaccia non è poi così diversa, con un grosso spazio per la chat e la barra laterale con sezioni e utenti con cui si può chattare. Tra le differenze più macroscopiche è che Discord ha puntato molto anche sulle chat audio, proprio per venire incontro ai gamer che hanno necessità di coordinare le proprie campagne in real time; anche su Slack c’è la possibilità di chiamare un collega, ma per quello in molti preferiscono ancora lo smartphone.
Un altro aspetto interessante di Discord sta anche nella possibilità di stabilire l’esclusività di un particolare server. Moltissimi sono pubblici e, dopo una veloce autenticazione, chiunque può accedervi; in altri casi, invece, i content creator o gli influencer possono aprire canali riservati, per esempio, alla community pagante (tramite subscription o NFT), instaurando così un canale di comunicazione ancora più intimo e riservato con le persone. Anche questo è un altro aspetto di un nuovo internet che potrebbe affermarsi.
Qualche numero e i soliti problemi di moderazione
Se pensiamo alla fiammata clamorosa che ha avuto Clubhouse nei primi mesi del 2021, senz’altro Discord sta seguendo un processo di crescita meno seguito dalla stampa mainstream. Su Discord sono attivi quasi 7 milioni di server (il più seguito è Fortnite con 571 mila membri); in tutto la società ha raccolto quasi 1 miliardo di dollari; nel 2020, anno di svolta, ha registrato 300 milioni di utenti sulla piattaforma. Numeri che sono cresciuti negli ultimi anni. Le potenzialità della piattaforma potrebbero essere ancora inespresse e questo ce lo dirà soltanto il tempo. Intanto sappiamo che Discord ha riscontrato gli stessi problemi con cui si scontrano le Big Tech: moderazione e controllo dei contenuti.
Discord è stata definita dal New York Times tra le app preferite dalla destra suprematista statunitense. Mesi prima della manifestazione di Charlottesville, nel 2017, negli USA molti estremisti si erano organizzati e scambiati contenuti su Discord. Dopo quel raduno – a cui aveva risposto una contro-manifestazione in cui un’auto investì e uccise una donna, travolgendo altre persone nella folla – si iniziò ad associare Discord a una certa area politica violenta. Nulla di troppo diverso rispetto a quanto successo a Facebook e Twitter dopo i disordini di Capitol Hill il 6 gennaio del 2021. Discord ha intanto da poco aggiornato la sua policy in merito, per esempio, a disinformazione sui vaccini.