A noi giornalisti ormai troppo anziani per essere definiti “nativi digitali” capita spesso, andando a un evento o prendendo parte a una intervista, di affidarci ancora al caro, vecchio taccuino. Perché le vecchie abitudini sono dure a morire. Ma anche perché i device si scaricano sul più bello e magari nella sala non c’è posto per appoggiare il portatile. Fin qui nessun problema, anche se i giovani, quando ci vedono alle prese con carta e penna, sghignazzano. Inutile dire però che siamo molto più veloci noi con la biro che loro con la tastiera. Il vantaggio però lo acquisiscono subito dopo: loro hanno già pronto il pezzo, noi arrivati in redazione dobbiamo ricopiare tutto, praticamente scrivere da zero l’articolo. E se con Huion Note fosse possibile evitare di perdere ore trascrivendo in modo automatico dal quaderno al PC?
Huion Note, taccuino di carta ma digitale
La risposta breve è “no, non è possibile”. E siamo i primi a esserne dispiaciuti. Però è anche vero che Huion Note è proprio lo strumento che unisce due mondi generazionali finora rimasti nettamente separati: quello dei taccuini tradizionali e quello dei tablet.
Esperimenti interessanti che mediano i contenuti delle due estremità li abbiamo già recensiti nei mesi scorsi parlando di remarkable2 e dell’Onyx Boox Note Air 3C: soprattutto il primo è il device hi-tech che più di ogni altro riesce a restituire la sensazione di scrivere su carta, mentre il secondo arricchisce l’esperienza con quel corollario di app oggi indispensabili sul lavoro.
Ma, c’è poco da fare, anche se entrambi i prodotti ci sono piaciuti e a tratti ci hanno persino sorpreso, noi agli eventi continuiamo a portare il taccuino tradizionale. O meglio, da qualche settimana abbiamo sempre con noi questo particolare Huion Note e c’è un motivo: digitalizza quello che scriviamo.
Non lo fa nel modo che avremmo voluto, ovvero convertendo i nostri scarabocchi in caratteri digitali comprensibili ai programmi di scrittura (ma ci arriveremo: anzi, ci appelliamo proprio a Huion affinché intensifichi i propri sforzi verso questa direzione), ma permette di trasformare ogni scarabocchio in un vettoriale e dunque in PDF e questo dà così modo, oltre ad avere in tempo reale una copia digitale dei propri appunti, anche di condividerla su schermo.
L’ideale insomma per chi, in una riunione di lavoro, vuole proiettare a tutti ciò che sta scrivendo o disegnando sul proprio taccuino. Com’è pure l’ideale per tutti coloro che vanno all’università, prendono appunti, dopodiché vogliono infiorettarli con foto e grafici. Volendo è persino possibile farlo in presa diretta da cellulare, attraverso una app proprietaria tanto semplice ed essenziale quanto funzionale e in grado di confezionare ottimi PDF. Se si scarabocchia sulle scritte, inoltre, per il programma si sta cancellando quanto scritto.
All’apparenza l’Huion Note sembra un taccuino normale, persino troppo tradizionale, vista la finta pelle color marrone e gli inserti dorati della penna (la cui custodia può comodamente essere calamitata al device): si differenzia dai quadernoni A5 tradizionali solo perché pesa un po’ più del solito, essendo impercettibile l’ingresso per la USB-C con cui ricaricarlo o connetterlo agli altri device. Una volta finita la risma inclusa con l’acquisto (50 fogli) è possibile acquistare quella ufficiale dal rivenditore oppure rivolgersi ad altre marche, avendo l’accortezza che abbia il medesimo spessore.
Se si sfrutta l’apposito cartoncino rigido adesivo e lo si incolla alla copertina, eliminando la risma, lo Huion Note opportunamente collegato al PC (e avendo cura di cambiare punta alla penna) diventa invece una tavoletta grafica. Insomma, siamo rimasti piacevolmente sorpresi da questo prodotto, che permette di digitalizzare in tempo reale appunti e scarabocchi così da lavorarli e arricchirli in un secondo momento dall’app, condividendo con chi si vuole i PDF. Ora attendiamo con ansia il modello che converta la scrittura in corsivo in file testuali.