Anche l’Italia ha i suoi occhiali smart. GlassUp riprodurrà i contenuti provenienti dai device mobili come smartphone e tablet. Sulle lenti si potranno vedere le notifiche dei social, i messaggi arrivati, le chiamate e molto altro.
Estetica contro funzione: una lotta antica, che infiamma anche la definizione dell’hardware del futuro. Ne è la dimostrazione il proliferare di modelli di smart glass lanciati dai big player del mondo tech, primo fra tutti Google che proprio qualche giorno fa ha annunciato i progressi del modello Enterprise Edition, dedicato ai professionisti.
Inoltre nella Silicon Valley sembra si sia riacceso l’hype sugli smart glass, come dimostra questa scelta di Snapchat. Tuttavia c’è chi ha trovato il perfetto connubio tra estetica e funzione anche nella realizzazione di un paio d’occhiali intelligenti dedicato ai normali consumatori. Si tratta del team che ha pensato e sta per portare sul mercato GlassUp, gli smart glass made in Italy.
Da un gesto noioso al business: l’intuizione
L’avventura comincia grazie a Francesco Giartosio, appassionato di hi-tech e fondatore di ContiPronti e Giarty, unita all’esperienza di apparati ottici di Gianluigi Tregnaghi. “Francesco era stufo di dover sempre tirar fuori dalla tasca il cellulare per ogni mail o notifica, un’azione fastidiosa e che ruba tempo”, spiega Riccardo Soffritti, COO di GlassUp. «Con un occhiale che funge da display esterno del telefono, questo problema lo evito: vedo le notifiche e decido se intervenire o meno».
La startup dunque viene costituita nel 2012 e si propone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel mercato internazionale delle tecnologie indossabili, grazie a un occhiale semplice da utilizzare, dal design gradevole, confortevole e che migliori la vita delle persone, al prezzo giusto. «Ci rivolgiamo in primo luogo ad appassionati di tecnologia», spiega Federico Canuti, responsabile marketing di GlassUp. «Poi ci rivolgiamo ai professionisti dai 30 ai 45 anni, persone con cultura medio-alta, che utilizzano la tecnologia per migliorare la propria redditività lavorativa o potenziare le proprie passioni».
Per questi due target GlassUp ha pensato a due visori diversi. Da una parte c’è il prodotto consumer oriented, dall’altra la versione industrial.
Consumer e Pro: i due volti di GlassUp
Iniziamo col dire che la versione GlassUp consumer non ha una fotocamera. Si tratta di una scelta precisa del team per assicurare a chi indossa l’occhiale e a chi sta dinanzi al portatore di tecnologia indossabile, di avere un’interazione quanto più genuina e non invasiva. «Quando si sta davanti a qualcuno che indossa i Google Glass ad esempio si ha la sensazione che il soggetto sia distratto, impegnato com’è a seguire le informazioni che scorrono sul visore», spiega Soffritti. «È come stare davanti a qualcuno che guarda un piccolo televisore». Il visore inserito nel dispositivo GlassUp invia solo informazioni necessarie a supporto di chi indossa l’occhiale. Il proiettore è posizionato sulla stanghetta dell’occhiale che, con un gioco di filtri e specchi riflette le immagini sulla lente dell’occhio destro che rimane quindi trasparente.
Così, mentre si parla con qualcuno, è possibile leggere il messaggio senza distogliere gli occhi e non urtare la sensibilità dell’interlocutore
«Inoltre, sappiamo che le lenti da vista sono un accessorio su cui l’industria del fashion lavora con molta attenzione: per questo il nostro GlassUp doveva essere allineato alle necessità di stile», aggiunge il COO della startup. «Il nostro visore è la via pop allo smart glass».
La versione avanzata
Diverso l’approccio per la versione pro. «Si tratta di device che migliorano la redditività e semplificano l’attività lavorativa. Qui la telecamera c’è, il display è a colori e il modello sarà customizzabile a seconda delle necessità del cliente», spiega Canuti. più GlassUp per professionisti potrà essere usato in ambito chirurgico o per il disaster recovery monitoring ad esempio: «Pensiamo anche che il nostro smart glass potrà esseree utile a chi fa training on the job».
La particolarità dei dispositivi pensati da GlassUp sta nella possibilità di personalizzare le informazioni che il visore trasmette all’occhio di chi indossa questo device. Si può scegliere quante notifiche attivare e si può decidere anche che app collegare. Le soluzioni che fanno dialogare smartphone e visore sono sviluppate dalla startup modenese, ma i software delle app restano aperti.
L’obiettivo è permettere ad altre applicazioni come Facebook o TripAdvisor di sviluppare versioni compatibili delle proprie app con GlassUp.
Ottobre 2016: l’ora X del prototipo
Il prototipo del modello consumer di GlassUp sarà presentato a ottobre 2016 presso la fiera di settore Wearable Tech Show di Santa Clara. Qui partirà il pre-order per circa 3 mila esemplari, con consegna prevista tra fine 2016 e inizio 2017. Chiusa la fase di market test, ci sarà la finalizzazione del prototipo messo sul mercato attraverso il sito GlassUp. Per il modello pro è previsto lo stesso iter, slittato di tre mesi.
Al momento i capitali investiti in quest’avventura sono stati immessi dai due soci fondatori. Agli 800 mila euro di partenza, andranno ad aggiungersi 250 mila euro che GlassUp si prefigge di raccogliere attraverso la campagna equity based crowdfunding in partenza su Tip Ventures: in questa fase i fondi verranno raccolti a fronte della cessione del 9% delle quote societarie. I fondi saranno collegati a un plafond che servirà per sviluppare la versione 2.0 del dispositivo pro.