Prima di giungere a qualche conclusione sul Dyson Gen5detect, ovvero l’aspirapolvere senza filo più potente dell’azienda inglese fondata dall’omonimo inventore, James, all’inizio degli anni Novanta, abbiamo dovuto passare e ripassare casa e capire come si comporta il prodotto, sia sul pavimento sia su altre superfici. Lo abbiamo messo alla prova in un appartamento di circa 80 metri quadrati, confidando sul fatto che l’autonomia fosse sufficientemente affidabile per non dover interrompere i mestieri sul più bello. Seguiteci nella nostra recensione del Dyson Gen5detect.
Meglio del v15?
Nella famiglia degli aspirapolvere Dyson il Gen5detect ha segnato una sorta di discontinuità, a partire dal nome. Le versioni precedenti viaggiavano senz’altro alla grande grazie a motori potenti, ma quello che sta al di sotto della scocca dell’ultima generazione è stato riprogettato, per essere in grado di raggiungere 280 Air Watts di potenza di aspirazione (il v15 si fermava a 240). La novità tuttavia più importante – e apprezzata da chi in passato mugugnava sulle ragioni di quella scelta – è l’addio al grilletto.
Via il grilletto
Sì, perché la versione precedente si accendeva schiacciando (e tenendo premuto) il grilletto con l’indice nella parte di impugnatura. Alcuni si erano abituati alla svelta, altri non vedevano invece l’ora che le cose cambiassero. Accontentati: il Gen5detect si avvia schiacciando il pulsante posizionato sulla parte superiore del filtro, sopra il mini schermo dove splende il navigatore di bordo capace di mappare lo sporco in casa e capire se potete passare alla stanza successiva, o se non siete stati sufficientemente precisi nelle pulizie. Ma su questo ritorneremo.
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Durante i nostri primi giorni di test dobbiamo riconoscere che il pulsante può valere come miglioramento rispetto al grilletto, anche se per le versioni future potremmo scrivere sul libro dei desideri (da spedire a Dyson, ovviamente) di predisporlo a portata di mano, senza dover scomodare l’altra per pigiare.
Gen5detect: il test sul tappeto
Questioni di gusti (e di abitudini). Non è certo il modo in cui si accende o spegne l’aspirapolvere a fare più di tanto la differenza nella nostra recensione. Vediamo dunque come se l’è cavata. Su un pavimento in cotto abbiamo testato il Dyson Gen5detect utilizzando sia la Spazzola Digital Motorbar, sia la nuova Fluffy Optic con luce verde integrata. Partiamo dalla prima.
Domanda: avete gatti o cani in casa? Se la risposta è affermativa, capirete fin da subito la comodità della Digital Motorbar: il sistema evita che i peli si ingarbuglino nel rullo, creando quelle spiacevoli e neanche troppo igieniche matasse, alla lunga fastidiose da togliere. Come? Grazie a una sorta di striscia dentata che li sminuzza, rendendoli molto più piccoli.
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Se avete poi un tappeto in casa e pensate sia pulito, suggeriamo un passaggio rapido con la Gen5detect: pochi minuti di avanti e indietro e ci siamo resi conto di quanta polvere sia riuscito a raccogliere, attivando peraltro la potenza massima grazie alla modalità automatica che imposta la spinta dell’aspirazione in base allo sporco che l’aspirapolvere incontra.
Il navigatore di bordo
Anche su questo occorre fare un appunto: il Dyson ha un piccolo schermo LCD con le barre che indicano la quantità e la dimensione delle particelle catturate, proprio mentre state facendo le pulizie. Per i maniaci dell’igiene si aprirà un mondo, anzi la caccia alle più minuscole tracce di sporco, superiori a 0,1 micron. Ovviamente nessun si immagina di fare le pulizie fissando una statistica real time, ma vi assicuriamo che le informazioni rimangono utili per capire se la sala è pulita oppure occorre qualche passata in più. Sempre sullo schermo sono sempre visibili i minuti di autonomia rimasti.
E luce fu
Veniamo però ora all’altro prodotto che si può agganciare all’aspirapolvere, il Fluffy Optic. Più leggero e dal rullo spugnoso, vanta dalla sua una luce verde che illumina una piccola sezione del pavimento, dalla parte destra della spazzola, rimanendo a 7,3 millimetri dal suolo. Grazie all’intensità e all’inclinazione del fascio, la pulizia diventa davvero un’esperienza di gamification: scoprirete le più invisibili tracce di polvere.
Forse non è il più indicato per passare dove c’è più sporco, ma la spazzola in questione resta la nostra preferita, grazie a questa aggiunta che rende davvero l’esperienza della pulizia una sorta di mini sfida alla scoperta dell’ultima delle briciole. La controindicazione è che – se in casa c’è qualche amante delle pulizie – verrà più e più volte tentato di far partire il laser e disturbare la quieta di una giornata di smart working. Il Fluffy Optic rimane ideale per le superfici lisce, mentre per i tappeti conviene affidarsi al Motorbar.
Autonomia e peso
Finora non abbiamo fatto cenno a un altro aspetto non da poco nel giudizio di un elettrodomestico del genere. Quanto pesa? Beh, non poco: 3,5 kg, mezzo chilo in più del v15. Non si può negare: la differenza si fa sentire, al netto del motore più potente che come ci siamo detti garantisce un notevole salto di qualità nelle pulizie. A livello di autonomia suggeriamo di mantenere sempre impostata la modalità automatica – si può cambiare con il secondo pulsante, nella parte inferiore dello schermo, e selezionare anche quella turbo o eco. Spingendo al massimo, la batteria verrà più o meno dimezzata.
La durata del Dyson Gen5detect non è affatto infinita: 70 minuti, con un utilizzo misurato della potenza (qualcosa in più rispetto al predecessore). Può sembrare non tantissimo, ma in una casa di 80 metri quadrati, non ci ha mai lasciato a piedi neppure nel giorno delle pulizie pesanti. Non ci siamo però dimenticati dell’altro accessorio: la spazzola a forma conica ideale per divani, materassi e letti.
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Anche in questo caso il test è stato effettuato proprio là dove dorme l’adorato gatto. Con il contenitore della sporcizia immacolato, la potenza al massimo ha attirato peli e briciole con un miglioramento a vista d’occhio. Il contenitore, svuotabile con l’apertura a molla che scarica lo sporco direttamente nella spazzatura (così non dovrete toccare nulla), è capiente esattamente come il v15.
Chiudiamo il commento sulla tecnologia citando il filtro HEPA in grado di catturare anche i virus, rendendo senz’altro l’ambiente domestico sufficientemente pulito e igienico. Va da sè poi che l’aspirapolvere non vi impedirà di ammalarvi, ma se si può rendere la vita più difficile ai germi, perché no?
Le conclusioni
Consigliamo di registrarsi sull’app di Dyson, soprattutto perché dà accesso a tutta una serie di chiari video tutorial che mostreranno come utilizzare al meglio e prendersi cura del prodotto. Questo perché non stiamo parlando di un aspirapolvere economico: il prezzo è da top di gamma, non a caso il gioiello più prezioso del magazzino della società. Vale la spesa?
Si tratta senz’altro di un investimento, sprecato a nostro avviso se impiegato in case molto piccole, più costoso di altri competitor altrettanto validi nelle faccende domestiche. Una volta provato, è però innegabile apprezzarne il livello di affidabilità, oltre alla capacità di trasformare il noioso (ebbene sì, l’abbiamo detto) atto del pulire in un’esperienza di vera gamification.