Oltre alle misure nazionali, Palazzo Chigi ha previsto altre restrizioni per i territori più esposti
In base all’ultimo dpcm approvato dal Governo Conte, l’Italia da domani viene suddivisa in zone per entità di rischio dovute al contagio. Le zone rosse e arancioni sono quelle che, oltre alle misure nazionali valide per tutte le regioni da nord a sud, vedranno più chiusure di esercizi come ristoranti e bar. Ecco dunque le attività che resteranno chiuse fino al 3 dicembre là dove la seconda ondata desta più preoccupazione. Come più volte spiegato da Palazzo Chigi queste misure, dolorose per il sistema produttivo e non solo, puntano a evitare il lockdown generalizzato come tutto il paese e altre parti d’Europa hanno vissuto la scorsa primavera.
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Zone rosse: negozi e attività
In quelle che vengono classificate come zone rosse, sono chiusi i mercati non alimentari e tutti i negozi che non sono compresi nell’elenco che anche StartupItalia ha pubblicato. Sempre nelle zone rosse resteranno chiusi i bar, i pub, i ristoranti, le gelaterie, le pasticcerie. Le attività di ristorazione che prevedono consegna a domicilio potranno rimanere aperte fino alle 22 anche con la possibilità dell’asporto.
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Zone arancioni
Nelle zone arancioni il Governo ha mantenuto l’obbligo di chiusura di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie ad esclusione delle mense e del catering. Nelle zone arancioni a partire da domani sarà consentita la ristorazione con consegna a domicilio e l’asporto fino alle 22.
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Misure nazionali
Le misure nazionali prevedono infine la chiusura dei centri commerciali di medie e grandi dimensioni nei giorni festivi e prefestivi. Alle 18 bar e ristoranti dovranno chiudere e ci potranno essere soltanto 4 persone per tavolo. Valgono infine le solite disposizioni su mascherina e distanziamento sociale.