La maggioranza si spacca sulla strada da intraprendere. Il PD chiede misure più drastiche, M5S le rifiuta. Il premier guarda (troppo?) lontano e parla di vaccini…
Continuano le frizioni all’interno dell’esecutivo spaccato perché indeciso sulla strada da intraprendere per gestire la nuova ondata di casi di Coronavirus. Questa mattina il capodelegazione del Pd al governo, il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, aveva dichiarato: «Ho chiesto ieri al presidente Conte una riunione per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni». Sul fronte opposto, cioè di coloro che respingono con forza che sia già giunto il momento di varare nuove chiusure, oltre alla ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, impegnata nella polemica con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per l’ordinanza con cui ha disposto la chiusura delle scuole e tutto il Movimento 5 Stelle, anche il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, che ha avvertito i presidenti di Regione: «Chi emana ordinanze restrittive si assume la responsabilità degli effetti». In serata, appena rientrato dal vertice europeo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è tornato a ribadire che non ci saranno altri lockdown.
Cosa ha detto Conte su possibili lockdown
«Dobbiamo evitare il lockdown, non dico che è meno pericolosa l’ondata, ma che abbiamo lavorato. Dobbiamo affrontare questa ondata con strategia diversa e nuova, che non prevede più il lockdown». Lo ha detto il premier, intervistato al Festival di Limes, a Genova. «Di fronte a una seconda ondata che sta coinvolgendo tanti altri Paesi siamo tutti preoccupati, perché questa seconda ondata sta stressando i sistemi sanitari e anche le economie e i tessuti sociali. Siamo anche stanchi. In nostri cittadini sono stanchi, vengono già da una prova durissima», ha aggiunto. «L’Unione europea sta finanziando le più importanti ricerche ed è in condizione di potersi garantire varie centinaia di milioni di vaccini. È stato un investimento ad ampio spettro, alcuni gruppi prospettano esiti per fine novembre o dicembre, potremmo avere molto presto 200 o 300 milioni di vaccini. Saremo in grado di inondare i nostri sistemi di vaccini e ci siamo premurati anche di procurarli anche per i paesi più fragili», ha concluso Conte.