Sono 129 i Paesi nel mondo che hanno preso misure per contrastare la diffusione del Covid-19 a partire dagli aeroporti. La situazione in continuo aggiornamento, rende difficile le partenze.
Chi deve partire nei prossimi giorni sta vivendo momenti di incertezza. Mentre l’epidemia si espande crescono paura, insicurezza e controlli.
I Paesi del mondo stanno prendendo provvendimenti per contrastare la diffusione del Covid-19. L’elenco degli Stati che stanno imponendo restrizioni di accesso ai propri territori si sta allungando di ora in ora.
Ma non c’è uniformità negli intenti. Le misure da prendere sono lasciate alla discrezione dei singoli Stati. E le regole per l’accesso ai Paesi possono cambiare da un giorno all’altro, al crescere del livello di allarme.
Ecco perché è importante consultare il sito della Farnesina, “Viaggiare sicuri“, prima di partire.
Sto atterrando. E ora cosa mi attende?
Già un terzo dei Paesi del mondo ha deciso di controllare i viaggiatori in accesso al proprio territorio. Alcuni Paesi (2.5%) si limitano a controllare i viaggiatori che scendono dall’aereo con sintomi che potrebbero essere riconducibili al Coronavirus. Febbre, tosse, difficoltà respiratorie sono sufficienti per essere bloccati, controllati e, nella peggiore delle ipotesi ricoverati o invitati alla quarantena.
Altri Stati preferiscono controllare tutti i viaggiatori provenienti da aree colpite in modo grave dall’epidemia. Essere italiani, cinesi, sud coreani o viaggiatori provenienti dall’Iran, costituisce motivo di difficoltà di accesso al territorio, a prescindere dallo stato salute. Sarà la nazionalità o il paese di provenienza a decidere sui controlli nel 20% dei viaggi.
Altri Stati (9.2%) controllano tutti i viaggiatori in accesso al paese. A volte basta avere un certificato che attesta la condizione di buona salute. Altre volte il controllo si limita alla misurazione della temperatura corporea. Anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera inefficaci questi provvedimenti, dato che un malato potrebbe essere asintomatico al momento dell’atterraggio.
Il 16% degli Stati che hanno preso misure preventive negli aeroporti, ha optato per la quarantena. Tutti i viaggiatori provenienti da Italia, Cina, Corea del Sud, Iran e Hong Kong, saranno costretti a trascorrere 14 giorni in isolamento prima di poter visitare il paese.
Il 21% dei Paesi ha deciso di sosprendere i voli provenienti dall’Italia. E la percentuale cresce se si considerano i voli provenienti da e per la Cina.
C’è completo divieto di accesso per i viaggiatori provenienti dalle zone più colpite dall’epidemia di Covid-19 solo nel 10.7% dei casi.
31 Paesi applicano restrizioni all’Italia
Il divieto di accesso, la quarantena o la sospensione dei voli spesso coinvolge solo alcuni paesi di provenienza. Il grafico qui sotto rappresenta i paesi colpiti da questo tipo di provvedimento. Nel caso dell’Italia talvolta la misura viene applicata soltanto nei confronti di passeggeri o voli provenienti dalle regioni del Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Piemonte).
Meno voli in partenza dall’Italia il confronto con 5 mesi fa
Oltre alle restrizioni per i passeggeri e i disagi per i viaggi rimandati o cancellati, sono anche in calo i voli in partenza dall’Italia.
Gli aerei e le loro destinazioni subiscono fluttuazioni settimanali che sono riconducibili alla programmazione dei voli. È il CAPSCA l’osservatorio privilegiato dei voli a livello mondiale.
Se confrontiamo i voli in partenza questa settimana dall’Italia, rispetto a cinque mesi fa, quando ancora non sapevamo cosa fosse il Covid-19, registriamo un forte calo del numero degli aerei destinati a volare.
Cina, Hong Kong e Iran sono in testa alla classifica per motivi riconducibili al Coronavirus.
Il consiglio è quello di controllare il sito della Farnesina o consultare le compagnie aeree per assicurarsi che non abbiano cancellato proprio il vostro volo.
In alcuni casi ci sono anche possibilità di rimborso, come spiegato su Altroconsumo.