Per alcuni sono solo una invasione della privacy, per altri invece un presidio ineludibile per la sicurezza urbana, soprattutto nottetempo. La conclusione del caso dell’omicidio di Sharon Verzeni testimonia che le telecamere, oltre a essere contemporaneamente quanto appena descritto, risultano utili ad assicurare inspiegabili killer alla giustizia tutte le volte in cui manchino i testimoni, l’arma del delitto e persino il movente.
In Lombardia il record di telecamere di sorveglianza
In base ai dati della polizia pubblicati nell’autunno del 2022 da testate locali, in Lombardia si stima che siano installate due milioni di telecamere, per una media di un occhio elettronico ogni 30 abitanti. Ciò vuol dire che, quotidianamente, sul territorio lombardo una persona quando esce di casa viene scrutata da un centinaio di telecamere.
Quante sono le telecamere in Italia?
Nel 2022, presso i 145 Comandi analizzati nell’ultimo Rapporto nazionale sull’attività della Polizia locale, risultano installate complessivamente 29.137 telecamere di videosorveglianza, in media 202 per ogni città (media più alta rispetto ai 192 del 2021). Le città con il maggior numero di installazioni sono: Milano (2.260 telecamere), Firenze (1.503 telecamere) Roma (1.314 telecamere installate) e Genova (1.256).
Analizzando i dati degli ultimi anni – si legge nell’analisi -, si rileva una crescita costante del numero di occhi elettronici per singolo Comando; in particolare «negli ultimi due anni il numero di telecamere installate è cresciuto in modo significativo».
Chi osserva? Partnership tra pubblico e privato
Il 2022 79% dei Comuni si è dotato di un regolamento di videosorveglianza. Di questi 52 sono Comandi di città capoluogo e 32 sono di città capoluogo con popolazione superiore ai 100 abitanti. Il dato conferma il trend positivo degli ultimi anni: dal 2014 al 2022 è infatti aumentato il numero di Comuni dotati di regolamento.
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In 13 dei 115 Comandi che hanno un Regolamento di video sorveglianza sono stati stipulati accordi con privati (condomini e commercianti) per l’accesso alle loro telecamere installate. Sono i Comuni di: Roma, Milano, Parma, Reggio Calabria, Rimini, Terni, Barletta, La Spezia, Pistoia, Unione dei Comuni della Romagna Faentina, Savona, Bisceglie e Scandicci.
I dubbi del Garante sulle telecamere hi-tech
Se già tali presidi sono visti con sospetto da chi è chiamato a garantire la riservatezza dei cittadini perbene, col progredire della tecnologia aumentano le riserve. La scelta del Comune di Roma di installare nuove telecamere in metropolitana, dotate di riconoscimento facciale, in vista del Giubileo del 2025 ha infatti fatto saltare sulla sedia il Garante della Privacy.
«Fino a tutto il 2025 – ha recentemente ricordato l’Autorità al Campidoglio- vige una moratoria sull’installazione di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale attraverso l’uso di dati biometrici, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di soggetti privati. Tale trattamento è consentito solo all’autorità giudiziaria, nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, e alle autorità pubbliche, a fini di prevenzione e repressione dei reati, e comunque previo parere favorevole del Garante privacy».
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Inoltre, maggiore è il numero di dati incamerato dalle telecamere (targhe e non solo, se si aggiungono quelli biometrici) più prezioso sarà il malloppo nel caso in cui gli hacker riescano a introdursi nei sistemi che, come s’è visto, vedono spesso collaborare pubblico e privato.
La recente conclusione delle indagini per dare un volto all’assassino di Sharon Verzeni ha ribadito l’importanza sociale di questi strumenti che non dormono mai e scrutano h24 (guasti esclusi) le nostre vie e le nostre vite. Bisognerà dunque arrendersi a non avere più privacy? Tra satelliti, auto dotate di obiettivi, device di vario tipo lo spazio per la riservatezza va senza dubbio restringendosi sempre più.