Tutti le conoscono, pochi le usano. Eppure con un’app di virtual private network ci si protegge dai rischi della rete
Fate un passo indietro e considerate quanto delle vostre vite viene condiviso quotidianamente su internet. Ok, ora pensate a quanto non vorreste che venga condiviso ma rischia di esserlo, per colpa di una scarsa attenzione alla sicurezza durante l’utilizzo di computer, smartphone e tablet.
Avvertite un certo senso di terrore? È normale, visto che la fuori ci sono centinaia, se non migliaia, di persone pronte a sfruttare un’indecisione, per invadere la nostra privacy. Uno dei modi migliori per proteggere i dati sensibili è l’utilizzo di una rete privata virtuale o VPN, che rappresenta anche un metodo privilegiato per non lasciare tracce online. Non a caso, i virtual private network nascono, in ambito consumer, per consentire a giornalisti, attivisti e altri individui a rischio, di comunicare con il resto del mondo senza restrizioni. È così che abbiamo scoperto il Datagate e, prima ancora, gli abusi dell’esercito americano in Medio Oriente con WikiLeaks (basata proprio su un software anonimizzante).
Non solo utenti mirati
Ma cosa c’entriamo noi con tutto questo? Perché hacker e criminali dovrebbero entrare nei nostri dispositivi connessi? Beh, controllate le app della banca o il conto che usate per acquistare online. Il grado di protezione che dovreste attuare è direttamente proporzionale agli zeri che seguono la prima cifra. Ma non solo, anche chi è solito operare a livello finanziario offline, non è esente da problemi derivanti dalle troppe informazioni conservate sui terminali con i quali viaggia sul web. Se qualcuno riuscisse a rubare le nostre email, le foto o i video di figli e nipoti, potrebbe benissimo avanzare richieste economiche, creando una certa apprensione circa la possibilità che quei contenuti finiscano dove non devono, magari sul deep web, in cui c’è sempre chi è disposto a sborsare qualche bitcoin pur di ottenere spezzoni dell’esistenza altrui per il solo gusto di farlo.
La paura è salita? Bene, il fine era proprio questo. Per capire il valore di una VPN, bisogna considerare ad alcuni scenari specifici in cui un tale tipo di software può esser comodo. Partiamo da un Wi-Fi pubblico, caffetteria o aeroporto che sia. Normalmente ci connetteremmo senza pensarci due volte. Ma siamo sicuri che quella rete sia legittima e protetta, che non venga monitorata da qualcuno e funga da ponte per insediarsi in oggetti ad essa connessi? Domande a cui, usando una VPN, si può rispondere con un non mi interessa.
Come funziona
Il motivo? Una rete privata protegge la connessione alla fonte, cioè a partire dal modem/router che la diffonde, per garantire che tutti i dati inviati e ricevuti siano crittografati e illeggibili da sguardi indiscreti. Ma una VPN non fa solo questo. Un altro esempio che ne mostra l’utilità arriva quando si viaggia all’estero e si vorrebbe accedere al servizio di streaming che si paga in Italia. Seppur l’Unione Europea si stia muovendo in merito, ancora oggi le piattaforme che prevedono un canone di pagamento per la visione di contenuti on demand, live o in differita, sono legate al paese di registrazione.
Basta uscire fuori dai confini nazionali per vivere l’impossibilità di godersi la partita della squadra del cuore o l’ultima puntata della serie preferita. Si chiama geo blocking ed è ancora una realtà. Con una VPN (di quelle serie, come Avira Phantom), si può far credere al sistema di essere collegati da uno dei server internazionali disponibili, Italia compresa. Dall’estero dunque, sia su Wi-Fi che rete 4G, una VPN può avviare la connessione da dove si vuole, mimando un IP locale e mascherando quello della posizione in cui ci si trova. Sarà come navigare da Roma pur essendo a Londra.
Aggirare il blocco
Lo stesso utilizzo assolve a un problema vissuto soprattutto in Cina (ma non solo). Da qui, per colpa del cosiddetto Great Firewall, non si possono raggiungere molti siti e app disponibili altrove, come Google (e relative apps), Facebook e Twitter. Il governo di Pechino, per contenere il dissenso ed evitare di diffondere strane idee occidentali, ha deciso di chiudere la porta alle query verso determinati servizi, che però restano accessibili proprio grazie alle VPN. Se vi capita un viaggio da quelle parti e siete soliti usare Gmail, allora dovreste già pensare a una soluzione del genere.
Quindi, se fattivamente una VPN è consigliabile quando si è fuori casa, da qualunque dispositivo, per controllare senza patemi messaggi, social e movimenti finanziari, in realtà la sua presenza si giustifica un po’ ovunque, anche tra le mura domestiche. Contesti come phishing, ransomware e cryptolocker impongono una prudenza massima anche se si è certi che quella rete sia sicura e affidabile. Privi di uno scudo (non sempre gli antivirus bastano) si è certamente più indifesi, eppure con il download di una sola app VPN si rende il browsing molto più sereno, con un livello di protezione superiore.