Parte #PerchéSì, il contest e il laboratorio di idee promossi da Sanofi Pasteur per fare rete sulla comunicazione in ambito vaccinale. Il progetto darà vita anche al primo hackathon italiano dedicato alla corretta ed efficace comunicazione sui vaccini
Da Torino fino a tutto il resto d’Italia con destinazione Danimarca. Si tratta di #PerchèSì, il primo laboratorio di idee sulla corretta ed efficace comunicazione sui vaccini. Il progetto è stato presentato giovedì 23 novembre al Talent Garden del capoluogo piemontese, nel corso dell’appuntamento organizzato da Sanofi nel quale si è discusso di come sia possibile veicolare le informazioni scientifiche in maniera veritiera anche con l’uso del web e dei social.
Durante il meeting sono intervenuti Ketty Vaccaro, sociologa e presidente dell’Health Web Observatory, Paolo Bonanni, professore di Igiene e medicina preventiva presso l’Università di Firenze e Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur Italia e Malta; oltre ad altri ospiti che in collegamento Skype hanno messo a disposizione della sala le loro idee ed esperienze per approfondire il ruolo centrale della comunicazione e della corretta informazione sui vaccini.
Il progetto #PerchèSì
#PerchèSì è un progetto multipiattaforma e multi-stakeholder che si propone l’obiettivo di mettere in rete le migliori pratiche nella gestione della comunicazione e dell’informazione da parte degli enti accreditati, associazioni, società scientifiche, Regioni, ASL, distretti e strutture ospedaliere. Il contest che partirà a gennaio 2018 è nato in collaborazione con CIID, Copenaghen Institute of Interaction Design, intende mettere insieme le pratiche della comunicazione in ambito vaccinale realizzate negli ultimi 18 mesi in Italia.
Il team composto da tre giovani che presenterà il progetto migliore – decretato da una giuria composta dai rappresentanti del Calendario per la Vita e da altri esperti di comunicazione – avrà l’occasione di partecipare a un master intensivo in comunicazione digitale e vincerà un viaggio-studio al CIID di Copenaghen.
Accuratezza, trasparenza e valore della scienza sono i tre pilastri su cui si basa il contest. Simona Maschi, co-fondatrice e Direttrice del CIID, ha spiegato: «Dobbiamo essere molto attenti alla sostenibilità sociale e ambientale per l’innovazione. Quando si parla di vaccini è importante vedere come le voci delle persone comuni si intrecciano con i pareri più autorevoli degli esperti, per dare alla gente la possibilità di prendere una scelta. Una delle parole chiavi del progetto è open innovation, perché l’innovazione è un processo aperto dove tutti possono contribuire, anche i meno esperti».
Gli appuntamenti
Lunedì 15 gennaio 2018 – venerdì 30 marzo 2018: apertura contest per i progetti.
Lunedì 5 febbraio 2018: apertura call per 30 studenti/designer/comunicatori.
Aprile 2018 – giugno 2018: storytelling e narrazione dei progetti.
Mercoledì 20 giugno “Hackaton” e giovedì 21 giugno “Premiazione di Contest e Hackaton”.
Gli interventi
Ad aprire la discussione al Talent Garden, dopo la breve introduzione di Giampaolo Colletti, moderatore dell’incontro, è stata Ketty Vaccaro. La sociologa ha approfondito il ruolo dei social network nella diffusione di notizie sui vaccini basandosi sui dati estrapolati dall’analisi “I vaccini per l’infanzia sul web” condotta dall’osservatorio Healt Web Observatory: in soli tre mesi si sono rilevate sul web oltre 39.500 menzioni sul tema. Il 60% di queste ha coinvolto i social (31% su Twitter, 20% su Facebook). Gli utenti appartengono a una fascia di età intermedia e sono presumibilmente genitori. «Il ruolo crescente di Internet come canale di informazione, anche per la vaccinazione, è stato confermato dal volume delle ricerche effettuate, in cui prevale il ruolo dei social. Purtroppo se si guarda al sentiment che emerge sul web, si nota che a prevalere è quello negativo col 44%, a fronte di quello neutrale del 40% e di quello positivo del 16%. Tuttavia sui social la maggior parte delle menzioni sono positive» ha spiegato Vaccaro.
Numeri sui quali è intervenuto anche il professor Paolo Bonanni: «C’è da lavorare molto per recuperare quel 40% di persone neutrali. E per farlo serve empatia perché la gente ha bisogno di partecipazione da parte nostra, sia sui dubbi che sulle paure. Occorre restaurare il principio di autorevolezza degli esperti. I vaccini sono strumenti di grandissima importanza per tutta la popolazione e bisogna arrivarci attraverso una presa di coscienza, prima che con l’obbligo imposto dalla legge».
I vaccini in Italia
Dalla scorsa estate, infatti, in Italia sono obbligatori 10 vaccini per chi ha tra gli 0 e i 16 anni. Una notizia che ha creato diversi dibattiti, in special modo sui social network dove pullulano fake news e informazioni errate. Ecco perché è stato proposto anche il “Decalogo antibufale”: 1) condividi solo notizie verificate; 2) usa Internet per verificare le notizie; 3) chiedi fonti e prove; 4) chiedi aiuto agli esperti; 5) ricorda che Internet e i social network sono manipolabili; 6) riconosci i vari tipi e gli stili delle notizie false; 7) hai un potere enorme usalo bene; 8) dai il buon esempio, non lamentarti del buio ma accendi la luce; 9) impara a riconoscere gli odiatori e i provocatori seriali; 10) ricorda che il tuo clic ha un valore.
Nella serata torinese è intervenuto anche Antonio Ferro, responsabile del sito VaccinarSì che ha spiegato: «Il sito è un progetto nato per dare risposte. Sul web c’è tanto bisogno di informazioni scientifiche corrette in ambito di vaccini e quindi ho deciso di lanciare questa piattaforma per creare un contenitore di notizie utili. Abbiamo avuto subito una grande risonanza social con più di 3,5 milioni di visite e più di 5 milioni di pagine visitate. Io credo che per raggiungere tutta la popolazione sia imprescindibile una comunicazione via web».
Le informazioni sui vaccini si cercano online
Da un rapporto del 2014, l’anno più complicato per la questione vaccini sì-vaccini no, è emerso che il 70% dei giovani sotto i 30 anni cerca informazioni sui social, ancor prima che su Google. Il contributo di Daniel Facchini, dirigente medico e autore di RIV (Rete, Informazione, Vaccini) ha risposto a questo dato allarmante: «RIV è un’esperienza sociale nata nel 2014 con 5 collaboratori e che adesso conta 18 mila fan su Facebook. Negli ultimi anni abbiamo trovato davvero tanta sete di informazioni sui social e allora abbiamo creato un contenitore che potesse soddisfare il bisogno di tutti i genitori».
Uno spazio in rete per dialogare e trovare le risposte ai dubbi più frequenti dei genitori è quanto ha creato Alice Pignatti, fondatrice di IoVaccino, progetto nato da un’esperienza personale e dall’incontro sui social con altre mamme: «Abbiamo deciso di costruire un punto di riferimento per i genitori, uno spazio informativo dove trovare risposte. È importante contrastare la disinformazione sulla vaccinazione» ha detto in collegamento via Skype Pignatti.
L’informazione sui vaccini passa oggi più che mai attraverso la rete e i social media. Il GM di Sanofi Mario Merlo ha affermato: «Progetti di comunicazione efficace ce ne sono molti in giro per l’Italia e l’ambizione di #PerchéSì è quella di catturare progetti già esistenti, metterli in rete e creare un servizio per le persone. In passato aziende e società farmaceutiche si muovevano parallelamente per alcuni progetti ma non facevano sistema. Oggi, invece, è fondamentale fare rete per portare avanti progetti scientificamente validi e socialmente responsabili».
Infine, la testimonianza di Pierluigi Lopalco, un medico diventato blogger col progetto Adulti&Vaccinati, da cui è nato poi uno spettacolo teatrale: «Lo spettacolo è nato per la necessità di comunicare il tema delle vaccinazioni. Perché farlo? È necessario che noi operatori della sanità pubblica ed esperti ci mettiamo in gioco altrimenti lo spazio che lasciamo verrà occupato dalla disinformazione».